•Epilogo•

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Instagram: Savemeangell

Buona lettura dell'ultimo capitolo 📖 ♥️

***

La spiaggia era deserta. Sapevo di stare sognando. Il cielo era viola e nessun cielo che conoscessi realmente poteva avere quel colore. Fissavo l'oceano azzurro in piedi, i capelli che si sollevavano a causa del vento che c'era quel giorno. Mi strinsi le braccia al petto, strofinandomele per scaldarle. Nonostante niente di tutto questo fosse reale, sentivo freddo. Oppure, magari, era la sensazione che provavo dentro. Non avrei saputo dirlo.

Qualcosa di colpo cambiò nell'aria. Fui investita da una raffica d'aria calda.

Lui era qui. Lo capii ancora prima di voltarmi.

«Sei in ritardo», gli feci notare, visto che avevo atteso un bel po'. Mi voltai.

Aaron, nonostante ci trovassimo in una spiaggia, era vestito come sempre di tutto punto con la sua giacca alla marinara che gli si apriva intorno al corpo longilineo a causa del vento. I capelli erano tornati di quel biondo pallido, quasi bianco, che lo aveva sempre contraddistinto.

«Non sono in ritardo.» Mi venne incontro. Mi rivolse un sorriso appena accennato, fin troppo umano, che stonava con la sua espressione dura del solito. «Non c'è tempo in questa dimensione.»

Aveva ragione, e sapeva che lo stavo solo prendendo in giro, visto che tempo prima me l'aveva spiegato. Tutto d'un tratto lui smise di camminare. Scomparve e ricomparve proprio di fronte a me, scrutandomi in silenzio, gli zigomi già pronunciati sollevati a causa del sorriso che gli distendeva le labbra.

Aaron era bellissimo, ma adesso il mio cuore apparteneva a Noah. Nonostante questo, a chiunque sarebbe risultato difficile non notare la perfezione dei suoi lineamenti casellati o il colore scuro come petrolio dei suoi occhi.
Non lo vedevo dal giorno del bacio, ma diverse volte avevo percepito la sua presenza nella mia stessa stanza. E ogni volta lo avevo chiamato, chiedendogli di mostrarsi, ma lui non lo aveva mai fatto. Comunque, non ce l'avevo più con lui, anzi gli ero immensamente grata per quello che aveva fatto per me. Non appena ero giunta in quest'isola, dopo avere preso sonno, non ci avevo messo molto a comprendere che fosse opera di Aaron. Non era la prima volta che succedeva. I miei sogni di solito avevano più dettagli, i suoi invece ne erano sempre stati privi. Come se pensasse ai luoghi per averli visti in delle immagini e mai realmente, cosa impossibile per qualcuno che viveva da moltissimo tempo. Era come se avesse una fredda visione del mondo.

«Grazie Aaron.» Tutto il resto mi sembrava superfluo. «Quello che hai fatto...Be', é stato molto gentile da parte tua.»

Lui mi fissò per un lungo momento in silenzio prima di parlare. «Meriti un lieto fine, piccola umana.» Sollevò una mano e mi accarezzò una guancia, uno strano lampo di dolore intriso negli occhi. «Non devi ringraziarmi.»

Deglutii a vuoto, una brutta sensazione alla bocca dello stomaco. «Te ne andrai, vero?» mormorai, un dolore sordo al petto. Me lo sentivo fin dentro le ossa. «Non ti rivedrò più?»

Aaron abbassò la mano e per la prima volta realizzai che per tutto questo tempo lui aveva realmente tenuto a me. «No» ammise in un sussurro. «Non fino a quando la tua anima non lascerà il tuo corpo.» Quando morirò, detto in parole povere. «Ma baderò a te e anche ai tuoi genitori, così come é sempre stato.»

«Perché?» sussurrai, le lacrime agli occhi. Lui era stato una persona importantissima per me e non volevo che se ne andasse. Soprattutto non per sempre. Per sempre era un tempo troppo lungo. «E poi, come mai non li ho mai visti da fantasmi?»

The Bad boy's SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora