10) Io non sono un animale, sono un essere che ama chi non c'è

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* contenuti sessuali espliciti, linguaggio volgare, discorsi di natura sessuale *

Ti rivedo sempre lì, che mi dici che mi vuoi

La mia voglia è grande e scandalosa, ormai

Aria, ti respiro ancora sai

Nell'aria, ti scaccio ma ci sei

Voglia, tanta voglia dentro me

Una febbre che mi assale, io mi sento così male

La mia mente è chiara, ma a volte è più forte il sesso

Aria, quasi manca l'aria

Nell'aria, ci siamo ancora noi

Voglia, maledetta voglia che

A intervalli mi riassale 

Io mi sento così male

Io non sono un animale

Sono un essere che ama chi non c'è

Fabrizio's POV

Futura urlava come un'ossessa, dimenandosi tra le lenzuola sfatte.

Stava avendo un incubo, non c'era altra spiegazione.

E se non la svegliavo immediatamente, rischiava di soffocare, perché stava respirando a fatica.

Mi avvicinai lentamente al letto, e mi sedetti con circospezione sul bordo.

Dovevo fare tutto in modo lento e controllato, o rischiavo di procurarle un trauma.

Allungai appena un braccio nella sua direzione, sfiorandole il viso dolcemente.

- Piccolé, so' Fabrizio... stai a sogna', sa'? Nun è reale... svejate, torna qua... torna da me...

Futura non diede segno d'avermi sentito, ma continuò a gridare con tutto il fiato che aveva in corpo, e il respiro sempre più corto.

Mi presi la testa tra le mani, ero disperato.

- Te prego, svejate... svejate, bimba, nun è reale... - provai a poggiarle le mani sulle spalle, scuotendola piano - ... tesoro, apri l'occhi, torna qua... torna da Fabrizio tuo... - insistei, scuotendola poco più forte.

Con un ultimo strillo, che si bloccò a metà, Futura spalancò gli occhi.

Grondava di sudore, aveva il viso inondato di lacrime e tremava convulsamente, battendo i denti, ma perlomeno era sveglia.

Sospirai di sollievo.

- F-Fab? - balbettò a malapena, sbattendo velocemente le palpebre, le lunghe ciglia rivoltate che stillavano lacrime.

- Sì, tesoro... sì, so' qui...

- Che cosa...?

- Niente, c'hai avuto n'incubo... viè qua, sta' tranquilla... mo' ce penso io a te, sa'?

La attirai in un abbraccio tenero, ma concreto, per farle sentire tutta la mia presenza, tutto il mio amore e la mia dedizione, mentre le carezzavo piano la schiena madida di sudore.

- Fab...

- Sei congelata... - osservai, sfregandole piano le mani sulle braccia nude e fredde - ... c'hai freddo, pupetta?

Era fradicia di sudore, i vestiti incollati al corpo, eppure era fredda come il ghiaccio.

Com'era possibile?

Intimacy {Sequel of Hypochondria; COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora