Ich liebe dich|Sebastian Vettel

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Dedicated to susyvettel

GP di Germania 2018

Io e Sebastian ci siamo conosciuti nel 2017 a Maranello. Io lavoravo come meccanica nel settore motori e beh… lui era il primo pilota in Ferrari. Durante una visita in fabbrica ci siamo conosciuti ed è stato colpo di fulmine. Da allora ha insistito affinché venissi con lui a qualsiasi Gran Premio e con alcuni permessi e promozioni ci sono riuscita. Bado alla meccanica di entrambi i motori delle Ferrari, sia di Kimi che di Seb. Ma da allora siamo anche molto riservati sulla nostra relazione ai giornali. Ora sono qui nella mia camera d’hotel ad aspettare Sebastian. In questa gara Seb era partito dalla pole e stava facendo un’ottima gara fino a quando non vedo la vettura di Seb fuori. Non riesco a capire cosa sia successo. Lui sta bene perché lo vedo gesticolare con le mani, però la mia testa inizia a pensare al motore “Qualche danno al motore? Qualcosa che non avevo controllato bene prima della partenza? No, non può essere perché se no ci sarebbe stato prima”. Quando vedo il replay dell’incidente lo vedo andare dritto sulla gara e contro le barriere. Lo sento dire un po’ di parolacce in inglese e poi la voce rotta dalla tristezza e dalla delusione. Sto così male per lui. Poteva essere la sua gara, era la sua gara di casa e beh… ora non c’è più. Sebastian cammina per il paddock con ancora il casco in testa e la visiera abbassata. Non me ne accorgo neanche che ho iniziato a piangere. Dopo la gara e le varie interviste mi ha mandato un messaggio dicendomi che sarebbe venuto in camera mia perché mi doveva parlare. Sento bussare alla porta e con il cuore in gola vado ad aprire. Non ho idea di cosa mi debba dire, magari vuole solo trascorrere del tempo insieme. Indossa una tuta grigia e ha la testa bassa. <Seb vieni entra>. Lui entra senza pronunciare parola. Si siede al bordo del letto e io mi siedo accanto a lui. Gli accarezzo i capelli e la guancia. <Seb… mi dispiace così tanto per oggi… so quanto ci tenevi a fare bene qui>. Lui ancora non ha aperto bocca. Si volta verso di me e mi da un leggero bacio sulle labbra. Una sua lacrima bagna il mio viso, quando ancora ha le labbra appoggiate sulle mie. <Seb, dì qualcosa per favore> gli dico mentre gli asciugo quella lacrima solitaria che riga la sua guancia. Gli prendo il volto tra le mani e lo bacio una seconda volta per dimostrargli che ci sono anche io. <Auro… io… ho deluso tutti: il team, i fan e soprattutto te. La cosa che mi fa più male è non essere riuscito a dimostrare il tuo lavoro. So quanto ci lavori dietro al mio motore e la cosa che mi fa più male è non essere riuscito a dimostrarlo a tutti> dice guardandomi negli occhi. <Seb tu non mi hai deluso> gli dico avvolgendogli un braccio attorno alle spalle. <Non posso vederti sprecare il tuo tempo con uno come me, che non riesce a dimostrarti quanto sei capace. Tu sei una bellissima ragazza, Aurora, tu meriti di meglio>.  Ricevetti una pugnalata al cuore. Non ci potevo credere. Non riuscivo a parlare. <Seb, mi vuoi lasciare?> gli chiesi sull’orlo di piangere. Lui non rispose, si voltò verso di me, lo guardai negli occhi e la risposta che ci lessi mi sconvolse. <Mi vuoi lasciare?!>. Mi alzo in piedi e ormai le lacrime scendono liberamente. <Auro, non piangere, ti prego…> dice cercando di abbracciarmi. Io lo respingo e gli punto il dito addosso <Tu sei un codardo! Potevamo parlarne e risolvere le cose assieme! Me lo potevi dire e io ti dicevo che no, non mi hai deluso e invece no, tu devi fare di testa tua! Tu stai scappando, senza voler nemmeno rimettere a posto le cose!>. Lui non mi risponde e abbassa la testa, sapendo che ho ragione. <Non ci posso credere…> dico in un sussurro. <Aurora, ti prego… non prenderla così, mi rendi le cose più difficili> dice cercando di avvicinarsi. Io lo respingo un’altra volta. <Vai via, vattene! Non sembri neanche tu! Sei solo un codardo!> gli grido mentre le lacrime segnano il mio volto. Lui riesce solo a biascicare un “mi dispiace” per poi andarsene. Appena sento la porta chiudersi, crollo a terra e piango senza riuscire a fermarmi. Il giorno dopo Kimi mi dice che ha sentito dei rumori dalla sua stanza e che appena è entrato ha visto la camera soqquadro e Sebastian in lacrime. Ho passato tre mesi di notti insonni, passate a piangere e a chiedermi perché, perché farci così male. Ogni giorno guardavo WhatsApp per vedere se mi scrivesse, ma ogni volta non ci trovavo mai nulla. Un giorno Lewis, che nel frattempo era diventato il mio migliore amico e che mi ha subito sostenuto dopo che Sebastian mi ha lasciato, mi disse <Auro, non puoi passare tutta la vita a piangerti addosso. Tu devi andare avanti come è andato avanti lui>. Da quel momento misi un muro invalicabile tra me e Seb.

GP di Germania 2019
Un anno dopo sono ancora qui, in Germania. Io e Seb ci ignoriamo, anche se lavoriamo assieme nello stesso team. Kimi, che anche lui è il mio migliore amico, ogni volta che ci vediamo mi dice che gli manco da morire e che non lo ha mai visto soffrire come quel periodo subito dopo che ci eravamo lasciati. E io gli rispondo sempre allo stesso modo, sorridendo e dicendogli <Se gli manco così tanto, perché non me lo dimostra?>. è domenica sera e la gara ormai si è conclusa da un po’ con il primo posto di Max Verstappen, secondo Seb che ha rimontato da ventesimo a secondo, e terzo Danil Kvyat. Siamo in un ristorante lussuoso con alcuni piloti per celebrare la gara. Indosso un abito lungo, nero, con una spallina e spacco. Io sono seduta vicina a Lewis. Sebastian è seduto un po’ più lontano con Kimi e Charles. Ogni tanto lancia occhiate verso me e Lew. <È geloso> dice Lewis sussurrandomi a un orecchio. Io gli sorrido e gli dico la mia solita frase <Se è geloso, perché non me lo dimostra?>. Dopo i dolci, mentre tutti sono seduti a parlare, vado in bagno. I lavandini sono di un bellissimo marmo. Sto lavando le mani, quando sento la porta del bagno aprirsi. Penso che sia un’altra donna e appena alzo lo sguardo trovo il riflesso della persona che mi aspettavo di meno. Asciugo in fretta le mani per voltarmi verso di lui. <Che ci fai qui?> gli chiedo appoggiandomi al lavello perché se non lo facessi cadrei. Il mio cuore batte all’impazzata. Indossa uno smoking che gli sta dannatamente bene. Rivederlo è come essere travolti da un uragano: mi crea delle emozioni che neanche io riesco a decifrare. <Cosa c’è tra te e Hamilton?> chiede Sebastian visibilmente infastidito. <Niente. E comunque, perché ti interessa sapere se tra me e Lewis c’è qualcosa?> gli chiedo incrociando le braccia al petto. <Uno perché sei la mia ex fidanzata, due perché lui è il mio rivale> <Hai detto bene EX. Quindi vuol dire che faccio quello che mi pare!> <Aurora…> dice avvicinandosi pericolosamente a me. <Mi manchi come l’aria> dice in un sussurro avvicinandosi ancora di più. Il suo respiro caldo sul mio volto, il suo profumo che mi inebria le narici: manderebbe in tilt chiunque, ma io sono testarda e gli dico sorridendo <Dimostramelo>. Lui non se lo fa ripetere due volte e si fionda sulle mie labbra. È un bacio bisognoso, desiderato. Mi prende velocemente per le natiche e mi fa sedere sul piano di marmo. Continuiamo a baciarci, perché mi mancavano le sue labbra e a lui le mie. Gli accarezzo i capelli morbidi e biondi. Ci stacchiamo a corto di ossigeno e le labbra gonfie. Sorridiamo fronte contro l’altra, con gli occhi luccicanti di desiderio. <Lo sai che con questo vestito sei fottutamente provocante e sexy?> mi sussurra all’orecchio con la voce ricolma di desiderio. <Mi fa piacere sentirlo> gli dico accarezzandogli la nuca. Mi fa scendere dal piano e ci dirigiamo entrambi verso l’uscita, mano nella mano. Mi apre la portiera della sua Ferrari e mi fa salire. Quando guida, Sebastian è abituato a tenere giù il piede, ma questa volta lo fa più in fretta, perché vuole arrivare in hotel e non vuole aspettare. Appena arriviamo in hotel, mi prende in braccio a mo’ di sposa e ci dirigiamo alla sua camera. Apre la porta della sua stanza e la richiude con un calcio. Sorrido. Non ho mai visto Sebastian così eccitato come in questo momento. Mi fa sdraiare sul letto per poi sovrastarmi con il suo corpo. Mentre io sono intenta a togliergli la camicia, lui tempesta il mio collo di baci e morsi che poi diventeranno presto dei segni viola. Il cuore mi batte forte nel petto: non è la prima volta che facciamo l’amore, ma è la prima volta che lo facciamo dopo tanto tempo e sono sicura che sarà speciale. Cerca di essere premuroso e non troppo rude, per far provare piacere a entrambi. Il mio nome pronunciato da Seb è musica per le mie orecchie. Entrambi raggiungiamo il culmine nel miglior modo possibile: le mani strette forte per non lasciarci mai. Entrambi ci afflosciamo stremati sui cuscini. Appoggio la testa sul petto di Seb, mentre lui mi accarezza i capelli. <*Ich liebe dich, meine Aurora> <**Ich liebe dich auch, mein Sebastian>.
 
*Ti amo, mia Aurora
**Ti amo anch'io, mio Sebastian
 

One Shot| Formula 1 (RICHIESTE CHIUSE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora