Supersonic

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«Mi offriresti una sigaretta?» la voce di Bev fece trasecolare Richie, troppo impegnato a girare il tabacco nella sua cartina per rendersi conto del fatto di essere stato pedinato fino alla panchina poco distante dall'ingresso della scuola: il suo angolo di pace che accoglieva i suoi momenti di riflessione. Già, perché a dispetto del pensiero comune, anche Tozier ogni tanto si fermava a pensare. Di tutta risposta, il corvino inarcò le sopracciglia, prima di sospirare sconfitto. Poche settimane e quell'inferno sarebbe finito, poche settimane e avrebbe potuto evitare per sempre ciascuno dei Perdenti.

«Sai farlo?» domandò, passandole la bustina con tutto l'occorrente necessario. Bev annuì pacatamente, prima di indicare con un cenno il posto di fianco al ragazzo. Quest'ultimo spostò lo zaino, poggiandolo tra le gambe e facendole spazio per accomodarsi, poi portò lo sguardo sulle dita di lei, che abilmente pressavano il tabacco. Gli mancava passare i pomeriggi con Bev, quei tempi in cui fumare una sigaretta di nascosto li faceva sentire più adulti di quanto in realtà fossero, quando per potersi permettere un pacchetto da dividere in due riempivano giornalmente un barattolo con i risparmi che riuscivano a racimolare. Quando fu pronta le allungò l'accendino, poi si perse per un attimo a fissarla mentre sbuffava via il primo tiro con gli occhi a malapena socchiusi. Era cambiata: la cascata di capelli rossi ora le ricadeva morbida oltre le spalle e il viso non era più quello tondo e paffuto di una bambina, bensì caratterizzato da angoli ben definiti che la facevano assomigliare ad una donna vera e propria. Era sempre stata bella, non a caso Bill e Ben avevano perso la testa per lei fin da subito (non dubitava che anche agli altri non fosse passata inosservata, in fondo era l'unica ragazza che si degnava di rivolgere la parola ad un gruppo di perdenti senza vergognarsene) ma in quel momento lo era ancora di più.

«Che intenzioni hai, Richie? - il corvino le indirizzò uno sguardo interrogativo che venne ricambiato da uno carico di desolazione. - Non guardarmi così.» lo avvisò, girandosi tra le mani l'asticella fumante.

«Cosa vuoi che ti dica?»

«Niente, non voglio spiegazioni, né tantomeno pretendo che le cose tornino com'erano prima. - mormorò affranta, accavallando le gambe, scoperte dal ginocchio in giù per via dell'abito a fiori che indossava. - Solo, ti prego, non illuderlo.» allora era di quello che si trattava: Eddie aveva raccontato agli altri dei pomeriggi che avevano trascorso assieme per studiare. Non che ne fosse stupito, in fondo i Perdenti restano uniti, nel bene e nel male.

«Sei fuori strada, Bev. Io non illudo nessuno.» si maledì per la fretta con cui aveva pronunciato quelle parole; anni di menzogne non gli avevano insegnato assolutamente nulla. Beverly fece comunque finta di non sentirlo, l'espressione del suo volto rimase immutata.

«Io l'ho vista, okay? - Non c'era tono accusatorio nella sua voce, non era un rimprovero quello che gli stava rivolgendo. - L'espressione di Eddie, intendo. Può aver illuso Bill, ma non me. Lui... ci spera, ci crede davvero. - un sorrisetto triste smussò le sue labbra, durò solo pochi istanti e fu accompagnato da uno sguardo perso nel vuoto, come se stesse ricordando qualcosa. - Posso dirti, con assoluta certezza, che non sopporterebbe un'altra delusione da parte tua.»

«Mi stai chiedendo di stargli lontano?» Beverly rimase in silenzio per alcuni secondi, ponderando le parole da usare. E proprio come il più folle tra i matti, Richie sperò che la ragazza gli imponesse proprio una cosa del genere, che gli ordinasse di stare alla larga da Eddie e da tutti gli altri.

«No, ti sto chiedendo di non farlo soffrire ancora, non lo merita. - gli sfilò l'accendino dalle mani e accese nuovamente la sigaretta. Era sempre così, quelle arrotolate si spegnevano continuamente, ma era il giusto prezzo da pagare se dall'altro lato vi era il vantaggio economico. - Dopo tutto quello che ha passato, se davvero gli hai voluto bene, glielo devi.» Gli aveva voluto bene sul serio? Quella era una domanda che si era posto spesso nel suo periodo di solitudine. Eddie era sempre stato diverso da tutti gli altri e lui aveva avvertito il bisogno di seguirlo e stargli accanto in ogni situazione fin da subito. Eppure, con altrettanta dedizione, non ci aveva pensato due volte ad escluderlo dalla sua vita. E perché? Magari era troppo spaventato da se stesso? Voleva seriamente illudersi di aver fatto quello che aveva fatto per proteggere Eddie? Balle. Il suo era stato puro egoismo, spirito di sopravvivenza e terrore del giudizio. Aveva pensato unicamente al proprio benessere, fregandosene dei sentimenti delle persone che professava di amare.

Beep-Beep Richie [Reddie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora