🕸️The End Of 'US' 🕸️

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"Preferirei morire di passione anziché di noia."
-Van Gogh

Per tutta la partita non aveva fatto altro che controllare se la chimera era ancora lì, al suo posto. Aveva paura di come sarebbe potuta finire tutta quella discussione. In macchina prima era calato il silenzio e nessuno dei due si era azzardato a romperlo.

Theo, però, non si sarebbe neanche alzato dalla sua sedia. Avrebbe aspettato fino all'ultimo supportando il suo fidanzato. Era il suo dovere, e lo faceva con piacere.

D'altra parte, Corey non era della stessa opinione.

Stare a Beacon Hills gli stava facendo perdere la testa da tempo ormai, ma aveva sempre sopportato tutto pur di non doversi separare da Mason. Era arrivato a pensare di lasciar perdere perché se non riusciva più a stare bene con sé stesso, allora non sarebbe stato bene neanche con Mason. Così quando quest'ultimo trovò un biglietto aereo per Dublino a nome di Corey Bryant, decise di confrontarsi immediatamente con il diretto interessato.

La giustificazione di Corey era stata piuttosto chiara e plausibile: non ce l'avrebbe fatta più a vivere in quel modo. Combattere creature sovrannaturali e far finta di non averne paura lo stava uccidendo. Non era lo stile di vita adatto a lui. Non era adatto a nessuno dal suo punto di vista.

Mason non gli diede neanche il tempo di salutarlo in modo appropriato, perché subito aveva messo il biglietto in chiara vista alzando la mano che lo teneva: "Perché Dublino?"

Corey deglutì, e cercando di mantenere la sua solita gentilezza, gli prese il biglietto dalla mano.

"Devo andare via da qui. Mi state facendo diventar pazzo."
Puntualizzò.

"Allora me lo potevi dire, facevamo una vacanza insieme da qualche parte. Anzi perché non ci andiamo?"
Tutta l'agitazione di Mason era sparita quando aveva capito che si trattava di qualcosa di temporaneo. Una semplice vacanza per distrarsi. Ma era stato lui che aveva volutamente frainteso la risposta del fidanzato. Era a conoscenza dei problemi che Corey stava avendo, non erano fisici ma psicologici, e lo stavano portando a diventare più egoista e schivo. Passava tutto il giorno chiuso in camera tra la playstation e il cibo spazzatura.

"No Mason, non hai capito... Mi trasferisco a Dublino."
Disse, non distogliendo lo sguardo dalla figura immobile davanti a lui.

Quella notizia Mason la percepì come se lo avessero spintonato. Infatti fece un passo indietro e scosse la testa deluso.

Poi annuì e uscì dalla cucina, laaciandosi alle spalle un Corey pensieroso, distrutto e malinconico.

Quella sua uscita, aveva tolto al ragazzo ogni dubbio. Mason non aveva detto neanche una parola per convincerlo a restare.

E mentre i due riprendevano la discussione nel parcheggio della scuola, e continuavano per ore ad urlarsi contro, Liam si avviava verso lo spogliatoio.

Una volta cambiato, decise di concretizzare quell'idea che stava nella sua testa da tutta la partita: avrebbe seguito Michael ovunque fosse andato, e avrebbe scoperto cosa nascondeva. I dubbi dovevano sparire, non accumularsi.

Perciò carico sulla spalla sul suo borsone, e seguì Michael prima nel parcheggio -e grazie a ciò approfittò e lasciò il borsone nella macchina di Theo- e successivamente nel bosco in cui si era addentrato. Poco prima aveva parlato con Elias, nell'esatto momento in cui non c'era nessuno che li poteva vedere.

Si assicurava di nonnessere notato naacondendosi fra gli alberi, cercando di non fare rumore. Cosa che risultava impossibile nei percorsi in cui c'erano le foglie secche, ma Michael, grazie a Dio, non si era mai accorto della sua presenza. Mentre continuava nel suo intento, Liam si accorse di conoscere già quella strada. Portava alla vecchia casa abbandonata in mezzo al bosco. Quella casa di cui Derek si serviva.
Prima di entrarci, Michael si guardò intorno, quasi come se avesse paura di esser stato visto, e poi entrò lasciandosi alle spalle le sue preoccupazioni.

Liam uscì dal suo angolo, ed entrò in casa anche lui qualche secondo dopo, appena entrato, si sentì tirare dal cappuccio della sua felpa. Fu preso e buttato per terra con violenza.

"Ah!"
Imprecò Liam tenendosi il braccio, ma ciò che lo fece spaventare ancora di più, fu la visione di Michael.

Aveva ragione a pensare che ci fosse qualcosa di strano: Il ragazzo stava davanti a lui, in piedi, con la barba, i denti e gli occhi tipici di un lupo mannaro. Un beta.

"Perché mi stai seguendo Dunbar?"
Gli urlò contro.

Liam si spaventò e si coprì il viso per prevenire un colpo che non arrivò. Non inizialmente almeno, ma poco dopo sentì un dolore atroce sullo stomaco: il lupo mannaro aveva appena assestato un calcio esattamente lì, per il semplice fatto, che Liam ci stava mettendo troppo a rispondere.

Il beta tacque ancora una volta e Michael sospirò infastidito. Lo prese per il collo e lo appese al muro con una tale leggerezza, da far sembrare Liam un semplice cappotto da appendere. Il ragazzo, si sarebbe accorto da lì a poco, che Michael non aveva la forza di un comune lupo mannaro.

Liam cercò di difendersi, e a questo proposito, gli tirò una testata, per poi riempirlo di pugni. Ciò non fu abbastanza per atterrare il nemico, che acceccato dalla rabbia, prese la rincorsa e gli si buttò addosso con ferocia. Il beta sentì il proprio corpo cadere per terra, ed il tonfo di quello di Michael che cadeva sopra il suo. A questo però si aggiunse anche l'insopportabile dolore alla spina dorsale che quella caduta gli aveva provocato.

In quell'esatto momento, Liam capì che non poteva combattere contro un essere talmente violento e forte ma non poteva neanche lasciarsi andare alle botte.

Solo un briciolo di fortuna poteva salvarlo, e Liam deve tutt'ora esser grato a quella fortuna.

Da lì a poco successe l'imprevedibile: qualcuno arrivò alle spalle di Michael e con forza lo prese e lo buttò dall'altra parte della stanza, per poi accanirsi contro di lui.

Liam si girò verso il combattimento per vedere, e per sapere chi avrebbe dovuto ringraziare. Avrebbe voluto alzarsi per raggiungerli, ma quella caduta era stata brutale, e quella di Michael sopra il proprio corpo ancora di più.

"Cazzo!"
Esclamò mentre cercava di rimettersi in piedi. Fortunatamente era un lupo mannaro, o da quel pavimento non si sarebbe alzato più.

Con le forze che gli rimanevano, e che stavano tornando, Liam si protese verso i due ragazzi e finalmente vide il volto della persona che lo aveva salvato: era Theo. In tutto il suo splendore, audacia, e forza.

Caricava il nemico di pugni in pieno viso e non si fermava. Almeno non fin quando non fu Liam a staccarlo dal corpo di Michael, steso a terra, ma che da lì a poco, si sarebbe rialzato.

"Cosa cazzo fai?!"
Gli chiese urlando il beta.

"Ti salvo il culo, ecco cosa faccio!"

"Non ho bisogno di te che mi vieni a salvare ogni volta."
Chiarì con voce rude il più giovane.

"Oh davvero? Riesci ad essere così caparbio e testardo anche quando ti ho appena salvato la vita? Smettila di fare l'eroe Liam, non lo sei, nessuno di noi lo è."

 THE BLACK GHOST || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora