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Narcis, sospirò mentre lentamente apriva gli occhi, si sentiva riposato dopo molto tempo. Si guardò attorno trovandosi al centro di un enorme letto.

Sorpreso e incuriosito alzò la testa, una enorme stanza elegante e raffinata, con i suoi mobili in color ciliegio, un tavolo un armadio, alcune cassettiere. Una parete ospitava centinaia di libri. Cercò di spostarsi ma trovò il braccio sinistro infastidito. Guardò e trovò una flebo attaccata alla sua vena. Stranamente si sentiva calmo in quell'ambiente.

Il profumo di cuoio, di bosco e menta aleggiava tutto intorno a lui.

Ricordò solo allora dell'Alpha che lo aveva riconosciuto, e di come si erano riconosciuti fra loro. Arrossì violentemente al ricordo di come lo aveva esaminato, di come quell'uomo si muoveva sensualmente, o di come lo guardava. In quegli anni non si era mai soffermato a pensare al legame che avrebbe potuto avere con qualcuno, tutto ciò a cui pensava era solo a lavorare, a scappare, e a nascondersi.

Si alzò di scatto quando il cuore iniziò a martellargli nel petto: Aly e Tyler! Come aveva potuto dimenticarsi di loro!

Si alzò veloce dal letto, sfilandosi dalla vena l'ago e sporcando di sangue le lenzuola candide. Doveva trovarli! Doveva salvarli! Come aveva potuto dimenticarsene!

Gli occhi gli si riempirono di lacrime, mentre cercava qualcosa da indossare. Nell'armadio trovò i suoi abiti.

Prese i suoi jeans scoloriti dal troppo uso e una maglietta nera, legò in una bassa coda i suoi lunghi capelli, mettendo così in risalto i suoi lineamenti femminei. Non mise le scarpe, aveva bisogno di sentire il contatto con il pavimento.

Si avvicinò alla porta posando l'orecchio sopra. Non sentendo nessun rumore, la aprì piano. Camminò lento, sempre attento a non far rumore. Il cuore gli esplodeva dal ritmo frenetico che aveva. Le ginocchia gli tremavano. Si sentiva debole, e i suoi sensi erano appannati.

Trovò delle scale che prese in discesa.

Annusò l'aria, c'erano così tanti odori, che non riusciva a distinguerli.

Lentamente scese alcuni scalini, aggrappandosi al muro dopo svariati giramenti di testa. Gli ci vollero una ventina di minuti per arrivare al piano terra. Un profumo di cibo, di buon cibo, gli fece gorgogliare lo stomaco, e gli vennero di nuovo le lacrime agli occhi. Da fuori sentiva rumori di gente che faceva degli allenamenti. Doveva essere stato portato nella casa del branco.

Il cuore gli batteva veloce, e la paura con l'adrenalina riuscivano a farlo muovere. Diede un occhiata all'esterno. Erano tutti impegnati in combattimenti e poi la vide.

Aly era là.

Una tuta nera delle armi in mano e una ragazza dai lineamenti duri e decisi che le spiegava alcune cose.

Quando la vide non capì più nulla, gridò il suo nome e le corse incontro senza vedere nient'altro. Aly mollò le armi a terra e gli corse incontro prendendolo fra le braccia. Lo tenne stretto mentre i singhiozzi, e la tensione che fino a quel momento lo avevano mosso si erano sciolti.

-Ehi, tranquillo, va tutto bene, lui ci proteggerà.-

Quelle parole lo confusero. -Lui?-

-Black, il tuo Link, il tuo compagno.- La sorella gli mise le mani sulle guance asciugandogli le lacrime.

Solo in quel momento si accorse del silenzio innaturale che li circondava. Tutti quelli che si stavano allenando si erano fermati a fissarlo, sorpresi, e incuriositi.

La ragazza che stava allenando Aly ringhiò, e tutti si rimisero a fare i loro compiti. Si avvicinò svelta ai due. Lo osservò seria. -Hai bisogno di mangiare.- Disse infine, dopo averlo esaminato da capo a piedi. -Andiamo dentro, Nanny avrà sicuramente qualcosa da darti da mangiare, e questo non è il luogo migliore dove farti vedere.- Aveva un tono duro.

Aly guardò la ragazza annuendo. Aiutò il fratello a rientrare in casa dirigendosi a passo sicuro verso la cucina.

-Da quanti giorni...?-

-Hai dormito per quasi quattro giorni...-

Trecy si fermò a parlare con un uomo che corse dentro la casa, in un'altra direzione.

-Nanny, hai qualcosa per il bell'addormentato?- Chiese Aly, verso una signora dai capelli bianchi e un viso gioviale che stava davanti ai fornelli. Si voltò subito verso di lui, lo osservò a lungo con i suoi occhietti vispi. Gli fece un grande sorriso e gli corse vicino abbracciandolo. -Finalmente piccolo, eravamo tutti in pensiero. Mio Dio ma quanto sei magro, ora ci penso io a te...- Corse a prendere dei piatti, mettendoci dentro svariate cose e posargliele davanti. Il profumo del cibo gli inebriava i sensi. Narcis cercava di capire, di guardare, ma aveva troppi stimoli, odori, profumi.

Un giramento lo colse.

-Ehi, tranquillo...- La mano di sua sorella sulla sua spalla lo tranquillizzò.

Fece un lungo respiro.

-Tyler sta bene, lo stanno curando, e fra qualche settimana sarà a posto.- Gli disse con voce pacata e serena. La mano con la posata piena di cibo rimase a mezz'aria e tremò leggermente. Fece un lieve cenno con la testa.

Vari passi concitati e veloci li raggiunsero.

Ma prima dei passi aveva sentito il suo odore, gli impregnò le narici. Si voltò di scatto verso la porta e lo vide.

Era ancora più bello di come lo ricordava, lento gli si avvicinò. Narcis si era alzato in piedi avvicinandosi, come calamitato da una forza invisibile.

-Black smettila! Lascia mangiare questo povero ragazzo, non vedi che è pelle ed ossa?- La voce della donna dietro i fornelli li risvegliò di colpo.

Narcis arrossì e Black vedendo quel rossore su quel viso che già amava, lo fece quasi impazzire. Era bellissimo, e se non si calmava gli sarebbe saltato addosso. Lo prese delicatamente per le spalle e lo riaccompagnò alla sedia, sedendoglisi accanto e lasciandolo mangiare tranquillo.

Aly sorrideva e chiacchierava ininterrottamente con suo fratello, spiegandogli del branco, delle cure di Tyler, era un treno di parole in corsa. Narcis la ascoltava appena, tutta la sua attenzione era per l'aura di potere e forza che emanava Black. Si sentiva al sicuro solo standogli accanto. Erano sensazioni mai provate, nemmeno quando i loro genitori erano vivi.

Quel posto, quell'ambiente, quelle poche persone che erano in quella enorme cucina, gridavano una parola: "Casa". Si sentiva così confuso.

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Mangiò quasi tutto, per la prima volta, fino a saziarsi.

Black gli sorrise dolcemente accarezzandolo sulla schiena, e senza accorgersene si trovò sul suo petto a piangere. Non era mai stato emotivo, mai, era da deboli. Suo padre lo picchiava se piangeva, sua madre non interveniva.

Black lo strinse a sé, con forza. -Sei... siete al sicuro qui. Nessuno vi farà del male, nessuno ti toccherà, né ti porterà via da me.- Gli mormorava vicino all'orecchio.

Narcis per la prima volta nella sua vita, si sentiva al sicuro, fra quelle braccia muscolose e forti che lo avvolgevano.

-Cazzo!- L'esclamazione di sua sorella lo fece alzare la testa di colpo. -Black portalo su! Ora!-

Narcis guardò la sorella, sorpreso e sbattendo gli occhi confuso.

-Spiegaglielo velocemente e fallo ora! - Disse verso Black che la guardò sorpreso da quel tono.

Tracy dalla porta. -Fai ciò che ha detto, Black, tu non lo senti ancora. Noi che siamo femmine sì... fra poco se non corri su, qui si scatenerà il caos!-

Aly prese le mani del fratello. -Tesoro, pensa. Ricordi cosa dicevano i nostri genitori? Cosa succede quando incontri il tuo Link?- Narcis guardò la sorella, poi chiuse gli occhi ripensando ai loro genitori.

"I Link, soprattutto se composti da un Omega maschio, si devono accoppiare presto, e il compagno deve marchiarlo...anche perché non importa in che periodo sei...entri in calore poco dopo esservi riconosciuti..."

-Merda! Sto entrando in calore!-

Black spalancò gli occhi fissando Aly e Tracy.

Prese in braccio Narcis e corse su per le scale fino alla sua camera chiudendosi dentro a chiave.

OMEGAVERSE 1  *NARCIS*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora