Heroes Of Nothing

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"Non serve mica gridare per avere più attenzione. Le stelle stanno in silenzio, eppure c'è chi le guarda per ore."

La chimera e il beta tornavano a casa a testa bassa. Non potevano, però tornare nella propria tana e far finta di non aver visto niente. Scott doveva sapere, e al più presto possibile.

Dovevano organizzare, dovevano fare qualcosa. Non c'era più tempo dda perdere.

E mentre i due ragazzi se la davano a gambe, scappando da un finale terribile nella casa abbandonata, Lydia e Stiles si occupavano di occupare il tempo a baciarsi per recuperare il tempo perduto.

Nonostante ciò però, Lydia non aveva dimenticato tutto ciò che il castano aveva fatto.

Non era facile fare finta di niente. Li aveeva abbandonati, gli aveva fatto credere di essere morto, e come se non bastasse, li ha presi in giro.

Lydia si staccò dalle labbra del suo ragazzo solo per poterlo guardare per intero. I pensieri però continuavano ad andare e lei non trovava un modo per premere il pulsante stop.

"Scusami"
Gli disse, abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe per poi sospirare.

"Devo saperlo."
Affermò.

Cerco di sembrare il più determinata possibile, e riuscì a convincerlo, perché Stiles emise un sospiro di sconforto e le accarezzò le braccia.

"Mi dispiace Lydia, ma dovevo farlo"

"E perché?"
Chiese lei, con una velocità impressionante.

"Perché..."
Lui roteò gli occhi, e la lasciò andare, andandosi ad poggiare al tavolo.

Scott era andato via. Non c'era più niente che li trattenesse dall'avere quella conversazione.

Lei lo guardò, intimandolo a parlare e lui ridacchiò.

"Perché ci sono cose che voi non sapete. Non temere, lo saprete presto e solo quando lo saprai, sarai in grado di capirmi. Ma non è l'unico motivo per cui ho fatto tutto questo, per cui ho rinunciato a noi."
Disse con estrema serietà.

"Stiles, hai finito con i tuoi giochetti?"

Era abbastanza stufa di sentirsi dire di aspettare. Nel frattempo, lei era l'unica che non contribuiva in nessun modo.

"Dammi un giorno, domani andiamo da Scott, e vi dirò tutto quello che volete sapere."
Tornò ad avvicinarsi a lei, la prese per i fianchi facendo in modo che i loro nasi si toccassero ancora.

"Ma ora, smetti di pensare e permettiti di essere felice"
Gli sorrise dolcemente, accarezandogli una guancia e stringendola a sé.

"Quando tutto questo finirà, mi farò perdonare, vedrai."
Promise, guardando il suo camper con quell'aria di rammarico.

Era perso fra i ricordi di ciò che aveva fatto, fra i presentimenti di ciò che sarebbe successo, e in tutto ciò, si sentiva solo.

Era quello che sapeva cosa stava succedendo, quello che se l'era tenuto dentro per tutto quel tempo cercando di rimediare.

"Ti amo, lo sai questo?"
Gli disse questa volta, più sincero che mai, dopo aver notato che quest'ultima non parlava.

"Ti amo anch'io Stiles"
Gli sussurrò, stringendolo a sé ancora più forte.

Era come se avendolo fra le sue braccia, riuscisse ad assicurarsi che non sarebbe più sparito.

L'indomani la sorpresa però fu un'altra.

Scott aveva passato la notte precendente a litigare con Malia, senza riuscire ad essere perdonato.

L'aveva convinta a dormire sul letto accanto a lui, ma sapevano entrambi che il rancore era ancora lì da qualche parte.

Quando però Scott andò ad aprire alla porta di casa, dove avevano suonato poco prima, rimase stupito.

Erano le sei del mattino, perciò quando scese per aprire la porta, stava pregando che fosse qualcosa d'importante.

Per terra, legata e con dello scotch in bocca, vi era Melissa. La madre di Scott.

Lui spalancò gli occhi e subito dopo si gettò su di lei per liberarla.

"Mamma stai bene? Stai bene vero?"
Le chiese guardandola negli occhi.

"Sto bene Scott, sto bene."
Lei lo abbracciò.

E dopo molto tempo, alla famiglia McCall, sembrò di aver raggiunto un certo equilibrio.

Melissa era a casa, e anche se c'erano molte cose da sistemare e da capire, non c'era niente di più importante.

"Perché ti hanno lasciato andare?"
Era anche importante, definire perché avevano fatto una scelta tanto rischiosa.

Melissa prese dalla tasca della sua felpa una lettere, e lo guardò. Scott sapeva cosa significava quello sguardo: 'Stai attento'.

"Hanno detto che non gli servivo più e che dovevo darti questa."
Puntualizzò la madre.

Lui prese la lettera, prestando attenzione ad essa per qualche secondo, ma poi riportò la sua concentrazione sulla madre e la portò dentro.

Malia stava scendendo le scale assonnata, ma anche lei fu abbastanza meravigliata di vedere Melissa varcare la soglia di casa.

"Cosa sta succedendo?"
Chiese curiosa, ma pur sempre con un sorriso sulle labbra.

"Sono tornata finalmente"

Scott la fece sedere sul divano.
Sembrava star bene, ma un controllo era la miglior certezza.

"Non ti hanno fatto niente vero?"

Melissa negò con un cenno del capo.

"Dovresti comunque riposare, sicuramente sei stanca e ti farebbe bene"
Propose il figlio, facendola sdraiare e dandogli delle coperte.

"Parleremo di tutto tra qualche ora ok?"

La donna annuì, e si fece convincere dal figlio a fare un breve pisolino, mentre Scott gli posava un dolce bacio sulla fronte, come lei era solita fsre nei suoi confronti.

"Buona notte mamma."
Sussurrò, per poi farsi trascinare via da Malia, in quanto il ragazzo si era fermato ad osservare la madre che si addormentava.

Vedere sua madre gli aveva fatto provare un brivido di felicità, quasi poteva sentirla, eppure mancava qualcosa.

Quel piccolo dettaglio fuori posto, che però, era quello necessario per far si che tutto coincidesse.

"Manda un messaggio a tutti, digli di essere qui per le 10"
Disse a Malia, mentre i due tornavano a coricarsi sul proprio letto, per lasciarsi andare al sonno una volta per tutte.

Scusate il ritardo, ma eccolo qui.
Non mi è piaciuto molto com'è venuto rispetto ai due precedenti, ma non tutti vengono uguali.

 THE BLACK GHOST || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora