Capitolo 2 ~Eroina nella schiena~

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[#2. Hai paura?]
«Sono terrorizzato, perennemente terrorizzato.
Ho paura che Sergio un giorno scopra quanto io faccia schifo.
Ho paura che decida di lasciarmi solo, completamente solo.»
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«A che pensi?» Barbara era piombata in stanza senza neppure bussare, ma fortunatamente, asociale come il fratello, si era ricordata di chiudere la porta e si stese sul letto a mo' di Sirenetta spiaggiata, come se quell'intimità fosse normale.
Non avevano mai avuto un buon rapporto, ma in confronto al passato era decisamente peggiorato, colpa dell'adolescenza o delle scelte di vita, non riusciva più a parlare con Barbara da molto tempo.
«Non rompermi il cazzo» Dante non la guardò neanche, troppo concentrato sullo schermo del Motorola dove lampeggiava il numero di Sergio.
«È il tipo di ieri sera?», domandò Barbara ora in ginocchio e palesemente eccitata. «Ti sei innamorato?» si avvicinò al fratello per sbirciare lo schermo del telefono.
«Ti capisco, aveva un bel pitone» Barbara aveva in viso un'espressione esplicita di ammirazione.

Dante avrebbe preferito rimanere da solo e cercò di far sentire la sorella fuori posto sdraiandosi su un fianco e nascondendo il telefono: quel numero poteva essere l'occasione giusta per non sentirsi più solo.
«Non hai notato nulla?» Barbara cercava attenzioni e in casa non c'era nessuno oltre Dante. «Cosa, che devo notare?» la guardò appena da sopra una spalla.
«Le mie nuove tette taglia extra-super-mega gradi!» accompagnò la frase con un balletto stile cheerleader. «Le vuoi vedere?», domandò, con i primi bottoni già fuori dalle asole. «Ma col cazzo, no!», sbraitò Dante allungando un calcio in direzione della sorella.

«Sei solo geloso»
«Sei solo una puttana», rispose d'istinto Dante, pentendosene subito dopo. Dante aveva un'arma pericolosa, usava le parole per ferire, lo aveva sempre fatto.
«Sei solo un bastardo», commentò con le lacrime agli occhi, pronta a eruttare litri di acqua salata.

Barbara era fatta così: si fingeva una persona sicura per impedire al mondo di ferirla. Con Dante non funzionava, conosceva la sorella fin troppo bene per lasciarsi prendere in giro. Con lei era tutto uno scherzo, se si finiva a parlare di argomenti più seri metteva su un'espressione contrita, come se il cervello combattesse per poter essere utilizzato almeno una volta, fallendo. Non stupida per natura, ma frivola per scelta.

«Sei solo un bastardo», ripeté ancora in un sussurro. Non poteva darle torto e non poteva neppure abbracciarla, Dante non era il genere di persona in grado di tornare sui propri passi. Entrambi erano capaci di fingere, di recitare la parte della famiglia perfetta come voleva Massimo. Loro padre si nascondeva dietro un quadro di famiglia dipinto da un cieco, incapace di notare la disperazione dietro i volti sorridenti. Dante non poteva giudicare troppo male la sorella dopotutto, avevano inventato due meccanismi diversi per sopravvivere in quella menzogna: mentre Barbara preferiva buttarsi tra braccia sconosciute alla ricerca di un amore paterno, Dante aveva scelto l'assuefazione, la sensazione euforica di fare un torto al padre, in ogni modo possibile. Forse per questo aveva iniziato a guardare i ragazzi, non per gusto, ma per vendetta. Stava mentendo a se stesso?

«Non ignorarmi» lo stava pregando. «Guardami. Toccami» aveva alzato la voce. «Ti prego!» Barbara aveva stretto i jeans di Dante con forza e lo strattonava per attirare la sua attenzione. Dante non aveva intenzione di dare altro spazio alla sorella, stringeva il telefono con tutta l'intenzione di chiamare Sergio e sentirsi un po' più vivo.
«Ti prego!» Barbara aveva stretto Dante da dietro, in un abbraccio soffocante e scomodo per via della nuova taglia di seno. «Lasciami stare», disse freddo, alzandosi a sedere per sfuggire dalla presa. Sapeva di star facendo del male alla sorella con quelle parole e quel modo di fare, era consapevole della sofferenza di Barbara, della solitudine e della profonda necessità di sentirsi amati, ma Dante era più concentrato su se stesso e sulla ricerca di una felicità impossibile da condividere con la sorella.

Era come affogare [boyxboy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora