E quanto all'amore
Mi salvi chi può.
(Mi salvi chi può – Ermal Meta)Ermal aveva invitato Fabrizio ad andarsene; non era più il benvenuto. Era salito a casa, aveva inventato una scusa e aveva fatto andare via anche Maurizio. Silvia era sul piede di guerra pronta a litigare ma Ermal si sentiva svuotato dentro ed umiliato per la seconda volta nella sua vita, quindi le chiese se potevano rimandare la discussione all'indomani.
Si chiuse nello studio. Si accese una sigaretta e fissò la città addormentata.
Ripensò a tutto. A come aveva deciso di dedicarsi alla musica ma che nell'incertezza aveva deciso di andare all'università a Roma, pagando con quei pochi spiccioli che aveva guadagnato. Ripensò a come quella sera aveva conosciuto Fabrizio. Ricordava che gli aveva fatto quasi impressione per quanto fosse magro e per quanto avesse il viso scavato, non solo dalla droga ma dalla vita stessa. Aveva paura che se l'avesse sfiorato si sarebbe rotto in mille pezzi – e per dirlo Ermal doveva apparire veramente fragile. Ma poi dentro gli occhi aveva visto la tempesta e lui amava i temporali, per questo si erano avvicinati. Era successo nel modo più naturale e spontaneo possibile, finché l'amicizia non si era trasformata in amore.
Si incontravano tutti i pomeriggi al parchetto dell'EUR in cui avevano trovato un angolo appartato. La testimone del loro amore era stata la musica. Avevano iniziato a parlare di musica perché quella famosa sera suonava con la sua band in un pub di Roma in cui c'era pure lui con qualche amico con cui probabilmente sarebbe andato a farsi a fine serata.
Ripensò al loro primo bacio sotto quell'albero solitario, quando Fabrizio gli aveva preso dolcemente il viso tra le mani per baciarlo lasciando Ermal spiazzato perché era sempre stato convinto che a lui piacessero le ragazze, non aveva mai pensato che potesse essere gay.
Ripensò al loro primo appuntamento. Non era stato niente di così romantico, semplicemente si erano seduti di fronte al laghetto dell'EUR e avevano condiviso un po' di musica e qualche trancio di pizza. Era stato un appuntamento informale ma il più bello che Ermal ricordasse. Non erano tipi da grandi ristoranti, anche perché all'epoca non se li sarebbero manco potuti permettere. Erano essenziali, persi all'interno dei loro sentimenti.
E poi era arrivata la loro prima volta. Era successo a casa di Ermal, perché Fabrizio viveva con i suoi e raramente aveva casa libera. Avevano visto un film a da piccoli baci innocenti erano passati a baci più focosi e brucenti che ardevano di passione e desiderio. I respiri si erano fatti più pesanti ed i sospiri erano diventati gemiti e poi urla di piacere. Ed erano finiti in camera da letto. Ermal ricordava ancora l'espressione triste che si era dipinta sul volto di Fabrizio quando gli aveva detto che non poteva fermarsi lì a dormire perché entro poco tempo sarebbero tornati i suoi coinquilini. Aveva preso le sue cose e senza dire una parola ma lasciandogli un fugace bacio a fior di labbra se n'era andato. Avevano continuato a vedersi ed in particolare i colleghi di Ermal avevano iniziato a fare battutine e a chiedere delucidazioni sulla natura del loro rapporto ma lui era sempre rimasto piuttosto vago. «Piccole' prima dobbiamo capi' noi cosa siamo, poi lo diciamo agli amici tua» rispondeva sempre Fabrizio.
Molte volte si erano trovati a discutere a causa della tossicodipendenza di Fabrizio. Ermal sapeva che era difficile smettere, per questo aveva provato più volte a portarlo in qualche centro di disintossicazione o da un qualche psicoterapeuta ma era proprio in quelle occasioni che Fabrizio assumeva dosi più pesanti ed Ermal se ne rendeva conto dalle occhiaie pesanti e dal viso scavato con cui veniva a trovarlo il giorno dopo.
Forse il loro fu davvero un rapporto innaturale, durato giusto un paio di mesi per scoprirsi inadatti l'uno all'altro e poi lasciarsi perché forse sarebbe stato meglio così. Ermal non aveva mai scoperto dove abitava Fabrizio, sapeva solo che stava a Setteville e che lavorava in un hotel come facchino e poi nell'officina del padre ma niente di più, non amava parlare della sua famiglia perché, in parte, era proprio a causa loro che non era riuscito a rimanere fuori dal giro.
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Amici mai || MetaMoro
FanfictionFabrizio Moro era un noto cantautore italiano. Aveva 42 anni, una famiglia, incasinata, ma pur sempre una famiglia, due figli, una ex-compagna con cui si era lasciato l'anno precedente, due fratelli, due genitori e tanti cugini. Insomma, una vita no...