TRA LA VITA E LA MORTE

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Quando pensi che sia arrivata la fine, la vera tortura non è il dolore che si prova, non è la paura, la vera agonia sono tutte quelle domande, quei forse, quei momenti che non potrai più rivivere e quelle emozioni che non proverai mai. Sono tutte quelle frasi che finiscono con punti di sospensioni, lasciate a metà.
Non sentirò più la voce di mia madre, non so quanto è passato dall'ultima volta che le ho detto 'ti voglio bene'.
Evan mi starà ancora aspettando, chiedendosi che fine abbia fatto, e rimarrà incastrato per sempre in quel caso, dove la sua vita sarà per sempre rovinata con una brutta reputazione.
Marco, non è arrivato in tempo e forse se ne farà una colpa per sempre, oppure, non arriverà mai e mi odierà, per tutta la sua vita. Avrei voluto baciarlo, senza perdere tempo, senza riempirmi la testa di tutti quei pensieri. Ma non ho più tempo per farlo, non ho più tempo per fare nulla.

[...]

"Pensavo ti uccidessi? No principessa hai ancora molto da fare."
La voce arriva sbiadita al mio orecchio.
La sentivo così lontana, eppure la figura del ragazzo era molto vicina a me.
"Coraggio hai riposato abbastanza."
Dice muovendomi la spalla violentemente per svegliarmi.
Sentivo lo zigomo pulsare e il labbro gonfio.
Devo avere un livido.
Mi misi seduta su quel materassino marcio, e iniziai a tremare.
Ero ancora bagnata e sentivo freddo.
"Così si ammalerà, Clay."
Dice uno dei tre ragazzi.
"Non mi importa Klaus."
Quello sembrava essere il più giovane dei quattro, ed era l'unico che aveva tatuaggi.
"Vieni con me."
Dice Clay, il ragazzo che voleva affogarmi la sera prima.
Goffamente mi alzo e appena messa dritta, sentii le gambe cedermi di nuovo, mi girava tutto.
"Forza!"
Ma rimasi in piedi.
Lo seguii fino in fondo alla "stanza", essendo un edificio, i metri quadri delle stanze erano davvero grandi, si sentiva l'eco.
"Entra."
Dice indicandomi la porta davanti a me.
Io aprii e mi rifugiai all'interno.
La luce era davvero debole qui, ora aiutava il sole ma, di notte, potevo vedere solo grazie al fuoco accesso sul barile.
Doveva essere un piccolo ufficio.
C'era un materasso a terra, un tavolo pieno di buchi, per via del legno marcio, e un vetro, dove suppongo le persone si parlavano e scambiavano documenti.
Un po' come in una banca.
Era la mia prigione.
"Ti passerò il cibo da qui."
Disse indicando lo spazio aperto fra il banco e il vetro.
"Ora riprenditi, ho altre domande da farti."
Rimasi lì da sola; cosa che non mi dispiaceva.
Mangiai dei fagiolini in scatola, con le mani, era tutto quello che mi era concesso.
Era assurdo come poteva essere potente l'Onda, nessuno sarebbe venuto a cercarmi, nessuno della polizia almeno.

Passò qualche ora, dove avevo deciso di agonizzarmi nei pensieri e dormire di nuovo. Non avevo molto da fare li, se non morire.
"Summer andiamo."
Dice Clay aprendo la porta.
"Dove?"
Errore.
"Nessuno ti ha detto di parlare, alza il culo da lì!"
Dice così rabbioso, da sputare saliva dalla bocca.
In silenzio mi alzo e lo seguo.
Stavamo cambiando stanza.
Era un lunghissimo corridoio ampio, con tantissimi portoni.
Si fermò al nono.
"Si occuperanno i gemelli di te."
Non mi ero resa conto che ci fossero dei gemelli.
Appena entrai da quel portone, rimasi pietrificata.
"Questa sedia ha tante funzioni Summer."
Dice quello che sicuramente non era Klaus.
Erano gli altri due.
"Accomodati."
Quella sedia era in metallo, con la funzionalità di ammanettartici.
Mi misi seduta e mi morsi il labbro quando la mia pelle incontrò il materiale gelido della sedia.
Dopo aver chiuso i ganci sui polsi e le caviglie per immobilizzarmi, mi accorsi di un altro gancio, quello al collo.
"Questo ti aiuterà quando ti sentirai troppo pesante per sorreggere la testa da sola."
Disse chiudendo anche quello, che mi costringeva a stare dritta e lunga sulla sedia.
"Vorrei dirti di non avere paura, ma mi piace sapere che tu ne abbia."
Aveva ragione Charlie, sto desiderando la morte.
Sono intrappolata qui, dove mi chiedono informazioni che non so o che non darò mai.
Tutto questo per aver tirato fuori Marco di prigione.
Un piccolo gesto può comportare grandi conseguenze.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora