7. La balia

84 6 0
                                    

Coleridge: un nome del quale la pronuncia era più che sufficiente per gettare chiunque nel terrore. Rowena ne era consapevole, e sorrideva a quella situazione. Non avevano a bordo teschi non morti, mostri raccapriccianti, resti umani rinchiusi in casse di legno, né emettevano nebbia al loro passaggio. Non avevano niente di inquietante. Quell'angelo a prua era perfino molto tenero. Era anche vero che il loro carico, nelle stive, era decisamente insolito, motivo per cui Rowena, non sopportandone l'odore, non scendeva mai nello scafo della sua stessa nave.

D'altro canto, pensò il Capitano della Coleridge, non c'era altra scelta per portare a termine il compito che le era stato assegnato. Non poteva seguire altre vie se non quella. E lui, lo spirito gemello... chissà dove si era cacciato.

Non le interessava saperlo. Rowena ammise a sé stessa, con rabbia e profonda frustrazione, che la sua esistenza non sarebbe mai stata possibile senza il suo spirito gemello. Ma chi lo aveva stabilito, poi? Rowena era l'unica, era la sola, non apparteneva al noma e al cognome di qualcun altro. Rowena era Rowena, era la Balia, e tutti la temevano.

Rowena era qualcuno; lo spirito gemello, invece, trascorreva la sua vita essendo niente. Sempre che fosse ancora vivo.

Rowena se ne stava tranquillamente a cavalcioni sul tronco orizzontale dell'albero maestro, lassù, in alto: lì si sentiva, più che "qualcuno"... semplicemente "tutto". Era straordinariamente gratificante scrutare la massa d'acqua che la circondava da lassù. Lo scenario forse era sempre uguale, ma riusciva sempre a sorprenderla. Rowena scosse la testa: non ricordava di essere stata mai sensibile a quel genere di bellezza.

Dopotutto si trattava di un panorama affatto originale: solo acqua, e acqua ovunque andassero, dal momento che per loro della Coleridge una vita della terraferma non era decisamente pensabile. Per Rowena lo sarebbe stato: non era come tutti gli altri pirati, anzi, non era una pirata, e non aveva quella stupida fobia filosofica della vita a terra. Semplicemente, i brocchi che si affaccendavano sotto i suoi piedi erano l'arma migliore per portare a termine la sua missione in modo rapido e pulito. Senza lasciare tracce.

Al termine del patto lei avrebbe riavuto ciò a cui anelava, e allora avrebbe anche potuto ritirarsi per vivere da donna per bene. Ma avrebbe davvero voluto lasciare il posto di Capitano a qualcun altro?

Rowena ci pensò soltanto un attimo. No... sicuramente no.

- Capitano! - chiamò l'accento francese di Gabriel. Rowena chiuse il suo libro di letteratura marinaresca e, afferrando una cima con l'altra mano, si lasciò semplicemente scivolare giù, dalla cima dell'albero fino al ponte, godendosi il morbido rigonfiamento che il vento creava nella vela ocra.

- Che cosa vuoi, Gabriel? - chiese lentamente ma seccamente, - Mi pareva di averti richiesto di non disturbarmi per nessun motivo. -

- Io non c'entro, Capitano, - si discolpò svogliatamente Gabriel - facendo ben trasparire il suo tono riottoso, - La ciurma vuole sapere quale sarà la nostra prossima tappa. -

- La ciurma dovrà accontentarsi del vento a favore, - replicò Rowena, - Non c'è nessuna prossima tappa, Gabriel, andremo dove andrà la marea. -

- Vorremmo sbarcare a Tortuga, non ci troviamo a grande distanza da lì, - azzardò Gabriel, lieto che l'espressione del suo Capitano non si vedesse dalla maschera che portava: un volto signorile bianco come lo zucchero, un neo dipinto sopra l'angolo destro della bocca, poi una seconda maschera disegnata che si allargava in due ventagli simili ad ali di farfalla, dietro i quali svettavano enormi piume di pavone. Gabriel si chiese come facesse Rowena a portare in testa tutta quella roba.

- Vi ho concesso di attaccare la Perla Nera, - ricordò Rowena alzando l'indice sottile e completamente ricoperto di fondotinta bianco, tanto da formare uno strato a sé di tintura pallidissima. - E non avete esattamente dimostrato un ottimo controllo della situazione. Che cosa mai potrebbe succedere se vi lasciassi liberi a Tortuga? Neppure dei cani bastardi proverebbero invidia per voi. -

༄ αℓвαтяσ - ιℓ ѕα¢яαмєитσ ༄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora