26. Un bambino smarrito

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-Ehi Jones, ti va di guardare un po' di wrestling? I tuoi non ci sono, potrai urlare quanto vuoi- mi chiede Jefferson in salotto, con Jessie alle sue spalle che mi guarda con uno sguardo davvero deluso. Per quanto vorrei accettare la sua proposta non posso quindi decido di fare l'indifferente.

-In realtà sto per andare al mercato con mia nonna e Mary- dico giocando con la borsa che ho sulla spalla.

-Ah. Posso venire?- insiste

-In realtà è un'uscita fra le donne Jones. Però puoi guardare la tv con Jessie. Così vi fate anche compagnia- dico andando verso la mia amica.

-Adesso vado- li saluto per poi raggiungere la mia gemella e nostra nonna fuori, vicino la macchina.

Mentre nonna si ferma ad ogni stand per curiosare fra la merce io mi sfogo con mia sorella e le chiedo un consiglio.

-Stella, sei mia sorella gemella e ti voglio bene. Ma devi capire i tuoi sentimenti. Ho notato anche io che c'è qualcosa fra te e Will. Riesco a capire quando ti piace qualcuno prima di te, solo che non lo vuoi accettare per via di James-

-Perché, contro tutte le mie aspettative e contro tutti i limiti che mi ero imposta... Io mi sono innamorata di lui. Ma poi arriva Will, che è completamente diverso da come lo avevo sempre immaginato, dolce, sensibile, ma anche forte con dei sani principi, che però piace a Jessie. Non sono idiota, Mary, so che prova qualcosa per me, ma non sono sicura di quello che io provo. Sono sicura di essere innamorata di James senza neanche averlo visto perché con lui posso parlare di cose che non confido a nessuno, ma poi c'è Jefferson che è tutto ciò che ho sempre desiderato in un ragazzo ed è reale, accanto a me ogni giorno, in qualsiasi momento io abbia bisogno di lui-

-Il mio consiglio è di capire i tuoi sentimenti prima di buttarlo fra le braccia di Jessie e poi in futuro pentirtene. Altrimenti soffrirete tutti e tre... Pensaci, io vado da nonna- dopo avermi abbracciata mi lascia da sola con i miei pensieri... Sapevo di non dover contattare l'atleta, all'inizio, ma nonostante tutto questo non me ne sono mai pentita come non mi pento della mia amicizia con Will che col tempo è diventata qualcosa di più. Sembra una storia perfetta per un libro. Almeno ho l'ispirazione per continuare la mia storia.

Quando torniamo all'auto c'è un neonato che piange a terra, nel bel mezzo del parcheggio, con una borsa accanto piena di pannolini, latte in polvere e altre cose per i neonati. Vado a prenderlo prima che si faccia male e inizio a cercare i genitori, di cui nessuna traccia. Dopo un po' decido di portarlo con noi a casa, poi faremo degli annunci per riuscire a scoprire chi siano i genitori.

Quando torniamo a casa nessuno capisce perché ho un bambino in braccio, si è addormentato in macchina, è un vero angioletto. Il suo nome è Luca, o almeno è il nome scritto sopra la borsa.

-Vuoi che lo prenda io?- chiede mia mamma avvicinandosi. In un lampo arrivano anche Jessie dal salotto, Will dal giardino tutto sudato, probabilmente per aver tagliato la legna, e mio padre dalla cucina.

-Voglio tenerlo io- rispondo a bassa voce per non svegliarlo

-Io vado di sopra, chiamami quando è pronto, per favore- dico a mia mamma prendendo la borsa dalle mani di Mary che Will insiste a portarla fino in camera.

-Ci sai fare con i bambini- dice chiudendo piano la porta alle sue spalle.

-Grazie, è facile quando sono così tranquilli- mi siedo sul letto con cautela, per evitare di fare movimenti bruschi. Will si siede al mio fianco.

-Credo sia la prima volta che vedo la tua camera- si guarda intorno

-Mi piace- prosegue

-Ho buon gusto- sentenzio compiaciuta. Mi è diventato così facile essere sincera con Will che non riesco più ad essere antipatica.

-Stella- mi chiama facendomi voltare verso di lui

-Ecco di nuovo il mio nome. Dev'essere una cosa importante. L'ultima volta mi hai confessato di aver picchiato Max-

-Ho fatto qualcosa?-

-No- so dove vuole arrivare, ma non posso dirgli perché mi sto comportando così.

-Mi stai evitando da stamattina... È per Jess? Mi ha detto quello che prova prima-

Resto spiazzata. Non credevo l'avrebbe fatto.

-E tu? Tu, provi qualcosa per lei?-

-Sai che non è vero. Io provo qualcosa per te-

-Will...- cerco di fermarlo

-No! Niente Will. Tu mi piaci e so di piacerti-

-È più complicato di così-

-Allora dimmi che non è vero. Dimmelo e torneremo amici come prima-

-Non so cosa provo per te e non voglio scoprirlo. Sono già innamorata di un altro ragazzo e tu piaci a Jessie. Non le farò questo-

-Ho già chiarito con lei che non potrà mai esserci niente oltre alla nostra amicizia-

-Jefferson adesso basta! Lei è la mia migliore amica e non metterò a rischio la nostra amicizia per un ragazzo- interrompo il nostro contatto visivo e torno a guardare il bambino. Sento Will sospirare e poi appoggia la sua mano sopra la mia per cullare anche lui il bambino.

-Almeno promettimi che ci penserai- mi sussurra all'orecchio per poi lasciarmi un bacio sul collo. Annuisco in silenzio.

-Ragazzi è pronto- Jessie apre all'improvviso la porta e io mi allontano di scatto da Will per poi scendere di corsa le scale.

Dopo pranzo preparo il biberon a Luca che poi si addormenta di nuovo. Sono sdraiata accanto a lui e mi addormento anch'io. Quando mi sveglio vedo Will con una mano attorno la mia vita e il bambino nel mezzo. Si sveglia anche lui e mi guarda negli occhi senza spostarsi.

-Ho trovato il numero della madre all'interno della borsa. Fra poco verrà a prenderlo- dice nel momento esatto in cui suonano al campanello

-Eccola- dico alzandomi e lascio Will prendere la borsa mentre io prendo il bambino per poi andare ad aprire. È una ragazza ed è accompagnata dal marito. Mi ringraziano per averlo trovato, a quanto pare un uomo glielo aveva preso e non so come o perché lo ha lasciato in mezzo al parcheggio.

-Grazie ancora- ci saluta la ragazza prima di andarsene. Guardo Will alle mie spalle e poi vado di sopra.

Mi sto convincendo sempre di più di dover incontrare l'atleta. 

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