Oscar, André e Celine

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«Celine... cos'è successo? Perché stai piangendo? »
Celine si asciugò rapidamente le lacrime e poggiò la guancia sul suo petto, tranquillandosi. André le accarezzò la guancia con delicatezza, lei si allontanò un po' e lo guardò in viso. Aveva gli occhi un po' arrossati e le guance ancora umide e gli sorrise timidamente.
«Perdonami André io... ora sto bene »
«Ne sei sicura? »
Celine annuì rapida e si allontanò definitivamente da lui, avviandosi verso la cucina. André la seguì con lo sguardo, stupito e confuso, fin quando la sua figura scomparve dalla sua vista.
"Celine..."

«Come ti senti? »
Oscar si stiracchiò sul divanetto e fece cadere involontariamente la coperta che Celine le aveva dato. Portò una mano alla fronte e la scoprì fresca.
«Meglio, credo di non avere più la febbre »
Disse accennando un sorriso e Celine si sentì sollevata: un problema in meno. Raccolse la coperta e la piegò accuratamente per poi solarla nel mobile poco distante. Oscar aveva gli occhi ancora lucidi ma il suo viso era colorato di un leggero velo di rosa pallido, ma pur sempre rosa!
"Almeno ora non sembra un cadavere che cammina"
Pensò con un po' d'ironia Celine, Oscar si alzò e si allungò, cercando di distendere i muscoli doloranti. Probabilmente dormire sul divano non era stata una buona idea per lei.
«Hai un bel colorito, sai?»
Oscar si girò a guardarla e accennò un sorriso.
«Sai... non pensavo che comandare i soldati della guardia di Parigi fosse così stancante... mi sento a pezzi »
Disse la donna ridendo appena, Celine alzò un sopracciglio incuriosita.
«Ti fanno dannare, vero? »
«Sì e... non si fidano di me »
«Perché? »
Chiese Celine stupita, come potevano non fidarsi di lei? Forse non si fidavano del suo "essere nobile"?
«Oggi ho scoperto che alcuni dei miei soldati hanno venduto la spada. Qualche giorno fa quando ho chiesto dove fossero le armi loro mi hanno detto di averle perse. Ah! Quel giorno mi puntarono contro anche i fucili... »
«E non hai avuto paura che ti sparassero?»
«Al dire il vero... un po' sì. Erano arrabbiati e non accettavano di avere un comandante donna. Per loro non sono all'altezza e secondo alcuni sono con loro solo perché mi ero stufata di andare a letto con i soldati della guardia reale »
Celine sgranò gli occhi, era la stessa cosa che aveva sentito dire ad alcune cameriere a bassa voce. Davvero la guardavano come una lurida sgualdrina?
«Non hanno i soldi per nulla... mi sono sentita in colpa per averli sgridati »
«Non ne hai colpa »
Oscar accennò un debole sorriso e guardò le fiamme basse del camino ardere, Celine per un attimo pensò che si fosse persa nei suoi pensieri. Abbassò il capo, iniziò a sistemare il letto per la notte e aggiustò la giacca della divisa che Oscar aveva lanciato malamente sulla poltrona nell'armadio. Bussarono alla porta, Oscar sussultò.
«Oscar? Posso entrare? »
La donna si girò verso Celine e la ragazza corse ad aprire la porta, trovandosi André di fronte.
«Tu ed io dobbiamo parlare »
Sussurrò André a Celine serio, per poi rivolgersi a Oscar.
«Mia nonna voleva sapere se hai intenzione di scendere per cenare o se preferisci restare in camera »
«Cenerò con i miei... ah, aspetta. Alain sta meglio? »
«Sì, non è grave e il medico ha detto che deve stare a riposo per un po'. Tu invece? Per un attimo ho creduto che ti saltasse addosso »
Celine si poggiò alla parete in silenzio, Oscar e André sembravano essersi completamente dimenticati di lei! Erano vicini, André teneva le braccia incrociate sul petto e Oscar stringeva tra le mani la vestaglia che la copriva. Erano bellissimi visti insieme e un po' capì perché tutti credevano che quei due avessero una relazione. Oscar accennò un sorriso e abbassò lo sguardo.
«Ho vinto solo perché ho un peso inferiore al suo, è molto agile. Pensavo veramente di perdere, usa entrambe le mani durante il duello, ma ha fatto un errore che un po' non mi aspettavo e questo mi ha fatto vincere. Comunque sì, sto bene. Sono solo un po' affaticata, devo aver preso troppo freddo. Mi riprenderò »
«Capisco. Se vuoi restare a casa lo comunico io al colonnello D'Agout »
«Oh no, non c'è bisogno. Ho solo bisogno di una bella dormita, domani starò meglio »
André annuì e si girò, guardando Celine.
«Immagino che tu conosca già Celine »
Disse Oscar notando uno strano scambio di sguardi da parte di entrambi, lei le era sembrata un po' agitata.
«Sì, l'ho conosciuta poco dopo il suo arrivo, giusto? »
Celine annuì rapida ma non aggiunse una parola, Oscar aveva un'aria strana. La stava squadrando da testa a piedi e stava iniziando a sentirti un po' a disagio.
«E' meglio che vada, la nonna voleva saperlo subito. Ti vengo a chiamare quando è pronto »
Oscar annuì, André le sorrise e si avviò verso la porta. Celine non si mosse, André le sorrise e uscì in silenzio. Sussurrò un debole "ciao", ma molto probabilmente lui non l'aveva sentito. Si morse un labbro e scosse la testa, forse voleva chiarimenti sul suo pianto.
«Va tutto bene Celine? »
Chiese Oscar alzando un sopracciglio, Celine corrugò la fronte.
"E se...?"
«Sì perché? »
«Non lo so, quando è entrato André hai cambiato espressione »
Oscar assottigliò gli occhi e Celine avrebbe voluto scomparire. Doveva dirle la verità.
«Oh no, mi ha detto che dovevamo parlare di una cosa e stavo cercando di capire di cosa, nulla di grave! »
La donna la squadrò da capo a piede, non del tutto sicura, ma lasciò correre, o almeno così sembrava. Celine tirò un sospiro di sollievo.
«Oscar... chi stava per saltarti addosso? »
«Nessuno, io e un mio soldato abbiamo combattuto. Lui era agile e più grosso di me, quindi ogni volta che si avvicinava sembrava volermi venire addosso. L'ho ferito e mi è dispiaciuto, però a quanto pare sta bene e questo è l'importante »

"Oscar aveva reagito in modo strano, sembrava essere infastidita da qualcosa ed io avevo interpretato a modo mio quel suo modo di fare. André voleva solo sapere perché del mio pianto, mentì su dei ricordi del passato che mi erano tornati alla mente. Non so per quanto ancora posso mentire, però Oscar ora sembra stare bene... ho paura "

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