La consapevolezza della diversità mista alla paura del futuro. Non avevo ben capito le loro intenzioni ma ero spaventata e terribilmente in ansia verso cose che non conoscevo.
Seppur ignara dell'universo che mi circondava, seppur in condivisione con esseri diversi da me, il mio corpo richiamava il senso delle origini, un attaccamento speciale per chi? Questo ancora non lo sapevo, ma esisteva ed io, dovevo proteggerlo ad ogni costo. Io dovevo salvare me e chi ancora non conoscevo, o meglio che non ricordavo.
"Aumm".
Non mi girai a cercare il suo sguardo ma lo sentivo addosso, lo sentivo pressarmi. Era evidentemente confuso dal mio stato d'animo diverso dal solito.
Avrei ripreso la via del mare, avrei cercato un modo per farmi notare, per farmi portare via.
Non sapevo se era la scelta giusta ma era quello che dentro di me sentivo di voler fare.
Improvvisamente la calma che fino a quel momento avevo mantenuto stava crollando. Ero agitata, confusa, e anche un po' arrabbiata.
"Aumm" disse ancora.
Presi la zattera poco stabile che avevo nel frattempo ricostruito, e la buttai in acqua.
Raccolsi quelle poche cose che avevo, come i miei vestiti che avevo lavato, presi Cucciola e mi avviai.
Lui mi fermò. Si mise improvvisamente davanti a me, leggevo nella sua espressione un misto di contenuti diversi, dal "chi sei?" al "cosa diavolo stai facendo e perché?" Ma non avevo intenzione di rispondere. Ero decisa a raggiungere qualcosa che mi avrebbe portato verso chi stava arrivando da noi, per avvertirli, e per sentirmi simile a loro e umana di nuovo.
"Lasciami", dissi decisa.
Non comprendeva la mia lingua, ma aveva capito dalla durezza del mio sguardo e dalla mia voce che non stavo scherzando e che non ero più la ragazza curiosa e instabile che aveva visto fino ad ora.***
Impauriti e confusi i 4 scienziati si misero a lavoro per decifrare al meglio il messaggio in codice arrivato dallo spazio per loro.
Era chiaro che si trattava di una legenda , di una mappa forse, e le parole nascoste erano diverse da qualsiasi lingua presente sul territorio terrestre.
Proprio per questo motivo avvertirono anche Samantha e Paul, i due unici matematici esperti, presenti a bordo.
"Abbiamo bisogno del vostro aiuto" disse Mark.
"Si, nessuno di noi ha una formazione matematica abbastanza preparata per questi generi di calcoli. A primo impatto sembrerebbe una specie di enigma da risolvere, ma non sappiamo davvero da dove cominciare" intervenne Gabriel.
Paul prese in mano la strana pergamena e se la rigirò più volte fra le mani, cercando di capire da dove iniziare.
"Allora, secondo me, per arrivare quanto meno al senso generale del messaggio dovremmo decidere un punto a caso di questo miscuglio di numeri e iniziare a esaminarlo" disse Samantha.
"Si, sono d'accordo con te collega, non vedo altra soluzione".
Steven li condusse verso la stanza di comando, dove potevano stare più tranquilli e iniziarono il lavoro, tutti insieme.
Per quanto potessero essere diversi fra loro, ognuno aveva una formazione specifica verso una materia in particolare, e questo li avrebbe aiutati a interpretare meglio quei simboli.
Quello che saltò immediatamente all'occhio era la presenza quasi assidua della sezione aurea presente in natura e non solo.
Si trattava di una successione di numeri e proporzioni presenti in natura e non solo in una maniera, geometricamente perfetta, come se volessero identificare uno spazio o un luogo in appartenenza a loro, a chiunque fossero loro.
Era un punto di partenza piccolo e al momento poco significativo dato che quella proporzione era ed è la più utilizzata in matematica e in tutte le altre materie fisiche ed umane ma, era pur sempre un inizio. E da qualcosa dovevano pur iniziare.
***Stella soffriva fin da piccolina di attacchi di panico e dentro di se in quell'esatto momento stava per averne uno.
Fece un lungo respiro e appoggiò pesantemente i gomiti sulle ginocchia rannicchiando la testa fra di essi.
"Ragiona Stella, ragiona" continuava a ripetersi.
Ian tentò di avvicinarsi ma la figlia in un gesto impeto, lo scansò via.
Aveva il viso ricoperto dalle lacrime e il trucco le colava dagli occhi rigandole di nero le guance rosse dalla rabbia.
Si alzò improvvisamente in piedi, andò velocemente in camera raccogliendo quelle poche cose che aveva avuto il tempo di portarsi via da casa di sua madre e si avvicinò alla porta.
"Dove vuoi andare?" Chiese Ian preoccupatissimo.
"Vado a riprendermi mia sorella dato che tu non vuoi farlo!"
Ian era consapevole della condizione fisica di Stella e conosceva alla perfezione lo stato d'animo del suo corpo e della rabbia che stava tentando di controllare sua figlia per non scoppiare, per questo cercava di misurare le parole.
Il problema era mantenere la calma.
"No. Tu non vai sa nessuna parte!"
Boom. Eccolo il crollo psico-fisico di Stella.
"Tu non mi dirai mai più quello che devo e non devo fare! Tu non sei così diverso da mamma!"
Urlò improvvisamente la ragazza.
"Shhh calmati! Non uscirai da questa casa". Disse Ian mettendosi davanti la porta precipitosamente.
"Hai portato via Maya e non sappiamo nemmeno se è viva!"
"Lo so, ma non avevo altra scelta cerca di capirmi".
La mente di Stella era un vero caos. Consapevole del fatto che suo padre aveva agito in buona fede.
Consapevole del fatto che soffriva quanto lei per la scomparsa di Maya.
E consapevole del fatto che era Ellie, sua madre, la colpevole di tutto ma... Non poteva non essere arrabbiata per avergli omesso questa enorme verità sulla persona più importante della sua vita.
"Potevamo portarla ovunque. Dall'altra parte del mondo, oltreoceano, In Giappone, In Irlanda, in Africa, ovunque papà! Ma su questo mondo! Su questa Terra!"
"Sarebbe stato inutile Stella. Tua madre ha conoscenze ovunque, l'avrebbe ritrovata!"
"E noi l'avremmo portata via di nuovo!"
Non ci vedeva più dalla rabbia, mista alla delusione e alla paura di non rivedere mai più sua sorella.
In quel delirio totale che aveva dentro e fuori se stessa, la dodicenne capii che aveva un solo modo per arrivare a scoprire, o a tentare di scoprire la verità.
"Fammi uscire", provó di nuovo a dire con calma.
"No".
Ma non c'era nulla da fare. Suo padre era irremovibile.
"Si mise le mani fra i capelli, lo guardò intensamente prima di prendere il vaso sul davanzale e lanciarlo contro la finestra.
Eccolo lì l'errore: la distrazione.
In un attimo di confusione Ian si staccò dalla porta e Stella uscì, correndo per le scale e per il cortile come mai aveva corso nella sua vita, il fiatone le soffocava il petto quasi.
Inutile i tentativi di Ian di raggiungerla, la vide sparire dentro l'autobus che stava fermando dall'altra parte della strada.
Una sola direzione adesso era importante da raggiungere per Stella: la Nasa.
***La senti improvvisamente nascere dentro quella sensazione di silenzio misto al caos della tua mente.
È un continuo delirio, è un continuo non sapere.
A volte non riesci a realizzare cosa sia esattamente quella sensazione di malessere interiore , ma qualcosa non va.
Il tuo corpo te lo dice.
E forse è lì, e forse è quello il momento in cui bisognerebbe riflettere.
Non lo sai veramente? O hai paura di accettarlo?Eccomi amici readers, chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento della storia.
Sono stata in vacanza 3 giorni e quando sono rientrata la storia "Principessa d'inchiostro" era totalmente sparita insieme a tutte le notifiche!!
Ho dovuto chiedere l'aiuto al supporto tecnico di Wattpad che dopo diversi giorni hanno ritrovato la storia con tutti i capitoli per fortuna!
Vi auguro una buona serata ricordandovi che potete seguirmi anche sul mio profilo Instagram: book_scrittrice dove ci sono dei miei diversi estratti e il link dove è possibile acquistare il mio libro.
Un bacio 😘
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La ragazza senza nome
Ciencia FicciónUna ragazza dai riccioli color corallo si risveglia in un'isola apparentemente incantata dal verde degli alberi e dai colori meravigliosi dei fiori, non ricordando nulla di se stessa e della sua vita. Come è arrivata fin lì? Da quanto tempo si trova...