"resisti io sono qua"

316 10 0
                                    

Marco aveva perso ogni speranza... aveva deciso di andare ovunque la sua macchina l'avrebbe portato.

Uscì di casa prese solo il suo zainetto. 
Si mise in macchina e partì.

Andava velocissimo, aveva la musica ad alto volume e in radio suonava tristemente

Someone Like You

Canzone alquanto azzeccata in quel momento Marco pensò alla sua vita ... ai suoi successi ai suoi fallimenti. Poi pensò ad Ale, mentre la canzone urlava

" sometimes it lasts il love
but sometimes it hurts instead"

A quelle parole Marco lasciò il manubrio ... il destino avrebbe deciso per lui.

..................................

Il destino a volte è crudele e forse Marco voleva proprio questo. 

La macchina slitto', uscì fuori strada e finì in un burrone.

《AMORE MIO RESISTI SONO QUA TI PREGO》
furono le parole di Ale disperata alla vista di un Marco ridotto malissimo su una barella, trascinato lungo il corridoio del reparto di terapia intensiva.

Ale Nadia e Maurizio erano lì seduti con gli occhi stanchi dal pianto, il cuore infranto con sensi di colpa tremendi.

《È colpa mia》
Ripeteva Ale distrutta.
《Non dirlo neanche Marco è lì tra poco uscirà》
Disse papà Maurizio con la voce rotta dal pianto.

Nadia si avvicinò ad Ale... la strinse forte.

Ale prese ciò che avevano trovato nella macchina ormai distrutta.
Lo zainetto, solo quello...  Ale lo prese subito. Marco non usciva mai senza... era una parte di lui. Lo aprì dentro c'erano le sue cuffie alcuni cd il suo telefono un quaderno per appunti... Ale voleva morire in quel momento.
Non sopportava il fatto che Marco poteva lasciare la vita terrena.  Non voleva. Pensava ai genitori, alla sua carriera  ai suoi fan... pensava ad un ragazzo di 25 anni che in qualche modo per colpa sua stava per morire.

Dopo ore Marco uscì.. e venne portato in terapia intensiva immediatamente.

Ale aveva visto Marco, gli andò contro ma lui non dava segnali di vita. 
《Ti prego sono qui  Marcooo》

Qualcuno aveva preso Ale da dietro, per lasciare andare Marco portato via dai medici.  
Era Giacomo, la prese di forza e la portò nei giardinetti dell'ospedale.

《Alessandra smettila! Ragiona per cortesia non è colpa tua!》

Ale con gli occhi lucidi,  pieni di rabbia disse
《Ma tu cosa ne sai?  Eh cosa! Non sai nulla non sai che per me Marco è tutto! Non sai che ha telefonato me l'ultima persona prima di ammazzarsi! Me capisci!?  E adesso non posso fare altro che pregare che si rialzi perché io non andrò avanti senza di lui!  Non c'è la faccio non sai nulla tu》

Gridò queste parole con rabbia e dolore verso Giacomo, pian piano si mise seduta per terra a piangere, con la testa appoggiata sulle ginocchia.

Giacomo la strinse forte e le sussurrò
《Vedrai che andrà tutto bene. Te lo prometto》 

Era sera e Ale era ancora lì ad aspettare che potesse entrare da Marco.

Nessuno la faceva entrare. Nessuno la sentiva. Nessuno si accorgeva del suo dolore. Maurizio e Nadia erano rientrati a casa.
Erano le 23:54 l'ospedale era ormai buoio e vuoto...  
Ale era seduta e pregava Dio che Marco uscisse da quella stanza tutto intero, che l'avrebbe portata con se e che l'avrebbe sposata. 
Immaginava anche il matrimonio, era tutto perfetto, come suo marito ... il ragazzo più bello del mondo. Questi pensieri si fermarono da un suono che facevano i pazienti per chiamare l'infermiera.

Tutto era così triste.
La cosa più brutta era non poter fare nulla.

Intanto Marco era lì fermo immobile in coma,era perso in un sogno... quasi come  quel sogno di quella mattina del 14 agosto...
Lì si svegliò e incontrò Alessandra.
Qui, invece dormiva ancora...
solo incontrare lei l'avrebbe risvegliato.

L'altra, inaspettata, metà di me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora