•Capitolo 17•

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Buona lettura! 📖♥️

***

«Tu lo sapevi?» domandai a papà, le braccia incrociate sul petto, una volta che io e Andrew arrivammo a casa.

Era l'ora di pranzo e lui sembrava alle prese con la cucina. Stava accendendo i fornelli, la fiamma che prendeva vita sotto una pentola.
Non appena la mia voce gli giunse alle orecchie, si voltò di scatto nella nostra direzione.

«Può darsi.» Rivolse un sorriso compiaciuto e complice a Drew, il quale mi cingeva ancora per le spalle. «Finalmente siete arrivati.» E tornò a porgere tutta la sua attenzione a quello che stava facendo prima che noi arrivassimo. «Sto preparando pasta al tonno e pomodoro.» Strofinò le mani, l'aria allegra. «Questa mattina non sono andato a lavoro per preparare.»

«Da quando in qua ti dai alla cucina?» domandò Andrew perplesso, facendomi ridere.

«Da mai», gli risposi io, guadagnandomi l'occhiataccia di papà.

E proprio in quell'istante mi ricordai della questione della professoressa, ma portai il pensiero in un angolo recondito della mia mente, preferendo parlargliene in un altro momento. Quando ci saremmo trovati da soli.

«Vorrà dire che me lo gusterò da solo.» Sorrise sornione e quel sorriso mi ricordò moltissimo quello del ragazzo al mio fianco.

Mi scaldò il cuore.

Sfilando via da sotto la presa di Drew, mi avvicinai ai fornelli, lo stomaco che prendeva a brontolare con fragore e allungai il collo verso la pentola accanto a quella sotto la quale aveva appena acceso il fuoco. Mi leccai il labbro inferiore. Aprii il cassetto delle posate, acchiappai un cucchiaio sotto i loro sguardi da avvoltoi e ne catturai un pochino. Me lo portai alle labbra e non appena il sapore buonissimo, saporito al punto giusto, mi invase ogni senso, mugolai di piacere chiudendo gli occhi. Lo assaporai con gusto. «Mhm...» mormorai in completa estasi. «Complimenti papà, è squisito», mi congratulai, prima di sporgermi per prenderne ancora.

«Ehi, ehi, ehi.» Andrew me lo tolse di mano, chinandosi al posto mio sotto le mie proteste. «Deve assaggiarlo il palato di un vero esperto.»

Rabbuiandomi, lo osservai affondare il cucchiaio nella pentola con aria vogliosa.

«Tutte scuse» borbottai fulminandolo. «Sappiamo chi ha il palato migliore qui dentro.»

«Certo che lo sappiamo» intervenne papà, divertito. «Il sottoscritto.»

Andrew gli rifilò un'occhiataccia, ma quel contatto fulminante si spezzò in fretta. Andò completamente in frantumi non appena assaggiò quella delizia.

«Porca puttana», imprecò scioccato, mentre ne prendeva ancora. «Spacca, cazzo.»

Papà rise. «Lo so.»

Lo fermai, afferrandogli il cucchiaio. «No, tocca a me!» Avevo molta fame e quel sugo era troppo buono.

Andrew mi pungolò con i suoi occhi cristallini, tirando il cucchiaio verso di sé mentre io facevo lo stesso.

«L'ultima» disse, ma io scossi il capo.

«Una volta per uno, e poi questo è il mio cucchiaio!» protestai tirando la presa.

Lui sollevò un sopracciglio scuro, seguito a ruota da me. Continuammo a lungo una lotta per il possesso di quel cucchiaio, finché papà non ci interruppe con un sospiro.

The Bad boy's SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora