Capitolo 6

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Mantova, 11 marzo 2019


Arianna non aveva portato abiti per uscire con un marchese e pregò con tutta se stessa che l'osteria fosse veramente un ristorante semplice e non uno di quelli super chic. Quando lui bussò alla porta, lei era ancora in mutande. Fu presa dal panico e corse in salotto, poi tornò indietro e indossò l'accappatoio.

Aprì la porta e mise fuori la testa.

- Scusami, non sono pronta, devo solo vestirmi -

Giovanni rimase impassibile e non le fece notare che era passata più di mezz'ora.

- Vuoi attendere dentro? - chiese a bruciapelo pentendosi immediatamente di quella scelta.

Aliprandi annuì sfoggiando un sorriso misterioso.

Arianna aprì la porta e lui entrò.

- Cinque minuti e ci sono - promise schizzando in camera e chiudendo la porta.

Giovanni si guardò intorno, c'erano le sue cose sparse un po' dovunque, il portatile aperto sul tavolo della cucina, il giubbotto che aveva indossato tutto il giorno era stato messo sullo schienale di una sedia e avvicinato al caminetto che Alberto doveva aver acceso.

Puntò gli occhi sulla porta della camera e il suo sguardo si fece cupo. Distolse immediatamente l'attenzione e infilò le mani nelle tasche del cappotto.

Arianna prese lo spezzato con cui era arrivata la sera prima e lo indossò. Pettinò rapidamente i capelli e tornò in sala. Aliprandi era in piedi davanti al caminetto, lo sguardo sulle fiamme e le mani dietro la schiena. Ebbe modo di osservarlo un attimo e quasi le sfuggì un sospiro compiaciuto. Si era domandata spesso in quei giorni per quale motivo esitasse tanto con quell'uomo. Sentiva che anche lui era attratto da lei, se gliene avesse dato prova, in quel preciso istante sarebbero finiti a letto. Oppure era proprio l'idea di esporsi e di avere un suo rifiuto a fermarla? Conosceva poco Aliprandi e, da ciò che aveva sentito in giro, era probabile che l'avrebbe umiliata ridendole in faccia. Scosse la testa e tossicchiò.

- Mi scuso per averti fatto attendere, ma non avevo previsto abiti per uscire fuori a cena - esordì con un sorriso, trattenendo il fiato quando lui si girò lentamente a guardarla. Il modo in cui la squadrò da capo a piedi e l'espressione che aveva sul volto la costrinsero a trattenere il fiato. Ma se si aspettava che avrebbe abbassato lo sguardo, si sbagliava di grosso e Arianna ricambiò l'indagine.

Giovanni non riuscì a trattenersi quando la vide immobile, in attesa della sua approvazione. La esaminò da capo a piedi, seguendo ogni forma, fino a terminare nei suoi occhi e lei era lì, ad attenderlo, con lo sguardo cristallino, per niente soggiogata.

- Vogliamo andare? - propose ignorando volutamente la sua scusa precedente: se si fosse preparata per tempo lui non avrebbe potuto guardarla in quel momento. Si voltò verso la porta, l'aprì, attese che lei si mettesse il cappotto ed uscirono insieme.

La Maserati era ferma davanti al viale di uscita. Per fortuna Arianna non aveva tacchi alti altrimenti le sarebbe stato impossibile raggiungerla, se non togliendosi le scarpe. Giovanni le aprì la portiera e lei entrò. Fu breve e l'osteria si rivelò davvero tale e non un ristorante di lusso camuffato. I tavolini erano quadrati con tovaglie a scacchi, bicchieri di vetro opaco e stoviglie tutte diverse. L'oste era enorme e gioviale, salutò Giovanni con un abbraccio poderoso e baciò la mano ad Arianna. Li fece accomodare ad un tavolino riservato, vicino al camino, e lasciò sul tavolo una caraffa di vino, rassicurandoli che si sarebbe occupato lui della cena.

- Come può il marchese Aliprandi conoscere un posto come questo? - chiese Arianna attaccando il cappotto ad un attaccapanni affisso al muro. Di riflesso distese la mano per farsi dare il suo. Giovanni la guardò un attimo, poi le porse il suo soprabito e lei lo appese. Il gesto era stato spontaneo e non calcolato, se ne rese conto perché Arianna arrossì lievemente, forse accorgendosi di ciò che aveva fatto.

Legami indissolubili [completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora