Capitolo 5

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Mantova, 11 marzo 2019

Andrea Costa aveva risposto con solerzia ad ogni sua domanda via mail e due giorni dopo Arianna era stata in grado di inviargli un preventivo completo. Lui aveva approvato facendole aggiungere alcune clausole in caso di allungamento dei lavori e forte maltempo che le avrebbe impedito di effettuare certe specifiche valutazioni. Arianna non aveva mai lavorato con così tante assicurazioni.

Quattro giorni sarebbero stati sufficienti per ciò che le aveva chiesto Costa e l'idea di poter trascorrere un po' di tempo lontana da Firenze l'aveva messa di buonumore. Abituata a lavorare in trasferta, aveva composto rapidamente la sua valigia con tutto ciò che le sarebbe servito per essere comoda sul terreno di una vigna. Nello zaino c'era tutta la sua attrezzatura digitale: portatile, tablet, caricabatterie vari, una macchina fotografica; mentre nella valigia di metallo c'era il kit per le analisi sul campo, sebbene si servisse di un laboratorio di Firenze per stendere il rapporto definitivo.

Il Frecciargento 8552 delle 20:11 da S. M. Novella la stava portando rapidamente a Mantova e alla stazione ci sarebbe stato un autista che l'avrebbe accompagnata alla tenuta di Costa. I rumori ovattati del treno le tenevano compagnia mentre era concentrata sulla lettura dell'ultimo libro di Wilbur Smith. Nei dieci giorni trascorsi da quando aveva parlato con Chiara e aveva ammesso di provare qualcosa per Giovanni, aveva cercato di tenersi occupata con lo studio ed alcuni lavori minori che aveva in cantiere. Nonostante tutto l'impegno, la sua mente ritornava implacabile su certi particolari, sul ricordo del tempo passato insieme, sebbene neanche per un istante lui avesse mostrato più di un interesse curioso verso di lei. L'unica cosa a cui poteva aggrapparsi e che poteva essere associata a qualcosa di più di una mera attenzione era il modo in cui la guardava.

Chiuse il libro di scatto, incapace di proseguire e sbuffò. Non riusciva proprio a comprendere quel suo smisurato coinvolgimento con un uomo che aveva visto per poche ore. Che fosse veramente solo una questione di apprezzamento fisico? In fondo, quando si erano conosciuti nella cantina dei Corsini, il particolare che aveva notato era stato il suo sedere!

Per fortuna il messaggio vocale annunciò che erano vicini a Mantova, così Arianna mise via tutto in fretta e furia e si preparò a scendere. La stazione non era molto grande e in breve fu fuori. Era già buio da un pezzo, ma individuò immediatamente l'autista vicino all'auto scura. Si avvicinò e lui le sorrise.

- Buonasera, signorina Antinori - la salutò occupandosi immediatamente dei suoi bagagli.

- Buonasera -

L'uomo sistemò rapidamente nella bauliera i suoi bagagli e le aprì la porta posteriore.

- Prego - disse facendo un cenno gentile con la mano. Arianna si accomodò e in breve furono in viaggio. L'autista rimase silenzioso, solo un sottofondo di musica classica riempiva il silenzio. Si allontanarono dalla città e guidò per circa mezz'ora nella campagna mantovana prima di imboccare un viale alberato. Non c'erano recinti o staccionate a delimitare la proprietà, ma alcuni lampioni indicavano la via fino alla cascina.

L'edificio principale fungeva da casa e dietro si potevano individuare le sagome di altri grandi edifici. L'autista si fermò e una coppia di mezz'età uscì di casa.

- Buonasera e benvenuta - la salutò cordialmente la signora con un sorriso gentile e le mani calde - Io sono Barbara e lui è mio marito Alberto -

- Buonasera, sono Arianna Antinori, vi ringrazio per l'ospitalità - si presentò Arianna, ringraziando anche l'autista che risalì in auto e se ne andò.

- Non deve preoccuparsi, signorina Antinori - la rassicurò la signora - Il signor Costa ci ha spiegato tutto e per qualsiasi cosa non esiti a chiedere. Ha mangiato? - aggiunse immediatamente scrutandola con sguardo critico.

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