11. Ritorno alla 'Park House'

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AU Omegaverse:

In questo universo alternativo, i bambini di età compresa tra i dodici e i quindici anni si 'presentano', ovvero il loro corpo, alla soglia dell'adolescenza, 'sceglie' cosa essere: Alpha, Beta od Omega. Questa scelta è basata sulla genetica parentale e, a discrezione dell'autore, alle volte sul caso. Dopo la presentazione, i vari generi cominciano a manifestare i tratti tipici. Gli Alpha subiscono una veloce crescita e un incremento in forza, velocità, ecc. I Beta, poiché considerati 'individui neutri, continuano la loro crescita normalmente. Gli Omega manifestano invece una crescita a livello ormonale che porterà poi, in pochi mesi, al calore e alla possibilità di concepire.

11.Ritorno alla 'Park House'

La mattina dopo, nonostante la notte quasi insonne, decisi di andare a trovare la mia famiglia a Gardner. Appena uscii dal campus, mandai un messaggio a mia madre per avvisarla del mio arrivo per poi spegnere il cellulare.

Dopo poco meno di un'ora varcai i cancelli della proprietà dei miei. Gestivano un 'bed and breakfast' in periferia, circondato dai parchi caratterizzanti la mia cittadina. Entrai dal cancello principale che erano appena passate le dieci di mattina. Parcheggiai sul retro, di fianco al pickup di mio fratello maggiore.

Scesi dall'auto e respirai a pieni polmoni. L'odore, un po' acre, di acqua stagnante che caratterizzava il parco protetto, il Dunn State Park, della mia cittadina, insieme a quello, ben più gradito, della cucina di mio padre, mi portarono indietro negli anni quando giocavo nel prato davanti la mia casa.

Mi guardai intorno, lasciandomi avvolgere dal paesaggio famigliare, ricordando le corse con mio fratello, gli scherzetti che gli facevo nascondendomi nella cavità alla base dell'albero secolare al centro del parco. Un sorriso sbocciò in automatico sul mio volto, portandosi via un po' della malinconia che aveva caratterizzato le settimane precedenti.

Mi avviai verso l'ingresso sul retro che dava sulla cucina. Dalla mia posizione sentivo il tipico fischiettare di mio padre, John Grendelf, e il chiacchiericcio di mia madre, Lilian Hutson in Grendelf. Entrai di soppiatto, osservandoli mentre il primo era intento a fare la pasta e la seconda raccoglieva i piatti dalla lavastoviglie.

<Buongiorno, vorrei prenotare un tavolo per pranzo> esordii io con voce camuffata.

<Mi dispiace>rispose mia madre meccanicamente. <Siamo al completo>. La vidi alzare gli occhi e...

Crash!

Il piatto che reggeva tra le mani le cadde a terra. Finì in mille pezzi facendo balzare lei e mio padre dallo spavento. Io scoppiai a ridere tenendomi la pancia.

<Camille Grendelf! Ti pare il modo di presentarti a tua madre> mi riprese Lilian mentre superava i cocci per venirmi ad abbracciare. La strinsi di rimando, sotterrando il viso nei suoi capelli di un tono più chiaro rispetto ai miei. Il suo odore, di biscotti e miele, mi ricordò le storie della buona notte e le merende in veranda dei pomeriggi d'estate. Era una donna minuta, di costituzione robusta ma ancora molto bella. Gli occhi erano blu, come i miei, e i capelli rosso chiaro.

Mio padre spense il fornello e mi venne ad abbracciare, schiacciando me e mia madre tra le sue forti braccia.

<La mia bambina> esclamò commosso. Al contrario della moglie, John era un uomo alto per essere un Beta, con braccia grandi e muscolose. Aveva i capelli biondo chiaro mentre gli occhi erano nocciola. Un odore di farina e terra battuta mi arrivò al naso, facendomi sorridere.

Sono a casa.

<Non sono più una bambina papà> lo rimproverai per poi staccarmi da mia madre e affondare nel suo petto. Le braccia di mio padre mi avevano sempre fatta sentire protetta. Era l'uomo della mia vita e nessuno avrebbe mai potuto scavalcarlo.

Mi hai sconvolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora