Capitolo 10

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Roma, 24 marzo 2019



Giovanni osservò il corpo nudo addormentato di Arianna alla luce tenue della moderna abatjour del comodino. Dormiva sopra le coperte, completamente rilassata, i capelli arruffati per averli asciugati in fretta la sera precedente dopo la doccia. Puntò lo sguardo sul piccolo blister rosa sul comodino dal quale lei aveva preso una pasticca prima di dormire. Si erano fidati ciecamente l'uno dell'altra: lui non aveva usato protezioni e lei non gliele aveva chieste. La prima volta che erano stati insieme in quella soffitta era avvenuto tutto così rapidamente da non avere neppure il tempo per un singolo pensiero coerente e non che la sera precedente fosse andata diversamente. Quando era con lei perdeva la testa e non si riconosceva più. Lei aveva una potente carica elettrica e non sapeva se derivasse dalla sua età o dal fatto che lui ormai considerasse il sesso solo un mero intrattenimento e per lei invece fosse importante. Arianna lo aveva riportato indietro nel tempo, dimostrandogli che la passione può completamente cambiare un rapporto sessuale da semplice appagamento fisico ad un'esperienza avvolgente, devastante e dieci volte più intensa.

Arianna si mosse e lui ebbe modo di passare lo sguardo su ogni sua parte, dal collo esile e sensuale, il seno pieno e perfetto, il ventre piatto, le lunghe gambe appena divaricate in cui spiccava il monte di Venere, coperto di delicati peli castani, le caviglie sottili e il neo sul piede destro che aveva notato mentre facevano la doccia. Il suo corpo reagì a quell'esame attento e sotto le coperte, Giovanni allungò una mano per raddrizzare il suo membro che si tendeva. Sorrise fra sé, cercando di ricordare l'ultima volta che una donna l'aveva tenuto eccitato costantemente come faceva Arianna. Per abitudine, la mano iniziò a massaggiare lentamente mentre il suo sguardo languido percorreva il corpo di lei. Arianna sospirò nel sonno e si portò una mano su un seno sfregandolo. Giovanni deglutì vedendo quel movimento inconscio e aumentò la presa sul suo membro. Lei allargò un po' più le gambe e lui non seppe più resistere. Uscì lentamente da sotto le coperte e con sguardo famelico si posizionò in mezzo, disteso, era un po' scomodo, ma ne valeva la pena. Il sesso di lei odorava ancora di bagnoschiuma, con il cuore accelerato allungò una mano e scendendo dall'alto sfiorò la pelle calda. Arianna si mosse appena, ma non si svegliò. Incoraggiato anche dal suo membro che sfregava contro le coperte e pulsava incessantemente, con due dita separò le grandi labbra e scoprì il fulcro rilassato. Era piccolo e grinzoso, il centro di quel fiore rosa. Gli venne l'acquolina in bocca e con attenzione passò la lingua bagnata in mezzo, leccando dal basso verso l'alto. Un sapore dolce e acre allo stesso tempo gli inondò la bocca facendogli socchiudere gli occhi. Se quella donna di mattina aveva quel sapore, l'avrebbe svegliata ogni giorno in quel modo! Passò la lingua intorno al clitoride che iniziò a gonfiarsi, poi scese e la infilò delicatamente nella fessura. Lì il suo sapore era ancora più intenso e avrebbe tanto voluto toccarsi mentre la leccava, ma in quella posizione non riusciva. Provò a mettersi su un fianco e finalmente la mano destra raggiunse il suo traguardo. Tornò sul clitoride mentre il suo membro gradiva enormemente la mano del suo padrone.

- Ah! - sospirò Arianna portandosi le mani fra le gambe - Che stai facendo? - borbottò assonnata. Giovanni succhiò il clitoride e lei emise un gridolino di soddisfazione mentre allargava le gambe dandogli spazio e con le mani separava le labbra della sua vagina. Arianna portò lo sguardo davanti a sé, eccitata e ancora mezza addormentata.

- Smettila di toccarti, non voglio che fai da solo, mi occuperò io di te, ma ora devi finire qui - gli disse con voce languida e strascicata. Giovanni smise di massaggiarsi, si mise più comodo e si concentrò su di lei. Passò la lingua a ritmo irregolare su tutta la superficie bagnata, dentro la fessura, entrando e uscendo rapidamente, poi risalì sul clitoride e lei gemeva inarcando la schiena.

- Ti prego, ti prego, ti prego! - lo supplicò con voce roca, così Giovanni infilò due dita e succhiò con forza il fulcro fra le labbra, come una dolce caramella. Arianna gridò sotto gli spasmi dell'orgasmo stimolato dalle dita che la penetravano senza pietà e dalla sua bocca che torturava il suo punto più sensibile.

Legami indissolubili [completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora