Un tonfo pesante nell'aria sentii improvvisamente.
Mi alzai subito in piedi, la frenesia e la velocità con cui mi ero svegliata mi fecero venire un capogiro.
E di nuovo un rumore enorme.
Vidi delle fiamme in lontananza, e dei lamenti simili a delle urla.
Presi Cucciola immediatamente in braccio e con il cuore in gola cercai di avvicinarmi lentamente a quello che mi sembrava essere il caos.***
"Via ragazzi! Via!" Urlava Mark in preda al panico.
Mentre si faceva spazio tra i fumi e le fiamme cercava di proteggere i suoi colleghi, come un capo degno del suo nome. Non stava pensando più alla sua vita, ma solo a quella dei suoi compagni di viaggio.
Ad aiutarlo nell'impresa di sopravvivenza c'erano anche Gabriel e Steven, inarrestabili anche loro.
L'impatto fu tremendo, non che non se lo aspettassero.
Immaginate un'area costernata di pace ma di trappole mortali. Un area in cui non era ammesso nessuno.
La loro navicella, intrusa in questo spazio, aveva interrotto la pace che aveva regnato per millenni probabilmente.
Il terreno inizió a tremare come se fosse arrivato improvvisamente un forte terremoto, la terra si alzò verso il cielo creando un enorme nube di fumo nero che sembrava fosse diventato buio improvvisamente, quando erano appena le 8 di mattina. Sarebbe più corretto dire, le 8 di mattina intesa sulla Terra (non era ancora chiara la tempistica di Tix e il calcolo dei giorni).
Inoltre l'atterraggio fu talmente violento che, un'elica della navicella si spezzò in mille pezzi.
In conclusione la visione era quella di un ammucchio di disordine e fracassi da rendere la situazione un completo disastro.
Gli alieni attaccavano come se non ci fosse un domani dalle loro capsule, il nemico era arrivato e andava annientato, quindi l'oasi si paradiso era diventato un vero e proprio inferno.***
- Allora tesoro, dov'è la nostra Maya?
Ian guardò Ellie, confuso e stornato dai farmaci, ma abbastanza lucido da rimanere l'uomo orgoglioso di sempre.
- Se anche te lo dicessi, non potresti mai andare da lei.
- Non costringermi a farti del male.
Ian le rise in faccia e di gusto.
Quella donna lo mandava in bestia, gli faceva salire una rabbia incredibile, ogni volta che sentiva anche solo il suono della sua dannata voce il sangue gli ribolliva in testa.
Eppure l'aveva amata, come diavolo era possibile?
- Preferisco essere morto, piuttosto che dirti dove si trova nostra figlia.
Ellie respirò a lungo, si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, prese dalla tasca del suo lussuoso giaccone di pelle nera uno specchietto, si guardò il trucco disegnato sulle labbra e uscì dalla stanza con quel rumore antipatico dei suoi tacchi a spillo.
Guardò dal vetro l'immagine distrutta di suo marito, o ex marito a questo punto, e schiacciò il bottone della presa elettrica.
Lo vide contorcersi e urlare dal dolore, ma quell'immagine non la infastida affatto, anzi. Tutt'altro. Si sentiva vittoriosa e potente.***
Avevo freddo, le mie mani erano viola. Per fortuna con Cucciola in braccio la mia temperatura corporea aveva trovato un po' di pace.
Mi scorciai a guardare meglio quando vidi degli uomini e forse qualche donna ripararsi dalle fiamme e dai colpo che gli venivano gettati addosso.
D'impeto cercai di capire se c'erano feriti o morti ma lo shock mi gelava le gambe, come se fossero inchiodate. Come se fossi invasa dalle sabbie mobili.
Ero stanca, ero distrutta e terrorizzata a morte.
Quello che stavo vedendo era a dir poco una tragedia.
La mia specie, il luogo da cui sentivo di provenire, stava vivendo il caos ed io non potevo fare nulla, non riuscivo a muovermi e sentivo solamente le lacrime scendermi sul viso, e i singhiozzi strozzarsi in gola.***
Tua madre è venuta a prendermi.
Non uscire di casa, non usare telefoni, non accendere le luci. Aspettano solo questo per prendere anche te.
Resta al sicuro, e fai la brava ti prego.
Niente colpi di testa.
Mi fido di te, tesoro.
Tornerò presto, te lo prometto.Ti voglio bene,
Papà.Ps. Sono orgoglioso di te.
Al suo risveglio Stella, trovó il biglietto che Ian aveva scritto per lei mentre dormiva.
Aveva appena aperto gli occhi ma, sentiva già, di nuovo, la rabbia cavalcarle il corpo.
Oh no, di nuovo.
Corse in bagno e prima di iniziare a piangere si buttò dentro la doccia con l'acqua gelida per cercare di controllare e mettere a freno le sensazioni e le emozioni drammatiche di quel momento.
Se si fosse sentita male di nuovo nessuno questa volta sarebbe potuto andare in suo soccorso.
Era blindata in casa, al sicuro, sperava.
E doveva aspettare.
Suo padre sarebbe tornato, glielo aveva promesso. Ma cosa stava passando per proteggerla?
Solo il pensiero la terrorizzava.
Niente colpi di testa, Stella.
Si disse prendendo l'accappatoio e nascondendosi all'interno come per proteggersi.***
E allora decisi.
Urlai.
E il silenzio improvvisamente caló.
Le gambe mi tremavano, ma non avevo altra scelta.***
Sentirono un urlo e la videro, finalmente.
Capelli color corallo, occhi grandi e spaventati.
"Maya". Disse Mark.
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La ragazza senza nome
Science FictionUna ragazza dai riccioli color corallo si risveglia in un'isola apparentemente incantata dal verde degli alberi e dai colori meravigliosi dei fiori, non ricordando nulla di se stessa e della sua vita. Come è arrivata fin lì? Da quanto tempo si trova...