DISTRAZIONE

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Era in grado di farmi dimentica qualsiasi cosa, anche le più importanti.
"Come facciamo con il tizio del bigliettino?"
Chiesi ancora in ansia.
"Vedrai che lo risolveremo, resterò a dormire da te per un po', così vediamo se si farà vivo di nuovo."
Dice accarezzandomi delicatamente lo zigomo.
"Mi ero promessa che non mi sarei posta domande, ma non riesco a nascondere il fatto che sia tutto così strano."
Dissi io senza pensarci due volte, o non lo avrei mai confessato.
Deve sapere che non sono sciocca.
"Non voglio dover spiegare quello sento, semplicemente sono stanco di fingere disinteresse nei tuoi confronti, voglio viverti, così come sei."
Disse stingendomi la mano.
"Voglio solo che tu sia felice Marco."
Risposi.
"Lo sono."
Disse porgendomi un foglio tirato fuori dalla tasca dei jeans scuri.
Curiosa iniziai a leggerlo con attenzione.
"Un contratto? Torni sul palco?"
Chiesi emozionata.
"Iniziamo a vedere come andrà il primo concerto, lo farò fra tre mesi, prima di Natale."
Levo le coperte e lo abbraccio più forte che posso.
Sono così felice per lui.
Sono certa che andrà bene, deve andare bene!
Farò in modo che sia così.
"Sono fiera di te, sul serio."
Gli dissi passandogli una mano fra i capelli per spettinarlo.
"Ciò non significa che non avrò tempo per te, so che tra il lavoro e l'organizzazione per il concerto sarò impegnato ma, tu sei la mia priorità ora."
Sorrisi dolcemente, era così assurdo, mi tremavano le gambe.
"E tu sei la mia."
Risposi quasi sotto voce.
Come se avessi paura di rovinare questo momento di intesa fra noi due.

[...]

"Bene ragazzi, adesso simuliamo un'attacco a mano armata."
Dice Tia mentre siamo tutti in cerchio nella sua palestra privata.
"Marco e Summer, mettetevi al centro."
È bello anche in tuta, vorrei anche io questo potere.
"Prendi questa."
Dice Tia mentre mi porge una pistola finta, una di quelle a piombini.
La afferro e la stringo con entrambe le mani.
"Puntala al petto di Marco."
Mi ordina.
Così seguì l'ordine, e alzai le braccia, puntando la pistola contro l'uomo che amo.
"Brava Summer, si vede che non è la prima volta, immagino che il tuo lavoro ti abbia insegnato gia un po' di cose."
Dice Tia complimentandosi con me.
Non mi sentii di ringraziarla.
Ero solo stata addestrata.
Guardai dritto davanti a me, prima di sentire la voce di Tia sempre più debole.
"Ruby?"
Dissi mentre stava in piedi davanti a me.
"Vuoi uccidermi un'altra volta?"
Chiese guardando l'arma puntata verso di lei.
"Non avrei mai voluto ucciderti, lo sai."
Sentivo le gambe tremare e le mani sudarmi.
Lei era lì, è così reale.
"Summer tutto bene?"
Mi chiese Tia porgendomi un fazzoletto.
"Si, perché?"
Risposi disinvolta.
"Ti esce sangue dal naso, forse è meglio se di siedi un po'."
Disse accompagnandomi alla panchina in palestra.
"Continuate pure, sto bene."
Dissi mentre tutti mi fissavano.
"D'accordo Johnny vieni tu."

Mentre stava mostrando a tutti come disarmare qualcuno con la pistola, sentii un bruciore strano alla gola.
La mia bocca sapeva di ferro, di sangue.
Inizia a tossire, interrompendo la lezione.
Guardai il fazzoletto, e mi spaventai appena vidi una chiazza rossa sopra di esso.
Cosa mi stava succedendo?!
Quel sapore insopportabile mi stava dando la nausea.
Sto mordendo ?
Non proprio adesso, ti prego.
Mi alzai di fretta appena li vidi tutti preoccupati.
Sentii le gambe cedermi, ma non feci tempo a cadere che Marco mi prese in braccio.
"Summer ma che ti succede?"
Lo guardai negli occhi, ma appena provai a rispondergli, sentii le palpebre pesanti, e lentamente l'immagine di Marco divenne sfocata e scura.
Dopo di che, il buio totale.
Ero svenuta tra le sue braccia.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora