«Posso parlarti? »
André teneva il braccio poggiato sul montante della porta della cucina, Celine girò appena il viso verso l'uomo e annuì rapida. Le cameriere stavano tornando tutte nelle loro stanze per la notte, alcune si fermarono a guardare André, altre bisbigliavano tra di loro guardando entrambi.
Celine spostò una ciocca di capelli dietro le orecchie, si era già cambiata per la notte e aveva sulle spalle uno scialle scuro di pessima qualità. André le fece cenno di seguirlo e lei lo fece, stringendo lo scialle sul petto.
Andarono nella biblioteca, Celine si apprestò ad accendere delle candele mentre André serrò la porta, per non essere disturbati. Si voltò lentamente verso di lui, che le dava ancora le spalle, era rimasto vicino alla porta liscia. Si morse il labbro inferiore, in ansia, e non sapeva se parlare o aspettare che lui facesse la prima mossa. Alla fine era lui che le aveva chiesto di parlare. Aspettò qualche istante, l'aria stava diventando pensate ma probabilmente era solo una sua sensazione. Portò una mano sul petto, il cuore sembrava volerle esplodere nel petto.
«André... »
Il suo nome uscì quasi come un lamento dalle sue labbra.
«Sai, ora mi sembra di aver completamente dimenticato quello che volevo dirti »
Disse con una leggera risata nervosa, Celine abbassò il capo e poggiò la mano sul legno del tavolo vicino. André si voltò e poggiò la schiena sull'anta della porta, nervoso.
«Perché... mi hai baciato? »
Lo sussurrò appena ma era sicura che lui l'avesse sentita benissimo. Celine deglutì a vuoto, impaziente di sentire la sua risposta ma spaventata allo stesso tempo. Non era sicura di voler sentire le sue parole, forse perché dentro di sé si sentiva dannatamente usata da lui.
«Tu sei una cara ragazza... »
«Non ti ho chiesto questo »
Ribatté Celine guardandolo in viso.
«Non... non ha senso! Tu ami lei, ne sono certa, tu sei follemente innamorato di lei... ma perché? Io non capisco... perché... non sono neanche paragonabile a lei... »
Cercò di contenere la voce, sperando che nessuno fosse dietro la porta a sentire, come aveva visto fare già altre volte da alcune sue compagne. André aveva portato le mani al viso e aveva scostato i capelli scuri, camminando in direzione della finestra che dava sui giardini. Celine lo seguì con lo sguardo.
«Perché quella sera ti sei confidato con me? »
«Perché sono una persona debole, ecco perché. Ho pensato e... e ho creduto che tu... che io... ma non fa nulla. Ho rovinato tutto, di nuovo... io sono un idiota! »
Affermò sicuro portando le mani sul viso e scostando i capelli dalla fronte. Celine fece qualche passo verso di lui e gli sfiorò la spalla, facendolo sussultare.
«Non... sei un'idiota sei solo un uomo »
«Un uomo stupido, molto stupido »
Precisò l'uomo guardandola in viso, distrutto. Celine abbassò le spalle e chinò il capo, non riusciva a sostenere il suo sguardo. André poggiò le mani sulle spalle della ragazza e abbassò la testa, sospirò profondamente. Celine l'abbracciò, piccola contro il suo petto e lui la strinse, nonostante la prima riluttanza, a sé.
«Celine io... mi dispiace... »
«Non dispiacerti, va tutto bene »
Sussurrò lei accarezzandogli il viso appena lui poggiò la fronte sulla sua. Si guardarono negli occhi per alcuni istanti, lei gli sorrise dolcemente e lui strinse le mani poggiate sui suoi fianchi. Celine tremava ma non voleva allontanarsi da lui, il suo profumo le invadeva le narici e le stordiva la mente.
«Perdonami »
«Non ti devo perdonare nulla »
«Questo sì »
La baciò di nuovo, Celine gli cinse il collo con le braccia e lo baciò di rimando, con più passione e ardore.
"Lui ama un'altra, non te lo dimenticare, l'amerà per sempre... ma dannazione! Vuole me ora! Al diavolo!"
André le sfiorò la chioma bruna e poggiò la mano sulla sua nuca per avvicinarla a sé. Celine si alzò sulla punta dei piedi, felice come non mai. Si allontanarono lentamente, con il fiato corto e i sensi storditi, Celine per un attimo sembrò ritornare con i piedi per terra, alla realtà. Quant'era durato? Due secondi? Un solo istante? Non lo sapeva definire, ma per lei era sembrato un'infinità. Non era giusto, questo lo sapevano entrambi, eppure non volevano lasciarsi.
André le prese gentilmente il polso e la invitò a seguirlo, aprì la porta serrata della biblioteca e lui, oramai abituato ai bui corridoi, l'aveva portata tra le risate soffocate nella sua stanza, di nuovo.
"Questa volta le altre non si sbaglieranno"
Pensò Celine con una punta di malizia inaspettata mentre, stesi sul letto, lui le baciava il collo e abbassava le spalline del vestito.
"Tutto questo non ha senso... non è giusto... domani mattina ce ne pentiremo, già lo so... non voglio pensare al domani! Voglio godermi il momento e, Dio, è meglio di quanto potessi mai immaginare!"
Celine si svegliò di soprassalto, nel cuore della notte. Tremava come una foglia, il cuore le batteva come un pazzo nel petto e il respiro sembrava mancarle. Portò una mano al viso e le dita fredde sembravano rinfrescarle il viso bollente.
Si guardò in giro, sconvolta. Nel letto posto contro il muro c'era Sophie che dormiva tranquillamente, dandole le spalle.
Si alzò rapida, non indossò neanche le scarpe ai piedi e corse verso la bacinella con la borraccia d'acqua fresca e sì sciacquò il viso.
"Mio Dio... ma cosa mi è preso? Che sogno strano... io e André!"
Rise leggermente, cercando di non svegliare la ragazza e le lacrime si mischiarono alle gocce d'acqua che bagnavano il suo viso.
"Quella giornata mi aveva travolto più di quanto immaginassi, o forse quello era l'epilogo che io volevo dare alla storia. Chi lo sa. André non avrebbe mai fatto una cosa simile, lo sapevo bene. Lui la ama troppo e lei..."
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Celine
Romance"Sono stata al fianco del signor Oscar lungo tutta la durata della sua malattia, sono stata l'unica persona di cui si è fidata e l'unica alla quale ha confidato i suoi segreti e le sue paure. Posso dire di essere una delle poche persone che la cono...