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-Omega impacchettato, siamo arrivando...-

Narcis ansimò e gli venne un conato di vomito.

-Oh, la principessina si sta già svegliando...- Rise un uomo vicino a lui.

Aprì di colpo gli occhi e fissò l'energumeno, sicuramente un umano, dal suo odore disgustoso, rideva e gli alitava sul viso a pochi centimetri dal suo naso.

Un altro conato lo fece fremere. -Sono marchiato, per legge non potete...-

-Tu non hai capito un cazzo!- Rise l'altro al volante. -Credi che ai laboratori freghi qualcosa delle leggi?-

Narcis spalancò gli occhi terrorizzato ora. Lo avrebbero imprigionato, lo avrebbero usato come cavia e come animale da riproduzione.

Un singhiozzo lo scosse in modo quasi violento.

-Oh su, non è la fine del mondo, vedrai con il collarino per la soppressione mentale passerà tutto...-

-Soppressione mentale?-

-Non penserai mica, che lasceremo comunicare quelli come te con i propri compagni, vero?- Rise con cattiveria mentre gli metteva sul collo una specie di collarino, come si faceva con i cani.

Subito si sentì vuoto, dolorante, triste, il suo cuore mancò di un battito, ed un urlo disperato uscì dalla sua bocca.

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Arrivarono ad una struttura completamente cementata, con alti cancelli e guardie dappertutto. Emise un sospiro triste, aveva contato tutto, le guardie i metri di altezza del cancello, con poche rapide occhiate aveva visto più di quanto pensassero, loro lo vedevano fissare a terra, ma lui invece contava: contava il tempo fra un controllo ed un altro, i passi, le entrate, le guardie, le telecamere.

Contava tutto.

Quando passarono in un corridoio dove altri Omega piangevano, e ululavano anche lui ululò e pianse, il suo cuore si spezzava a quella vista a sentirli, e continuò a spezzarsi anche dopo, e avanti.

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Lo fecero sedere su una sedia, attese per venti minuti, poi entrarono in un ufficio. Guardò un grasso, untuoso, uomo dietro ad una grande scrivania. -Finalmente,

! Omega Narcis ti incontro. Le tue peripezie degli ultimi anni, per sfuggirci, sono una leggenda per gli altri Omega...- Poi rise cattivo. -Ma ora che sei fra loro, inizieranno a capire che nessuno si mette fra noi ed i compratori, nemmeno le vostre misere e patetiche vite!- Rise di nuovo.

Per l'ennesima volta, un conato gli rimescolò lo stomaco, e vomitò sul prezioso tappeto persiano di quell'ufficio. L'uomo alzò la mano per schiaffeggiarlo, ma venne fermato da uno dei due gorilla al suo fianco.

-Non può toccarlo, ricordi che è gravido!- Gli disse uno dei due.

Quello che doveva essere il direttore si bloccò. -Pagherà quando non lo sarà più. Oh se pagherà!-

-Ok, io pagherò, ma mettici in conto anche questo...- Sputò in faccia all'uomo. Con un balzo agile, nonostante la sua condizione, salì sul tavolo e gli diede un calcio in faccia, proseguendo con dei pugni, il fatto di essere incinto lo stancava presto.

Una delle due guardie lo prese alla vita, e lo tirò indietro senza troppa fatica.

Anche se ringhiava e scalciava come un indemoniato.

-Isolamento per due mesi! Se non si nutrirà, fatelo a forza!- Gridò il direttore asciugandosi il naso dal sangue che gli usciva.

-Giuro, anche se fosse l'ultima cosa che faccio nella mia vita! Io ti ammazzerò! Mi hai sentito lurido bastardo?!- Ringhiava e urlava, mentre i due, lo trascinavano fuori.

Gli occhi fuori dalle orbite. -Io ti ucciderò, figlio di puttana!-

Quando la porta si chiuse gridò e ringhiò verso i due.

Il secondo che parlava meno del primo, si abbassò fissandolo dritto negli occhi. -Hai due possibilità, se cammini con le buone, e farai ciò che ti diciamo, andremo d'accordo.-

-E la seconda?-

-Esci di qui in una bara, che tu sia gravido o meno.-

Narcis rimase bloccato per alcuni istanti. -Ok. Cammino tranquillo, ma tenetemi lontano quel verme viscido. O giuro che la prossima volta lo ammazzo, e qualche calcio sarà l'ultimo dei suoi problemi!-

La guardia che aveva parlato, spalancò gli occhi per un breve istante prima di scoppiare a ridere. -Uccideresti anche noi?- Chiese incamminandosi verso il posto dove avrebbe "gentilmente" soggiornato.

-Solo se vi mettete in mezzo con la morte del figlio di puttana!-

I due scoppiarono a ridere di nuovo. -Non sei il classico Omega...-

-Nemmeno voi, due semplici carcerieri. L'omuncolo aveva piu paura di voi che di me e vorrei sapere perché?-

I due si guardarono negli occhi e poi lo fissarono. -Non fare mai troppe domande. Anche se devo dire che sei molto perspicace...-

-Sono tutti vivi? Alla casa del branco?-

-Si, non uccidiamo mai, se non obbligati come hai visto svenivano, si addormentavano, ma nessun morto.-

-Perché non li uccidete? Perché lasciarli vivere?-

-Non siamo pagati abbastanza per uccidere tutti, veniamo pagati per recuperare gli Omega...-

-Quindi se io vi pagassi di più mi liberereste?-

I due risero. -No, ci divertiamo a sfondare le linee nemiche e fare ciò che facciamo.-

-Portare via gli Omega dalle braccia delle proprie famiglie? Vi diverte questo? Vi diverte strappare dalle braccia degli Omega i loro bambini? E vederli venduti al miglior offerente? Questo vi diverte?-

I due rimasero in silenzio e non fiatarono più.

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Lo portarono in una cella buia, di pochi metri quadrati, con un minuscolo bagno chiuso, con il water e un lavandino. Narcis si distese sul letto, trovandolo stranamente soffice e comodo.

-Non ti ci abituare, i letti morbidi sono solo per i gravidi...- Sibilò quello che gli aveva parlato per primo.

Dentro di sé li rinominò Pinco e Panco, anche se erano completamente diversi, perchè non erano ciccioni e bassi, ma grandi e muscolosi, i loro ghigni gli ricordava continuamente quei gemelli di "Alice nel paese delle meraviglie". E quelli del cartone animato, gli avevano sempre creato uno stato d'ansia quando da piccolo aveva visto il film.

OMEGAVERSE 1  *NARCIS*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora