Capitolo 7 ~ Mohamed Pignatta Kebab ~

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[#7. Cosa c'è che non va?]
Spiegamelo tu, o Signore.
Umiliato, picchiato, sgridato. Ascoltami, o Signore.
Sono gay, qual è il mio peccato?
Perdonami, papà.

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Sergio lo aveva rifiutato? Sergio lo aveva rifiutato. Dante guidava in silenzio, nervoso, si stava mangiando l'interno della guancia, lì dove ancora sentiva il sapore di Sergio. Cosa era andato storto? Spostò lo sguardo su Sergio, se ne stava con la testa piegata in avanti, gli occhi chiusi. Forse stava davvero male. Gli spinse la testa contro il sedile, ma questa ciondolò e colpì il finestrino. Neanche un fiato. Ok, stava male.

Se il resto della Nomentana era ancora abbastanza trafficata per essere quasi le tre di notte, non appena entrarono a Tor Lupara calò il silenzio. Ah, casa dolce casa. Di giorno abitata da vecchi e di notte dai ratti, proprio come una grande casa di riposo, "Benvenuti a Ospizioland", recitava il cartello.

«Ti porto a casa?», domandò a Sergio, ma in risposta ottenne solo un "mh". «Oh», esclamò e gli diede uno schiaffo di rovescio.
Sergio aveva lo sguardo vacuo, abitante in sub-affitto di un universo parallelo. Dante lo avrebbe volentieri raggiunto su quel piano spazio-temporale, ma non aveva la droga necessaria e soprattutto doveva aiutare Sergio nel presente, in quel momento. «Ho frullato troppa roba», sbiascicò l'ovvio.

«Che cazzo ti sei preso?», domandò e Sergio scosse la testa, non ricordava. Cazzo, voleva sapere il nome di quella roba e farsi anche lui, così da dimenticare il rifiuto dell'unica persona di cui gli interessasse qualcosa.
«Non posso aiutarti se non me lo dici»

Sergio appariva fragile e Dio solo sapeva quanto Dante avrebbe potuto e voluto approfittarsene, ma non si lasciò trasportare dall'indecenza. Dopotutto Dante lo capiva, entrambi risolvevano i problemi superando il limite, droga o alcool non importava, l'obiettivo era sempre non lasciare traccia. Sergio aveva ingoiato la soluzione, Dante invece il suo cazzo e no, quella volta non voleva dimenticare.

«Allora, che vuoi fare?», domandò. «Famme magnà», rispose Sergio con una mano davanti la bocca, sembrava stesse per vomitare. «Ci penso io», annuì Dante.
Perché lo aiutava dopo essere stato rifiutato, abbandonato e usato? La verità era una sola: se Sergio fosse stato ancora in grado di sorreggere il suo sguardo, avrebbe continuato volentieri a farsi usare.

Guidò verso l'unico vero eroe di cui Tor Lupara aveva bisogno: Mohamed Dalì, l'artista della carne allo spiedo. Kebab su olio di teglia, dettaglio di salsa allo yogurt al centro e praline di melanzane fritte, questa la specialità da tronca fegato di Mohamed, un vero surrealista in fuga dalla critica d'arte contemporanea. Nel locale kebab sciolti adornavano le pareti, abbandonati come le croste nelle cantine delle gallerie d'arte. Nel tempo libero si dilettava nella nobile e antichissima arte della minaccia con spiedo, nome da supereroe "Spiedino mascherato".

«Poi sono io er pupo», disse con un pizzico di acido in fondo alla gola. Aveva la vista appannata, non sapeva neanche come aveva fatto a guidare in quello stato, la droga stava continuando ad agire sul suo corpo, rendendolo eccitato e bisognoso di calore. Doveva riprendersi per poter portare almeno Sergio sano e salvo a casa.

Parcheggiarono e Dante uscì per primo, raggiunse Sergio e questo si aggrappò al suo giacchetto per sorreggersi. «Me fa schifo», mentì Dante, non riuscendo a rimanere zitto un secondo di più. Doveva fare qualcosa per non farlo scappare. «Che?», domandò Sergio. «Ah» illuminazione divina un secondo dopo; peccato, Dante era pronto a mettersi nuovamente in ginocchio per spiegargli il soggetto della sua affermazione. «Meno male», aggiunse Sergio dopo un intero minuto, con il culo sulla sedia del locale.

«Sei tu che m'hai obbligato», commentò Dante, si stava trattenendo dal fare una bella scenata dai toni e gesti teatrali, monologo velenoso contro un Sergio decisamente sottotono. «E non t'è manco dispiaciuto» gli fece notare. Poteva fingere, far finta di nulla, ma Dante lo aveva sentito gemere e non poteva essere solo merito dell'MD.

Era come affogare [boyxboy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora