16. Qualcosa manca

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Un solo, singolo attimo fu necessario per generare un'incommensurabile pandemonio. Le ire represse esplosero. Il giorno della vendetta si manifestò in un unico grido che squarciò il silenzio, e l'albatro volò via, per non fare ritorno. La ciurma della Perla Nera accolse l'ondata di pirati nemici, respingendoli e gettandoli in mare, mentre qualcun altro cadeva sotto le armi. Poi, con un balzo, tutto il combattimento si spostò sul ponte sudicio di salmastro della Coleridge. La nebbia non si diradò.

Se Gabriel era stato un pessimo capitano, Rowena non era senz'altro migliore. Erano senza Dio i pirati della Coleridge: potevano essere anche senza Capitano. Si precipitarono addosso a Rowena, che li respinse sventolando davanti ai loro occhi il cadavere moscio di Gabriel, che pareva sorretto solamente da un fine strato interno di cartilagine. Stranamente, la cosa funzionò, e le ostilità si trasferirono altrove.

Fu il momento per Sonia di scappare dalla stiva della Perla Nera, dove aveva trascorso ogni minuto della navigazione senza che nessuno s'accorgesse di lei o avesse notizia della sua presenza.

O forse sì: non era così sicura che Jack Sparrow fosse inconsapevole di lei. Probabilmente si era reso conto che, con o senza di lei, la differenza sarebbe stata minima. Sapeva che Sonia stava solo tentando di impedire che Rowena evocasse Lucifero dalle profondità abissali dell'oceano. E questo a Jack faceva ben poca differenza, ora che il patto era stato portato a termine e che mancava soltanto la parte di tesoro che spettava a lui. Si gettò nel combattimento. Nessuno fece caso a Sonia.

Tranne Rowena.

Quest'ultima era riuscita a raccogliere quei pochi che si erano arresi alla sorte e avevano deciso di darle ascolto. Che corressero a prendere le botti nella stiva, prima che un nuovo sole sorgesse! Non c'era più tempo da sprecare con gli arrembaggi e i tesori.

Mentre i pochi che avevano intenzione di farlo ubbidivano all'ordine, lo sguardo di Rowena si estese oltre la gente che si uccideva a vicenda, e incontrò la figura ben nota di Sonia Livingstone. I loro sguardi identici si incrociarono. Rowena ebbe un brivido, e lo stesso brivido lo ebbe Sonia: era come uno specchio. Non c'era niente di diverso nel guardare sé stessi riflessi nell'acqua o nel vetro. I vestiti erano diversi, molte altre cose non combaciavano. Ma entrambe le donne erano consapevoli che il riflesso era perfetto, e che non c'era nulla di differente.

- Dunque ci incontriamo ancora una volta! Sembra che tu non riesca a fare a meno di mettermi i bastoni fra le ruote! -

Sonia non ebbe paura, nonostante quella voce le facesse drizzare i peli sulla nuca: aveva intenzione di sfidarla a quattrocchi, senza che la sua codardia potesse intervenire.

- Io ti chiedo di usare la ragione! - ribatté Sonia apparentemente senza prestare ascolto alla provocazione di Rowena, - Non fare quello che stai facendo! -

- Dammi un motivo, almeno, per il quale non dovrei! -

Sonia non poteva darglielo: non le avrebbe creduto. Lei stessa si rifiutata di crederci.

Intorno, la battaglia infuriava.

Jack scaraventò a terra due pirati infilzati nella stessa lama come pezzi di carne su uno spiedino, e si voltò appena in tempo per impedire di essere colpito da un proiettile che gli proveniva da dietro le spalle. L'albero maestro della Coleridge era in fiamme. E presto in fiamme sarebbe stato anche il resto della nave.

Dalla stiva giunsero le prime botti. Rowena prese a ridere selvaggiamente, una risata primordiale che fece arretrare Sonia. La puzza del sangue contenuto in quei recipienti chiusi le causava un senso di nausea incontenibile, e anche per Rowena era così, ma quest'ultima non lo dava a vedere. Il totale abbandono alla follia del suo piano finalmente giunto a compimento la accecavano completamente.

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