«Coraggio, Eddie. Gli idrocarburi aromatici si differenziano da quelli alifatici per...?» Beverly, seduta a gambe incrociate sul divano, tenne il libro ben vicino al volto per non permettere al compagno di spiare la risposta. Non che il castano fosse solito barare, lui preferiva andare avanti a testa alta, affidandosi unicamente alle proprie conoscenze e capacità. Richie, più volte in passato, l'aveva etichettato come "schifosamente onesto", facendo passare quella sua caratteristica come un problema. Forse, proprio per dimostrare al compagno di avere torto marcio, aveva cominciato a raccontare delle piccole bugie a sua madre. Quando la sua coscienza lo canzonava si limitava a risponderle che quelle era bugie bianche, dette a fin di bene per quieto vivere. In fondo, cosa poteva succedergli se, invece di studiare in biblioteca, passava il pomeriggio alla Cava con i suoi amici? Almeno in quel modo sua madre non sarebbe finita per perdere quell'unico briciolo di raziocinio a sua disposizione e lui avrebbe potuto passare del tempo con i Perdenti. E con Richard Tozier, causa ed effetto di tutti i suoi guai fin dalla più tenera età.
«Non mi ricordo.» sospirò, abbandonandosi con la testa contro lo schienale del divano e puntando lo sguardo sul soffitto. Bev arricciò il naso e mise il broncio, prima di chiudere il libro e sbatterglielo sullo testa. Apprezzava gli sforzi della sua amica per fargli entrare nella mente quella materia orribile, ormai era più di una settimana che passava i pomeriggi a casa sua per studiare in vista degli esami. Sapeva bene le motivazioni che spingevano la ragazza a comportarsi in quel modo: voleva distrarlo, occupare i suoi pensieri con stupide formule e definizioni che avrebbe dimenticato nel giro di ventiquattro ore.
«È la quinta volta che lo ripetiamo. Gli alifatici hanno una struttura a catena aperta, gli aromatici a catena ciclica. I legami sono-» la interruppe, sfilandole il manuale di chimica dalle mani e guardandola male.
«Possiamo ripeterlo anche cento volte, il risultato non cambia.» sbottò stizzito. Non voleva trattarla male, non se lo meritava, ma era troppo nervoso per riuscire a mantenere la calma e visto che fingeva un perenne stato di quiete in presenza di tutti gli altri, non se la sentiva di fingere anche con Beverly.
«Certo, se tu non ti concentri! Come farai al college? Sai che per laurearti in medicina hai bisogno di conoscere la chimica.» a queste parole schiuse le labbra, inizialmente intenzionato a risponderle per le rime, ma rimanendo, inspiegabilmente, a corto di parole. Non che non avesse mai fatto i conti con quella realtà, sapeva che per potersi realizzare avrebbe dovuto obbligatoriamente studiare quella maledettissima materia, però sentirlo dire a voce alta da un'altra persona l'aveva reso più reale e, inevitabilmente, più spaventoso. Perfetto. Adesso non aveva paura solo del proprio presente ma anche del proprio futuro. Qualcuno avrebbe potuto definirla crisi giovanile esistenziale, un passaggio necessario che prima o poi tutti i teenager devono affrontare.
Per lui era semplicemente terribile.
Odiava l'incertezza, il non poter programmare alla perfezione la propria vita secondo dopo secondo lo mandava in tilt. Il suo istinto, quello che da sempre lo guidava verso l'opzione migliore, lo stesso che lo aveva fatto consacrare come bussola del gruppo, sembrava essersi guastato.
«Scusami Bev, è solo che ho la testa altrove.» Beverly si morse un labbro, poi gattonò dolcemente dall'altro lato del divano fino a raggiungerlo, per posare la fronte sulla sua spalla e sospirare.
«Lo so che non è facile, ma a breve ci saranno gli esami e...»
«Ed io non riesco a non pensare a Richie che bacia e si scopa qualcun altro. Lo so.» solo pronunciare quelle parole gli fece venire la nausea. Ormai era diventato un tarlo, tanto insistente quanto doloroso, troppo radicato perché potesse essere cacciato via con un paio di sessioni di studio. Ma in realtà niente avrebbe potuto estirparlo. Non importava cosa facesse durante la giornata, né in che modo decidesse di occupare il suo tempo; ad un certo punto, quando si fermava, i pensieri scivolavano a quella terribile realtà. Richie stava con un ragazzo. Se gliel'avessero detto un paio di mesi prima si sarebbe fatto una grassa risata, ora invece avrebbe semplicemente voluto sparire dalla faccia della terra. Quale assurda ironia del destino? Il ragazzo di cui era innamorato da sempre dichiara improvvisamente di non essere etero, per poi trovarsi un fidanzato, senza degnare lui nemmeno di uno sguardo. Stupido Richard Tozier.
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Beep-Beep Richie [Reddie]
FanfictionDal testo: "Fu strano per Richie Tozier ripercorrere mentalmente tutto ciò che gli era successo ben quattro anni prima, ma al contempo inevitabile, dal momento che a distanza di così tanto, quasi per caso, si era dovuto rispecchiare nuovamente negl...