Prologo

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-Ma credi veramente che ci cascheranno?-

-ALY! Devo farlo! Ci sono cascati al colloquio... Come femmina nemmeno mi guardano, e poi abbiamo bisogno di quei soldi e nessuno di voi può farlo.-

Aly guardò Narcis, con le sopracciglia corrugate. -Sai che succederà se ti scoprono!- Sospirò infine.

Narcis sbuffò. -Da stasera sono Nancy la lavapiatti, smettila di preoccuparti. Nessuno ci conosce in questo branco, siamo appena arrivati, e Tyler ha bisogno di cure urgenti. Mi scambiano per una femmina, sempre...un filo di trucco e dei vestiti succinti e cambia la mia natura, ora sta tranquilla e occupati di nostro fratello.- Indossò la divisa da lavapiatti, si sistemò i lunghi capelli biondi in una treccia mise un filo di trucco e si guardò allo specchio. Era piatto davanti, ma poco importava, sembrava una piccola adolescente ancora in via di sviluppo. Aveva mentito su tutto, età, nome, e soprattutto sesso.

Il suo sesso per gli umani era biologicamente inesistente, ma non per i lupi. Gli Omega nascevano , maschi e femmine. Creature con apparati riproduttivi doppi. Le femmine avevano una specie di pene che usciva all'occorrenza, i maschi avevano delle ovaie e un utero. E potevano rimanere incinti. Lo sapevano bene loro. La loro madre era uno dei rari Omega maschi. Come lo era anche lui. Il suo aspetto effemminato lo aveva salvato sempre in ogni occasione, si spostavano una volta al mese, quando si avvicinava troppo il periodo del suo calore. Allora i maschi dei branchi lo riconoscevano e impazzivano. Scatenando litigi, e risse, per conquistarlo.

Era così da 5 anni, la loro vita, era quella. Sempre meglio della seconda opzione, finire in qualche laboratorio di riproduzione. Gli Omega maschi venivano presi e usati come riproduttori senza poter mai vedere i propri figli, usati e sfruttati come uteri in affitto da qualche Alpha che voleva un figlio "speciale". Digrignò i denti, mettendo le scarpe basse e infilò il cappotto, avviandosi al primo giorno di lavoro.

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-Nancy!- L'ennesimo grido del cuoco che gli spaccava i timpani.

-Sì, signore?- Anche la voce modulata in modo di risultare anonima.

-Quando hai finito con i piatti e le pentole, c'è da spazzare e lavare cucina e ristorante.-

-SÌ, Signore.- Rispose con il volto verso il pavimento. Non guardava mai nessuno negli occhi, gli occhi erano troppo rivelatori, di ciò che pensava veramente. Del fatto che se avesse solo potuto osare, li avrebbe uccisi tutti. Invece stringeva i denti, suo fratello e sua sorella avevano bisogno di lui.

Dopo la morte dei loro genitori, solo lui poteva occuparsi di loro, e per quella miseria, che quel bastardo gli dava come paga, sarebbe riuscito appena a sfamarli per qualche settimana. Sospirò finendo di pulire piatti e pentole. Portando la scopa, accese la radio e iniziò a fare le pulizie nella sala muovendosi a ritmo di musica e canticchiando le canzoni che passavano per radio.

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Black seguiva quell'odore ormai da quattro giorni nella cittadina, era diverso, e quando era sul punto di scoprire da chi provenisse, si perdeva, e lo perdeva. Era un odore che rimescolava anche il suo Lupo. Si passò una mano sul volto. Che cazzo gli stava succedendo? Era rientrato in città da due settimane, dopo che era andato ad una stupida riunione fra molti Alpha, che si litigavano i pochi Omega maschi, rimasti.

Già odiava che venissero strappati dai loro cari e li portassero nei laboratori per usarli come animali da riproduzione.

Era contrario da sempre a quella barbarie. In più, al suo ritorno, quell'odore che viaggiava per tutta la città. Grugnì, sbattendo un pugno sul tavolo, ed alzandosi per andarsene. Pit lo lasciava sempre in pace dentro, quando era ora di chiusura, perché sapeva che aveva bisogno di silenzio. Poi sentì una lieve musica dal lato ristorante. Il lato del pub era buio, e si avvicinò alla porta che divideva i due locali.

E la vide, una ragazzina che puliva e ballava canticchiando, ridendo su una nota musica pop del momento. Gli spuntò un sorrisino divertito, a vedere quella ragazzina acerba, che puliva e danzava a quell'ora della notte.

Aggrottò le sopracciglia.

A quell'ora della notte era ancora là a lavorare, ma che cazzo aveva nel cervello Pit?

Lentamente, senza far rumore, entrò nella zona del ristorante, guardando la ragazzina, sorrideva, aveva un viso angelico, occhi azzurri e i capelli biondi legati in una treccia. Ma dopo qualche istante dalla sua entrata la vide irrigidirsi e bloccarsi del tutto, per voltarsi di colpo verso di lui rompendo la scopa e usandola come un arma sopra la testa in modo sorprendentemente veloce.

-La cassa è gia stata svuotata dal proprietario, e io non ho nulla da farmi rubare, se non vuoi farti male vattene!-

Black spalancò la bocca, vedendo il coraggio e la grinta di quella ragazzina adolescente che proteggeva il suo posto di lavoro.

-Sono Black, Pit mi lascia stare qualche ora dalla parte del pub.-

-Sì e io sono la fata dei dentini.- Gli rispose di rimando.

OMEGAVERSE 1  *NARCIS*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora