ELLIE'S POV

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Corro, ho le lacrime agli occhi ma corro, non conosco il posto non so dove sono (dato che tutto ciò è successo in un solo giorno) ma corro, ho le gambe che mi cedono ma corro il mio unico desiderio è correre sempre più lontano da quella casa, sempre più lontano da lui che lo avevo già classificato come un punto di riferimento in famiglia.

Ha ragione Davide dovevo morire con i miei genitori, ma non voglio morire non adesso che sono legata a lui.

Un pensiero mi affligge "perché, di tutte le persone che c'erano a bordo di quell'aereo, perché proprio io sono sopravvissuta?!?! Perché proprio io?!?!"

Notai che ero arrivata in un parco veramente grande pieno di alberi, cespugli, lampioni e panchine.

I lampioni illuminavano la vegetazione ben curata, riflettevano il verde delle panchine che puzzavano di pittura fresca. Con la loro luce fioca potevo notare l'albero accanto a me, era immenso, sembrava un albero secolare la cui cima sembrava potesse toccare il cielo.... Sembrava potesse arrivare nel posto nel quale si trovavano i mini genitori.

La lacrima, che si era fermata ritrovandosi sospesa sulla mia guancia a quella visione magnifica, si ritrovò a dover rigare le mie labbra.

Ad un tratto feci qualche passo per poter raggiungere quel maestoso albergo, mi ritrovai ad appoggiare la mano sul suo possente tronco per poi appoggiare la mia fronte e chiudere gli occhi. Un pensiero mi passò nella mente e dissi tra me e me -''vi raggiungerò''- e detto quello incominciai a scalare il tronco dall'albero infilando le mani nelle uniche fessure che trovavo (scommetto di aver disturbato il sonno ad alcuni scoiattoli purtroppo). Non ero brava ad arrampicarmi di fatti il mio piede cedette allal'appoggio che avevo trovato ferendomi al gomito e al ginocchio facendo uscire poche gocce di sangue.

I rami erano molto più vicini dopo nemmeno 5 minuti, erano possenti, non quanto il tronco che li soreggeva, ma anche loro facevano la loro figura. Misi le mani su due rami vicini e incominciai la mia arrampicata su di essi. Ogni volta che la cima si fece più vicina, le lacrime incominciavano a scendere senza che io potessi controllarle.

Arrivai su in cima dopo essere scivolata varie volte, sembrava che mi potessi immergere in quel blu appartenente alla notte addobbato da qualche costellazione che non faticavo a riconoscere.

Mi rivolsi ad Orione, a quelle tre stelle confinanti, e gli dissi quasi urlando -''mamma!! Papà!! Aiutatemi vi prego voglio venire con voi, voglio stare con voi per sempre vi prego strappatemi da questa vita che non riconosco più''- le mie lacrime continuavano a scendere senza sosta, senza che io potessi controllarle.

Mi allungai sempre di più verso il cielo tendendo la mia mano sempre di più verso Orione.

Ad un tratto sentì una voce, una voce inconfondibile, una voce rassicurante.

Ritrassi la mano per poter vedere ai piedi di quell'albero la faccia di quella persona che tanto ho sperato di rivedere prima di....morire

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