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Black scoppiò a ridere. -Dov'è quell'imbecille che ti lascia qui da sola a quest'ora?-

Lei si strinse nelle spalle. -Non ho bisogno di una guardia del corpo, so difendermi da sola.- Ringhiò ricominciando a muovere il manico della scopa in una danza affascinante, come nell'arte marziale del bōjutsu.

Non sapeva cos'era ma quegli occhi lo attiravano come calamite, voleva andarle più vicino e annusarla.

Il suo lupo fremeva, il suo profumo: miele e zucchero a velo, con una punta di cannella.

Fece un passo avanti.

-Resta fermo dove sei se non vuoi farti male!-

Black fece un sorrisino storto e fece altri passi avanti fino a che il bastone gli sfiorò la gola.

-Vuoi sfidare la sorte?- Gli disse.

Black scoppiò a ridere. -Ragazzina, se volevo farti del male lo avrei già fatto!-

Lei fece un sorriso storto e annusò l'aria.

Lui strinse gli occhi fino a farle diventare due fessure, solo allora lasciò che il suo lupo prendesse la padronanza dei suoi occhi: rossi come il sangue.

Lei spalancò gli occhi sorpresa e impaurita, lasciò cadere il bastone a terra, e piegò la testa.-Vi chiedo scusa Alpha... io...- La vide iniziare ad indietreggiare, spaventata.

Black le si avvicinava e lei indietreggiava fino ad arrivare al muro, guardò a destra e a sinistra per cercare una via di fuga, annaspando in cerca d'aria.

-Non ti farò mai del male, io non colpisco donne o bambini, o qualsiasi creatura che abbia bisogno di protezione...- Le disse quando fu così vicino che il suo profumo lo inebriò.

Il suo lupo scalpitava ancora, ringhiava e uggiolava come mai prima di quel momento.

Poi in un ruggito nella sua testa urlò "MIO!"

Rimase per alcuni istanti imbambolato. "Mio?!?! Come mio? Sei rincoglionito? Non vedi che è una ragazza?" Ringhiò verso il suo lupo.

Poi una forza da dentro lo fece comprendere, e ringhiò: -Omega!-

La testa le fece uno scatto in su, come se l'avesse colpita, aveva il terrore negli occhi.

Guardando in tutte le direzioni, cercando il modo per scappare

Era il primo che Black vedeva, il primo Omega, ed era anche nella merda, secondo lo sguardo di terrore che aveva.

Si mise le mani sul volto e si lasciò scivolare a terra, fra i singhiozzi riuscì a sentire poco: "Laboratorio", "fratelli", "uccidermi".

-Ehi, calma! Calma, io non ti consegnerò ai laboratori.- Black si accovacciò sulle gambe levandogli le mani da davanti il viso. -Innanzitutto, qui tu non ci lavorerai MAI più. Mentre usciamo, dopo che ho parlato cinque minuti con Pit, mi porti dove abiti e parliamo, ok?-

"Tanto ormai sono morto. Cinque minuti che cosa cambia?" Pensò annuendo verso l'uomo.

-Resta qui, andrà tutto bene ora.-

Narcis si strinse le ginocchia al petto e vi tuffò il volto, sospirando fra altre lacrime che scendevano, come avrebbe fatto con sua sorella e suo fratello? Come li avrebbe sfamati? Come? Come?

Dall'ufficio di Pit sentì dei ringhi e dei bassi borbottii, che non presagivano nulla di buono. Non avrebbe mai voluto essere in quell'omuncolo in quel momento.

Quando lo vide uscire, aveva le mani strette in pugni, gli occhi rossi, ed era uno spettacolo.

Emise un sospiro guardando quell'uomo che trasudava sensualità da ogni poro. Il suo odore lo investì di colpo: cuoio, foresta, muschio e una folata di menta.

Il suo lupo scodinzolò felice dentro di sé, si sentiva come un cane che avesse visto il suo padrone dopo mesi di assenza.

Black gli si avvicinò si abbassò lentamente, fino ad arrivare a guardarlo dritto negli occhi. -Ti accompagno a prendere le tue cose, poi verrai con me...-

Narcis emise un gemito ricominciando a singhiozzare. -I miei fratelli, senza di me, cosa faranno?-Vide che alzava la mano e strinse gli occhi aspettandosi di venir colpito, come faceva spesso suo padre, lo picchiava per essere quel che era, sua madre un Omega come lui, invece lo aveva allenato per difendersi da attacchi da parte di Alpha che lo sentivano, ma era anche stata dura per via della sua natura, erano stati costretti a nascondersi sempre.

Invece di sentire il colpo, sentì una delicatissima carezza sulla guancia, talmente lieve da farlo sospirare, con il pollice gli asciugava le guance.

-Tu e i tuoi fratelli verrete da me, nella casa del branco, nel mio piano...- Narcis annaspò per qualche istante. Di solito nel piano degli Alpha vi stavano solo i familiari, le Lune i figli, o parenti stretti.

-Non hai capito?- Gli chiese sorridendo dolcemente. -Guardami, ma guardami bene.-

Narcis alzò gli occhi sull'uomo fino ad incontrare le sue iridi scure, e lo sentì.

Il suo lupo ululò e poi ringhiò come un forsennato "Compagno!" Per qualche attimo rimase con la bocca spalancata, per svenire immediatamente dopo.

OMEGAVERSE 1  *NARCIS*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora