29. Her

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[Her]

"Piccola, buongiorno."

"Giorno." Risposi sbadigliando.

"Non me lo dai un bacio?" Sbuffai.

"Non ne ho voglia, Harry."

"E dai, piccolo. Non devi limonarmi, ma almeno un bacetto mi è concesso."

"E va bene." Roteai gli occhi e gli diedi un bacio a fior di labbra. "Basta ora."

"Che ti prende?"

"Niente, perché?"

"Sei strana."

"Non sono strana."

"Invece, sì." Si voltò a guardarmi. "Ieri non eri così. Anzi, eri dolce."

"Lo sai meglio di me che le persone cambiano."

"Non da un giorno all'altro."

"Forse perché ho capito a che gioco stai giocando. Insomma sei dolce e premuroso perché vuoi portarmi a letto, per poi sbandierare ai quattro venti che ci sei riuscito."

"Ti sbagli, piccola."

"Menti, perché hai sempre fatto così con le ragazze."

"Lo ammetto, ma non ho intenzione di farlo anche con te. Primo perché sei mia sorella e secondo perché tu hai qualcosa di diverso, qualcosa di speciale che ti fa distinguere dalle altre ragazze."

"E cosa sarebbe?" Risi nervosamente, scuotendo la testa.

"Non lo so, ma è qualcosa che hai solo tu."

"Sì, certo." Dissi, cercando di alzarmi.

"Ferma." Ai alzò e mi sollevò dal letto. "Dove andiamo, dolcezza?"

"Voglio andare al bagno e mettimi giù, so camminare benissimo da sola. Inoltre, smettila di usare verseggiativi con me." Lo folgorai con lo sguardo, ma almeno mi adagiò a terra.

"Va bene, piccola." Roteai gli occhi infastidita e rise. Mi seguì in bagno ma lo cacciai.

"Scordatelo, quella è stata la prima e l'ultima volta."

"Ne sei sicura?" Sussurrò in un soffio e poggiò la sua fronte con la mia.

"S-sì." M diede un bacio all'angolo della bocca e scese verso il collo lasciando dei languidi baci umidi.

Chiusi istintivamente gli occhi e dalle mie labbra uscì un gemito di approvazione. Mordicchiò un lembo della parte scoperta del collo e succhiò avidamente fino a che non assunse un colorito violaceo. Sussultai per il dolore e vi passò la lingua varie volte.

"H-Harry basta." Il suo nome uscì a sbuffi. Non riuscivo a trattenere una certa eccitazione provenire dal basso ventre. "Harry, smettila." Lo spintonai.

"A me è parso ti piacesse."

"Devo farmi un bagno."

"Cambi discorso perché non sai più cosa dire." Disse malizioso.

Aveva ragione, ma non lo dai e vedere e cambiai di nuovo discorso.

"Non so di cosa stai parlando e faremo tardi a scuola."

"Possiamo anche non andare oggi."

"Io voglio andarci, anche perché oggi torna Kylie."

"E chi è?"

"La mia migliore amica."

"Ah sì, quella che sbava dietro a Zayn." Ridacchiò.

"Non gli sbava dietro." La difesi.

"Sì, come no." Scoppiò in una fragorosa risata.

"Smettila di sfotterla."

"Ok, scusa." Tornò serio.

"Ora esci, devo lavarmi."

"E va bene, ma sappi che hai vinto solo questo round."

»»»

[Her]

"Ti porto in macchina, però ti faccio scendere prima, non posso farmi vedere con te."

"E perché no? Ormai sanno tutti dei nostri genitori."

"Forse Zayn e Niall lo sanno, ma gli altri no e per ora non voglio che la voce si propaghi. Rovinerebbe la mia reputazione."

"Ah sì, scusa." Risposi irritata.

Poco dopo intravidi il cancello della scuola a pochi metri dalla monovolume nera e la parcheggiò poco prima di quest'ultimo. Scese e mi aprì la portiera facendomi scendere.

"Ciao piccola, a dopo." Si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia, ma mi distanziai senza nemmeno rivolgergli un saluto.

"Hollie, che ti è successo? Sono mancata pochi giorni e mi hanno detto che hai parlato con il preside." Ma accigliai pensando a chi potesse averglielo detto, ma rinunciai presto a saperlo, conoscendola non me lo avrebbe detto.

"Lunga storia." Cercai di sviare in tutti i modi possibili il tasto dolente, ma inutilmente.

"Voglio sapere." Disse, frignando come una bambina di cinque anni ed iniziando a saltellare.

Lo faceva sempre ed ammettevo che il suo metodo era efficace, perché avrei ceduto pur di evitare figure di merda.

"E va bene!" Sbuffai. "Ma finiscila, ci stanno guardando tutti."

"Perdonami." Le sorrisi ed entrammo nel corridoio dell'edificio. "Prima che racconti, sai che hanno trasferito Luke in una scuola ad Oxford?"

"Mmm." Mi irrigidii, sentendo pronunciare quel nome.

"Non ne capisco il motivo, onestamente."

"Sono stata io a chiedere il suo
trasferimento."

Brothers - h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora