Capitolo 14

29 4 6
                                    

Firenze, 6 aprile 2019



Quando Duccio ricevette tutto il materiale erano le 17:38. I file erano registri contabili su cui erano segnate entrate e uscite con sigle che dovevano simboleggiare i compratori, date e pagamenti. Quindi Nicola Riario teneva proprio in piedi un commercio di pezzi d'arte falsi. Nei file c'erano anche moltissimi link che conducevano a pagine web a cui non aveva accesso e che probabilmente permettevano ai compratori di visionare la merce almeno visivamente.

Riuscì a decifrare il sistema di archiviazione dei pezzi, molto simile al metodo usato nei musei per catalogare le opere. C'erano centinaia di righe registrate sul foglio di calcolo e Duccio applicò un filtro cercando lo scrigno che Arianna gli aveva mandato in foto. Scoprì che quel particolare scrigno aveva suscitato l'interesse di molti negli anni e che non era la prima volta che Riario tentava di venderlo. Una delle righe del risultato attirò la sua attenzione e come nome del compratore riportava "L001-A001". Non c'erano file che mostravano un elenco completo dei compratori quindi non era stato in grado di scoprire come erano state concepite le sigle, ma "LA" era spaventosamente vicino a "Letizia Aliprandi". Un dato che andava a rafforzare quella teoria era la data: 9 gennaio 2015. Quella donna era morta il 20 maggio 2015.

Quell'analisi gli portò via quasi due ore e quando guardò l'orologio sul display del cellulare vide che erano le 19:20. Corrucciò la fronte e sbloccò il telefono per controllare i messaggi, ma Arianna non gli aveva ancora scritto. Le mandò un messaggio e attese, ma non risultava neanche letto. Serrò la mascella e si impose la calma.

Potevano esserci dieci motivi diversi per cui non poteva controllare il cellulare, quindi appoggiò il telefono e continuò a guardare i file, ma lo schermo nero continuava ad attirare la sua attenzione, così sbuffò e provò a chiamarla, ma il telefono di lei risultava spento.

Un brivido freddo gli attraversò le membra e iniziò a imprecare come tutti i suoi avi fiorentini gli avevano insegnato saggiamente a fare nei momenti di crisi.

Dopo essersi sfogato e dato dello stupido per averle permesso di fare una cosa simile, non perse un attimo di più e compose il numero che era riuscito a ottenere tramite amicizie altolocate, perché Arianna non glielo avrebbe mai dato, ma un salvagente è sempre utile.

Per fortuna quel numero rispose.

- Buonasera signor Aliprandi, mi scusi per l'ora, lei non mi conosce, ma io sì. Abbiamo un'amica comune e credo che in questo momento sia in pericolo -


Milano, 6 aprile 2019



Quando Giovanni ricevette quella telefonata non riuscì a credere alle sue orecchie. Arianna aveva fatto tradurre uno dei diari trovato nella soffitta e aveva scoperto che Costanza Aliprandi era stata uccisa dai Riario del passato perché aveva scoperto la congiura contro i Medici di Firenze. Non solo Arianna non gli aveva detto nulla di tutto ciò, ma era andata a casa di quell'uomo per trovare la chiavetta da sola e aveva mandato i file recuperati al traduttore Duccio Pacini! L'uomo a breve avrebbe inviato ogni cosa a lui.

Pur sapendo che l'avvertimento provvidenziale di quel traduttore era vero e che lei si trovava in pericolo, ebbe necessità di qualche minuto per raccogliere le idee. Durante quella settimana trascorsa in solitudine senza Arianna - e il pensiero che lei nel frattempo stesse architettando quel piano assurdo lo fece imprecare - aveva seguito il suo consiglio e aveva contattato il commissario Villa che nel 2015 si era occupato delle indagini, brevi in realtà, circa la morte di sua sorella e insieme a tre investigatori privati con cui aveva lavorato aveva trascorso due mattine e un pomeriggio al commissariato per mostrargli le informazioni che avevano trovato in quei tre anni.

Legami indissolubili [completo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora