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Inspiro a pieni polmoni mentre cammino tra i corridoi bianchi impregnati di disinfettante di questa clinica. Un camice dello stesso colore nasconde la mia maglietta a righe e buona parte dei miei jeans chiari, proteggendomi dall'aggressività dell'aria condizionata di questo posto.
Accanto a me cammina il dottor Lodges, il mio tutor per il tirocinio nonché fisioterapista specializzato in terapie sportive. Mi parla dei compiti che dovremo svolgere questo pomeriggio, mi informa sui pazienti che incontrerò oggi per la prima volta e mi dà qualche direttiva circa il comportamento da mantenere e come dovrò svolgere i compiti che mi assegnerà.

Col signor Taylor ci vorrà quanta più delicatezza possibile, visti i suoi 89 anni suonati. Con la signorina Melvis invece ci vorrà vigore, perché è un'atleta importante e ormai le sue articolazioni sono come diventate terapia-repellenti, in quanto troppo abituate a sottoporvisi.

Tutte cose che sapevo già, perché le ho studiate abbondantemente. Eppure, verificare di persona, con la pratica, che quanto appreso sui testi universitari è realmente applicabile alla vita vera è entusiasmante.

È stimolante fare un tirocinio in questo ambiente, perché è esattamente la tipologia di clinica in cui vorrei lavorare una volta ottenuta la mia tanto agognata laurea. Giornate intense, senza momenti di pausa, pazienti con casi delicati e sportivi di un certo calibro che affidano a noi la loro carriera.

Il mio primo giorno di tirocinio è stato soltanto ieri e al momento mi trovo all'inizio della seconda ora di questa giornata, eppure mi sento come se avessi già appreso tantissime nozioni nuove.

Certo, anche fare caffè alla macchinetta e distribuirlo nei vari ambulatori dei medici rientra nelle nuove nozioni apprese, il che di certo non mi entusiasma come l'azione sul campo, ma ho avuto modo di affiancare il dottor Lodges in qualche terapia oppure anche solo osservarlo, soprattutto osservarlo, e credo di aver imparato di più in sei ore di tirocinio rispetto che in più di due anni di università.

Certo, i libri sono importanti, sono la base della conoscenza e dell'apprendimento, gettano le fondamenta. Ma senza la pratica, la conoscenza è vana. Le fondamenta non bastano, è necessario tirare su le mura, mattone dopo mattone, per poi saldare un solido tetto in cima, altrimenti è tutto inutile. Una casa con soltanto le fondamenta non è una casa, e io mi sento di aver messo il primo mattone delle mie mura giusto ieri. Sono impaziente di porre il secondo e fissarlo al primo col cemento. Sono impaziente di vedere come sarà casa mia.

E se io sono impaziente di apprendere cose nuove in questa mia esperienza, appena mettiamo piede nell'atrio della clinica per spostarci da un reparto all'altro, noto un uomo che pare essere piuttosto impaziente di parlare con un medico. Ipotesi che viene confermata quando questo si accorge della nostra presenza, seppur sia soltanto di passaggio, e ci corre incontro per fermare il dottor Lodges.

Seguo a malapena quanto blatera, troppo innervosita da quel tono di voce ansioso e arrogante con cui etichetta con cattivi nomi la segretaria perché gli ha riferito che nessun medico ha tempo per visitare il suo cliente e gli ha suggerito di portarlo al pronto soccorso poco lontano da qui.

Sinceramente non vedo quale sia il problema, essendo questa la procedura. In seguito a un trauma, la prima cosa da fare è recarsi al pronto soccorso e, soltanto una volta ottenuta una diagnosi, ci si rivolge alle cliniche specializzate in fisioterapia per ricevere un trattamento adeguato alla situazione. Una semplice clinica, per quanto rinomata ed eccellente sia, non può avere una visione a tutto tondo sulle condizioni di un paziente, proprio perché specializzata in un solo campo; è per questo che ci si deve recare all'ospedale, per avere una visione totale sulle proprie condizioni. Ciò che potrebbe sembrare un semplice trauma sistemabile con della fisioterapia, potrebbe in realtà celare qualche problema che la fisioterapia non può risolvere e che un medico specializzato in quest'area potrebbe non riconoscere.

Rise Up || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora