Capitolo 23.

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Adesso che tutto si era risolto a Fabrizio sembrava che la situazione avesse acquistato una calma piatta. Era tutto così limpido che quasi non ci credeva. Non riusciva neanche ad immaginare che, se Ermal avesse voluto, sarebbero potuti stare finalmente insieme. Non poteva credere che probabilmente sarebbero riusciti a recuperare gli anni persi. Fabrizio si era reso conto di tutte queste cose non appena aveva messo piede fuori dall'appartamento di Ermal e avrebbe voluto tornare indietro e baciarlo, solo che poi aveva pensato a tutti i paletti che lui stesso aveva messo e aveva continuato per la sua strada.

Ma adesso, mentre lo osservava suonare il piano nel suo piccolo studio casalingo, non era certo di potergli resistere ancora. Il più piccolo appariva concentrato, le sue dita sfioravano i tasti bianchi e neri dello strumento e quest'ultimo produceva una melodia che era del tutto nuova per le orecchie di Fabrizio. «...ma devo ancora darti l'altra metà di un cuore che hai già» canticchiò.
«Che bella, è nuova?» chiese Fabrizio sinceramente interessato. Ermal rise leggermente.
«No» rispose avvicinandosi a Fabrizio. «È una canzone della Fame di Camilla, il mio vecchio gruppo» spiegò. «Ma l'ho scritta dopo aver lasciato l'università a Roma ed essere tornato a Bari. L'ho scritta pensando a te» disse.
Fabrizio provò un tuffo al cuore. Lui, forse per autodifesa, non gli aveva mai scritto una canzone. Si sentì improvvisamente un pezzo di merda.
«Oh» fu tutto quello che riuscì a dire, senza riuscire a staccare gli occhi di dosso ad Ermal.
«Che c'è? Perché mi guardi?»
«Perché ho voglia di baciarti» rispose di getto, senza pensarci più di tanto.
«E perché non lo fai?» chiese il riccio in un sussurro.

Fabrizio non se lo fece ripetere due volte. Si lanciò letteralmente sulle labbra di Ermal per donargli un bacio bello, intenso, che sapeva di mancanze e di cose non dette ma che ci sarebbe stato tempo per dirsi. Sapeva di promesse, e anche un po' di incoscienza perché erano due uomini adulti esposti.

Ermal cercò di approfondire il bacio chiedendo accesso alla bocca del più grande, cosa che Fabrizio concesse con molto piacere. Iniziò, così a mordergli il labbro inferiore, procurando in Ermal una serie di gemiti. Si staccarono dopo poco per prendere aria. «Andiamo a letto» suggerì il più piccolo.

Continuarono a baciarsi anche mentre raggiungevano la camera da letto. Fabrizio non sapeva bene cosa stesse provando, era un turbinio di emozioni ed erano tutte fottutamente bellissime. Se avesse chiuso gli occhi avrebbe visto un Ermal diciannovenne ed un Fabrizio venticinquenne che si amavano per la prima volta nel letto di una camera presa in affitto in una casa per studenti.
Ma adesso, con gli occhi ben aperti, vedeva Ermal, ormai trentaseienne, e Fabrizio quarantaduenne che si stavano amando, ancora, nella casa di proprietà di Fabrizio. Erano cambiate tantissime cose, erano cresciuti, Ermal avrebbe bonariamente detto invecchiati, eppure non sembrava che fossero passati diciassette anni e che in mezzo ci fossero state talmente tante cose da lasciarli vivere quasi a metà.

Quando entrarono nella stanza di Fabrizio, ormai non avevano più alcun indumento addosso. Il più grande fece adagiare il più piccolo sul letto prendendo a torturargli ora il collo, ora i capezzoli, fino ad arrivare al suo pene. Lo prese in bocca senza grandi cerimonie, dopotutto non era un'esperienza nuova per loro, conoscevano i loro punti deboli, sapevano quando, come e dove toccarsi per potersi regalare più piacere possibile. Ermal portò istintivamente una mano nei capelli di Fabrizio iniziando a dettare il ritmo.

Fabrizio, sentendo i gemiti del più grande farsi sempre più frequenti, decise di staccarsi, sotto lo sguardo contrariato del più piccolo. Si dedicò allora alle sue labbra, perché sì, il sesso orale era bello, ma niente era come sentire le loro anime comunicare attraverso un bacio. Tornò a stuzzicare il collo contro le proteste di Ermal che implorava di non lasciare segni troppo evidenti. Per poi ritornare alla sua bocca, questa volta con un bacio un po' più famelico.

*INIZIO SCENA LEGGERMENTE SPINTA*
Ermal, che era stanco di tutta quella dolcezza e aveva capito le intenzioni del suo compare, cambiò le posizioni e si inumidì le dita per poi inserire dentro Fabrizio, prima una, poi due e poi tre dita. Quando si ritenne abbastanza soddisfatto, entrò. Si persero per un momento l'uno negli occhi dell'altro, entrambi increduli, come a verificare che quello che stava succedendo era vero e non frutto della loro immaginazione.
«Sei bellissimo» sussurrò Ermal.
«Tu di più» rispose Fabrizio baciandolo.
Il più piccolo, allora iniziò a muoversi, prima timidamente, poi sempre più forte. Quando sentiva di essere quasi al limite, portò una mano sull'erezione di Fabrizio e iniziò a pomparla. In poco tempo Fabrizio raggiunse l'orgasmo, ed anche Ermal, dopo una serie di spinte ben assestate, venne dentro Fabrizio.
*FINE SCENA LEGGERMENTE SPINTA*

Si accasciò sul petto del più grande dopo avergli dato un bacio da togliere il fiato. Aveva un sorriso da orecchio ad orecchio. Si sentiva felice come forse non lo era mai stato. Si sentiva finalmente completo. Fare l'amore con lui era sempre stata un'esperienza quasi mistica, che era difficile da capire e da spiegare, ma che era bellissima proprio per questo. Avevano improvvisamente azzerato anni interi di lontananza e di ricordi che talvolta tornavano a fare capolino nei loro pensieri.

Si accoccolò accanto a Fabrizio non riuscendo a smettere di sorridere, come se avesse avuto una paralisi. Si sollevò leggermente per guardare Fabrizio e notò che anche lui aveva un sorriso gioioso in volto. «E comunque avevo ragione» disse Ermal appoggiato tra il petto e la spalla del più grande.
«Riguardo a...?» chiese Fabrizio.
«Pensi sempre al cazzo» rispose con una semplicità bambinesca, alludendo alla telefonata di qualche tempo prima, quando avevano iniziato a scrivere "Non mi avete fatto niente". Fabrizio rise, ed Ermal si beò di quella risata perché era tutto quello di cui aveva avuto bisogno per tantissimo tempo. Si erano persi e ritrovati, avevano resistito al tempo, erano stati separati ma insieme. «Aò ma guarda che sei te che hai messo la lingua» gli ricordò.
«Ma tu non ti sei tirato indietro» lo punzecchiò Ermal dandogli un pizzicotto sul fianco che lo fece sussultare.
«Sai com'è, nun è facile resisterti».

Ermal abbassò il volto leggermente imbarazzato convinto di non meritarsi tutto quell'amore. «Ma che fai te 'mbarazzi?» chiese Fabrizio con dolcezza scompigliandogli i capelli. Ermal rise sentendosi leggermente stupido.
«Mi chiedevo cosa avessi fatto di così buono per meritarmi te» rispose sincero Ermal.
«Non ci siamo arresi, non di nuovo» iniziò Fabrizio. «E poi non abbiamo mai smesso di pensarci. Anche se una cosa devo confessartela».
Ermal ebbe un tuffo al cuore temendo che quella bolla di felicità potesse scoppiare all'improvviso. Si irrigidì e si sollevò, appoggiando il busto alla testiera del letto. «Ecco, tu prima hai detto che mi hai scritto una canzone. Be' io non ti ho scritto nulla, ho fatto di tutto per cercare di non pensarti e scriverti canzoni non era il modo più semplice per farlo». Il riccio sorrise sentendo l'angoscia andare via com'era arrivata. Lo baciò sussurrando un "vaffanculo" sulle sue labbra.
«Avrai molto tempo per scrivermene di più belle» sospirò facendo sorridere entrambi. Senza pensarci troppo si alzò e si infilò i boxer.
«Ma 'ndo vai?» protestò il romano. Ermal si diresse verso i suoi pantaloni e dalla tasca posteriore estrasse la foto che era stata il filo conduttore del loro riavvicinamento.
«In un modo o nell'altro è grazie a lei che ci siamo ritrovati» disse sventolandogliela sotto il naso. «No, è grazie a noi» rispose Fabrizio avvicinandolo e sé e baciandolo. «Anzi, se dobbiamo essere proprio onesti è grazie ad Anita e tua nipote» aggiunse poi ridendo e facendo ridere Ermal.

E in quel momento, in quel letto dove si erano nuovamente amati e ritrovati e tra le braccia del suo Fabrizio, Ermal di ritrovò a pensare che, in fondo, Antonello Venditti aveva ragione, "che fantastica storia è la vita".

Ed io che vedo solo il tuo sorriso

Che fa sembrare tutto straordinario

Come te.

(Straordinario - Chiara Galiazzo)

Angolo Autrice:

Siamo giunti (quasi) alla fine, c'è ancora un epilogo che non arriverà martedì ma qualche giorno più tardi e capirete il perchè. Mi scuso per questo capitolo che doveva essere molto più bello ma si è scaricato il pc e non avevo salvato quindi l'ho dovuto riscrivere e, ovviamente, ha perso la sua bellezza iniziale. Spero comunque che vi piaccia  e che vi sia piaciuta la storia, almeno fino a qui. 
Ci vediamo presto,
Chiara.

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