10. Speranza Infranta

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10. Speranza Infranta

Dopo quel piccolo incidente nel corridoio, evitai il gruppo con la scusa dello studio. Riuscii a cavarmela dato che eravamo a ridosso della settimana degli appelli di metà semestre.

Provai a concentrarmi con tutta me stessa sullo studio, in modo da dimenticare quella morsa d'angoscia che era quasi un dolore fisico, lì nel petto, che ormai accompagnava le mie giornate e le mie notti.

Così passò anche la settimana degli esoneri, li passai la maggior parte con voti dignitosi. Dopo l'ultimo potei accettare l'invito di Violet a uscire.

Quel venerdì sera di metà novembre uscii dal mio dormitorio avvolta in una giacca pesante con maglione e jeans, gli stivali ai piedi. Violet mi aspettava lì fuori in compagnia di Veronique, Susan ed Herman che, nell'arco di pochi giorni, sarebbe partito per Berlino in Erasmus.

<Camille> mi chiamò l'Alpha bionda agitando un braccio. <Andiamo. Sta per cominciare!> mi esortò prendendomi per un polso.

<Cosa?> chiesi confusa mentre gli altri ci seguivano entusiasti.

<È venerdì Cami. Questa sera c'è la partita di volley!> esclamò Vera seguita dagli urli esultanti di Susan.

<Oh...> borbottai. <Ma Dafne e Alexander?> chiesi prendendo nota della loro assenza.

<Calore> mi rispose concitata Vera prima di entrare nella palestra accanto all'edificio principale. Entrai anche io e un boato assurdo mi fece barcollare.

<Contro chi giochiamo?> chiese Violet.

<Yale!> urlò in risposta Susan dietro di me.

La Primaria mi trascinò verso la tribuna decorata da uno striscione rosso scuro. Salimmo le scale al lato fino al terzo gradone. Violet mi spinse per le spalle fino a che non fui seduta accanto a Martine e Sarah, le compagne di Adam e Lucas Leonard.

I miei accompagnatori si posizionarono dietro di noi.

Poi un boato assordante, peggio di quello che avevo sentito appena entrata, fece tremare gli spalti e, da una porta laterale, entrarono i giocatori.

Lo spiker prese ad elencare i loro nomi e i ruoli. Violet e Susan mi avevano aggiornato nei giorni scorsi. A quanto pareva Adam era il Capitano in carica, assieme a lui giocavano i due Lorenz e i due Lucas.

Appena entrarono in campo, Adam prese a dare istruzioni, aveva la fascia bianca al braccio che risaltava sulla divisa rossa così come quella di tutti gli altri. Tranne quella di un piccoletto dai capelli scuri che ce l'aveva bianca rifinita in rosso.

Si disposero in campo dopo il lancio della moneta per sapere da che parte giocavano e a chi andava la battuta.

Quando fu ben visibile, la mia completa attenzione andò all'irraggiungibile. Era splendido. Non c'erano parole per descriverlo meglio. La divisa lo avvolgeva, mettendo in evidenza il petto largo e le gambe lunghe. Le ginocchiere nere evidenziano i muscoli delle cosce e i polpacci scattanti, velati dai peli castano chiaro. Gli occhi erano fissi, concentrati sull'obiettivo, le labbra scure strette per la tensione. Irradiava potenza e virilità anche da lontano, attirando più di un occhio femminile e maschile da entrambe le platee.

Il fischio dell'arbitro diede inizio alle ostilità. La battuta stava a Yale, la palla volò verso i miei compagni a una grande velocità ma il piccoletto vestito di bianco la ricevette con sicurezza. Il ragazzo alto al centro sotto la rete la alzò verso il capitano che la schiacciò di potenza a terra. Il primo punto era nostro.

Mi hai sconvolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora