L'ONDA

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Il sorriso, era la cosa che più mi piaceva di Marco quando ancora lo seguivo.
Come faceva a sorridere così, con tutti quegli insulti, con tutti quegli ostacoli, con quel passato difficile?!
Come.
Decisi di dimenticarmi di quella storia, di concentrarmi sull'Onda e sul mio esame, inutile pensare ai problemi che sono rimasti nel passato. È a me che devo pensare ora. Non ci sarà nessuno a proteggermi.

[...]

Un mese dopo.

[...]

"Congratulazioni Summer. Questa è la tua scheda. Sei stata promossa."
Sorrisi, orgogliosa di me stessa.
Ora sarei stata indipendente, nessun supervisore, nessuna spalla come aiuto, nessun permesso. Finalmente io, potevo decidere fino a che punto spingermi, e per chi.
"Mamma, ce l'ho fatta."
Le dissi quasi piangendo al telefono.
"Tesoro, sono così felice per te! Sapevo che saresti passata."
Mi misi in auto, per sentirmi più in intimità con le mie emozioni. Il resto del mondo chiuso fuori.
"Grazie mamma, ora ti lascio che devo guidare, ci sentiamo nel pomeriggio."
Sentii uno schiocco di labbra.
"Un bacio tesoro."
Agganciai.
In questi giorni sperai molto che Charlie si fosse dimenticato di me, ma purtroppo, non era così.
'Ci vediamo al Joy Caffè, ore 15.00.'
C'era scritto nel messaggio.
Il mio sorriso si spense presto.
La cosa più triste era, sapere di dover essere felici, ma non poterlo essere completamente.
Se non fosse stato per l'Onda, questo sarebbe stato il giorno più bello della mia vita. Fino ad ora almeno.
Ogni sera, a cena, accendevo la televisione, nell'attesa di sapere qualcosa su Marco.
Ma sembrava sparito, come se non ci fosse mai stato, eppure per i fan non era così, per loro era un momento difficile, ma a nessuno importava, nemmeno a Marco.

Arrivata a casa attaccai la certificazione di investigatore ufficiale al muro.
Quel pezzo di foglio, come diploma, era il mio orgoglio più grande.

Quando uscivo di casa, speravo di incontrare Marco, in qualche bar, o in qualche negozio. Ma sembrava essere sparito persino da Milano.

[...]

Misi dei jeans e una semplice maglietta per l'appuntamento con Charlie.
Non avevo voglia di apparire, tantomeno con lui.
Mi sedetti al tavolino in veranda, e Charlie arrivò subito dopo.
Il Joy Caffè era uno dei pochi bar di Milano, a non essere sempre pieno di gente.
"Buon pomeriggio Summer."
Sbuffai.
"Smettila di essere gentile, cosa vuoi."
Dissi.
"D'accordo, allora non sarò gentile. Devi superare una prova, per far parte dell'Onda."
Sorrisi.
"Quindi se non la passo, mi lascerete in pace?"
Chiesi.
"No, se non la supererai, semplicemente ce ne sarà un'altra più difficile, è per creare un carattere forte."
Alzai gli occhi al cielo.
"Non c'è proprio via d'uscita vero?"
Fece spallucce.
"D'accordo, quando e dove?"
Lui sorrise, un sorriso beffardo.
"Non vuoi nemmeno sapere cosa devi fare?"
Continuava a picchiettare le dita sul tavolo.
Mi stava innervosendo.
"Devo resistere alle torture che mi farete?"
Chiesi, sperando non fosse quello.
"Per l'addestramento fisico, se vorrai, ci sarà anche quello."
Sgranai gli occhi.
"Addestramento?"
"È come se fossimo in un Accademia di aspiranti poliziotti, militari, e quello che vuoi, solo che noi, non siamo proprio dalla parte dei buoni per la legge."
Disse lasciandomi senza parole.
"Nessuno è cattivo Summer, ognuno di noi ha delle motivazioni, delle giustificazioni, pensi che qualcuno fa qualcosa perché vuole essere 'cattivo' ?"
Forse uno psicopatico si.
"No, Summer; no."
Disse vedendomi quasi paralizzata.
Questo mondo per me non aveva nessuna logica.
"Comunque, dovrai solo partecipare ad una 'missione', se così si vuole chiamare."
Mi venne quasi da ridere.
"Cos'è un film di Tom Cruise? Mission Impossible? Ma non avete altro da fare?"
Dissi per prenderlo in giro.
"Sottovaluti il mio lavoro. Non è uno scherzo, della gente è morta per aiutarmi, e aiutare gli altri."
Sbattei la mano sul tavolino.
"Aiutare delle ragazze minorenni a prostituirsi? Dei ragazzi a drogarsi? Avete aiutato chi?"
Chiesi.
"È colpa della società, che non da lavoro ai ragazzi, che obbliga i genitori a trovare metodi alternativi per trovare soldi, per pagare debiti, per mangiare e sopravvivere, li aiutiamo a fare soldi, loro sanno che non sarà un lavoro onesto. Li abbiamo tolti dalla strada Summer!"
Per me non aveva alcun senso, non mi sono mai chiesta se quella fosse la strada giusta o no, per me era sbagliata a prescindere.
"Inutile parlarne, tanto sono obbligata no? Sono in debito, abbiamo fatto un patto, per cui dimmi cosa devo fare."
Iniziai a farfugliare parole.
Mi sentivo in trappola.
"Domenica notte, tre ragazzi andranno a ritirare i soldi della droga che hanno venduto, ti mando l'indirizzo per email. Dovrai scortarli tu, insieme andremo nel posto in cui si ritroveranno i compratori."
Cosa? Ma a cosa servo?
"D'accordo ma, la mia presenza è così essenziale?"
Chiesi.
"Questo è il minimo che di solito facciamo, dobbiamo proteggere i nostri clienti, quelle persone potrebbero essere armate, essere in realtà degli agenti o parte dell'Order. Questa è la prima prova, reggi la tensione Summer, e la seconda prova sarà una passeggiata."
Cercai di oppormi inutilmente.
Sto per commettere un reato e sono appena diventata un investigatrice ufficiale.
"Non era una la prova?"
Chiesi.
"Non ha importanza, hai capito cosa ti ho detto?!"
Annuii lentamente.
Dovevo assimilare tutto.
Sono sempre stata dalla parte della giustizia.
A volte mi è capitato di pentirmi di aver fatto uscire Marco da quella cella.
Ho perso tutto.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora