"Oscar aveva fatto visita alla regina un paio di volte. Quando tornava a casa però non aveva voglia di parlare, anzi preferiva evitare quell'argomento. Era molto agitata in quei giorni tanto che la sentì litigare con André un pomeriggio ma non ne capii il motivo. Era l'11 luglio 1789"
«C'è qualcuno in biblioteca? »
«Mi sembra di no, perché? »
«C'è una candela accesa... è abbastanza inquietante »
«Vado a controllare, finisci tu? »
«Certo, non ti preoccupare »
Celine posò il panno sul tavolo della e si slacciò il grembiule per poi appenderlo vicino la porta della cucina. Camminò a passo svelto, i signori avevano appena finito di cenare e sentiva la governante lamentarsi, per l'ennesima volta, del piatto quasi pieno di Oscar. Si stupiva ancora che nessuno, tanto meno André, si fossero resi conto del suo stato di salute. Anche se doveva ammettere che neanche lei riusciva più a capire Oscar: l'aveva vista pensierosa, si irritava per qualsiasi cosa, si nascondeva in giardino per restare sola.
Lei e André avevano litigato quel pomeriggio, ma non ne era sicura. Avevano entrambi alzato la voce ma non sembravano veramente arrabbiati.
Dalla biblioteca si vedeva la luce di una piccola candela, Celine si apprestò ad entrare e quasi sbandò quando vide André seduto accanto al lume acceso. Trattenne un urlo, non si sarebbe aspettata di trovare qualcuno lì dentro.
«Mio Dio... André! Mi hai spaventato !»
«Non era mia intenzione spaventarti, mi dispiace molto »
«Ma cosa diavolo ci fai al buio? »
«Stavo... controllando una cosa e mi sono fermato a pensare »
Rispose André alzandosi lentamente ma Celine lo vide barcollare come se fosse nel buio più totale. Il cielo era sereno e i raggi della luna illuminavano appena la biblioteca ma c'era luce sufficiente per vedere dove mettere i piedi. Fu allora che il dubbio si insinuò nella sua mente e la risposta la spaventava da morire.
«André... posso farti una domanda? »
L'uomo annuì, incrociò le braccia al petto e chinò appena il capo senza smettere di guardarla. Celine si morse appena il labbro.
«Perché... quando scendi le scale conti? »
André non mutò espressione, continuò a guardarla con uno sguardo che non riusciva a decifrare. Celine si sentì a disagio, lui non parlava.
«Tu non...vedi? »
Gli chiese a bassa voce temendo la sua risposta.
«Vedo la luce della candela, non sono completamente cieco »
«Ma André...! »
«André cosa? Ormai quello che è perso è perso... non recupererò mai la vista ed è inutile consultare un medico. Mi sono abituato »
«Oscar lo sa? »
«Non deve saperlo, si preoccuperebbe inutilmente. Conto perché così evito il rischio di cadere o di inciampare. Ho imparato a memoria ogni luogo della casa e della caserma, spero solo che nessuno sposti qualche mobile »
André fece qualche passo verso Celine e poggiò le mani sulle sue spalle guardandola dritto negli occhi. Celine tremò a quel contatto e il cuore iniziò a battere furioso nel petto quando lui avvicinò il viso al suo.
«Non devi dirlo a nessuno, hai capito? E' un segreto tra me e te... »
«André ma tu »
«Quando accadrà accadrà... non devi preoccuparti per questo »
Celine lo guardò sconvolta, non sarebbe riuscita a mantenere i loro segreti a lungo.
«André io... »
Gli occhi di Celine si riempirono di lacrime. Non avrebbe mai pensato che la sua vista fosse così compromessa e non avrebbe mai immaginato che potesse addirittura perdere completamente la vista.
«Andrà tutto bene, sarò sempre il solito André solo che... non vedrò più. Va bene? Non cambierà nulla. Ti prego non piangere »
«Non te lo posso promettere... »
Disse Celine cercando di trattenere i singhiozzi ma non ci riuscì. André la strinse a sé e Celine si aggrappò alla sua schiena.
"André... André!"
«I parigini invece che chiamarsi monsieur o madame si sentono più onorati di essere chiamati cittadino o cittadina »
«Davvero? »
Oscar annuì lentamente guardando l'orizzonte. Il cielo era chiaro e qualche nuvola compariva di qua e di là, il sole era alto e una leggera brezza rifrescava l'aria calda. Oscar si era poggiata alla finestra e il vento rinfrescava il viso. Celine stava qualche passo indietro e la osservava beata mentre si godeva quei ultimi attimi di tranquillità prima di recarsi a Parigi l'indomani.
«Oscar... devi andare per forza a Parigi? Non è troppo pericoloso? »
«E' il mio dovere Celine... sono stata addestrata per fare questo»
Oscar le rispose pacata ma Celine non riusciva a stare tranquilla.
«Ma la tua salute...! »
«Sto bene Celine, non ti devi preoccupare per me »
Oscar si girò verso di lei e le sorrise cercando di rassicurarla. Celine sospirò non del tutto convinta. Anche se negli ultimi giorni né la febbre né la tosse erano venuti a tormentarla non si sentiva sicura. Aveva paura di una ricaduta. Celine la guardò per alcuni istanti: il suo viso era sempre pallido e il suo sguardo era stanco, forse non aveva dormito molto quella notte. Non se la sentì di controbattere, sembrava davvero serena e non voleva distruggere quel poco di felicità e di pace che aveva.
Sentirono qualcuno bussare alla porta, Oscar diede il permesso per entrare e videro André aprire la porta. Lo sguardo di Celine si rattristì ricordando quello che era successo la sera prima.
"Voi due... vi mentite per non farvi del male ma siete sicuri che sia la soluzione giusta?"
«Oscar... il tuo ritratto. Il pittore dice che è finito »
Sul viso di André nacque un piccolo sorriso e Celine si sentì di troppo tra di loro.
«Davvero? »
Il viso di Oscar si illuminò. La donna si incamminò rapida verso il salone principale dove sapeva il pittore aspettarla ogni volta. Celine sospirò e la seguì con passi lenti.
«Celine, nel caso io non... riuscissi a vederlo... tu? »
André l'aveva fermata stringendo il suo polso dolcemente, Celine si fermò e deglutì a vuoto.
«Non tralascerò alcun dettaglio »
Disse la ragazza girando il capo verso André non appena raggiunsero il salone. Del generale non c'era neanche l'ombra mentre la madre di Oscar era già scesa e aspettava, seduta sul divano, di poter ammirare il quadro della figlia.
Celine l'aveva vista di rado, non conosceva neanche il suono della sua voce. Era una donna molto elegante e raffinata, i capelli biondo cenere erano raccolti in un piccolo chignon sulla nuca e indossava un abito ceruleo arricchito con pizzi sul petto e sulle maniche. Era emozionata e sembrava avere a cuore l'ultima delle sue figlie tanto da cercare sempre un contatto con lei.
Celine sorrise intenerita.
«Madame Jarjayes è sempre stata una donna molto dolce, anche nei miei confronti. Ha sempre difeso Oscar e, nonostante non abbia potuto fare nulla per impedirlo, ha sempre odiato il marito per la scelta che ha fatto »
Disse André guardando anche lui in direzione della padrona di casa. Il suo sguardo era dolce, sembrava davvero sicuro di quello che diceva.
«E' una donna molto dolce... »
«Non so se vi piacerà o meno ma... l'ho dipinto con tutta la passione che mi era rimasta »
Il pittore era evidentemente emozionato, stringeva tra le mani il lenzuolo che copriva l'enorme tela che occupava buona parte della parete del soggiorno.
«Monsieur... grazie »
Aveva detto Oscar con un dolce sorriso sul viso. La sua voce era calma e aveva regalato a Celine un'imprevista sensazione di tranquillità.
"Forse ha ragione lei... se dice di sentirsi bene perché dovrei dubitare? E' così serena dopotutto..."
Il pittore sorrise e senza alcun indugio lasciò cadere il lenzuolo, rivelando un'opera maestosa.
«Oscar è a cavallo, in una mano tiene le redini e nell'altra impugna una spada. Ha un'armatura d'oro e un mantello rosso, sorride e ha i cappelli sciolti. Il cavallo è su due zampe... »
Celine chinò appena il capo verso l'uomo che, guardando il quadro, riusciva a scorgere soli pochissimi dettagli. Nessuno fiatava, erano tutti sconvolti dalla maestosità del quadro. Oscar era a pochi passi dall'opera e la guardava senza però dire nulla.
Lo sfondo del quadro era un paesaggio bucolico, il cavallo bianco spiccava nel mezzo ed era etereo. Oscar aveva un viso molto delicato e le guance erano rosee. Le sembrò più piccola di età. Gli occhi sembravano pozze di acqua cristallina e i capelli biondi non erano molto lunghi, cosa che incuriosì molto Celine.
Era molto somigliante, questo non lo si poteva negare. Sembrava che l'immagine di Oscar fosse stata impressa sulla tela.
«Ma, questo...? »
«Siete voi. In quel giorno d'estate, pieno di luce. All'inizio non sapevo che quella giovane guardia reale dagli occhi di zaffiro e dalle luminose guance dal colore della pesca bianca... il bel ragazzo che tanto adoravo e mi ispirava... siete voi, ora ne sono sicurissimo. Perché non me ne sono accorto subito?1 »
Celine lanciò uno sguardo ad André: era rigido e sembrava sforzare incredibilmente la vista. Stava stringendo i pugni e Celine, quasi involontariamente, poggiò la mano sulla sua, come se volesse tranquillizzarlo. André si girò a guardare Celine ma non allontanò la mano. Le sorrise e Celine notò con la coda dell'occhio che la padrona li stava guardando e che forse non era l'unica.
Madame Jarjayes si era voltata appena cercando lo sguardo di André e sorrise appena.
«André sembra tanto stupito che è rimasto senza parole »
L'uomo accennò una risata nervosa e allontanò la mano stringendo le braccia al petto, affranto. Celine guardò André con la coda dell'occhio ma non disse nulla.
«Ah... se non vi soddisfa ce n'è anche un altro di quadro dipinto normalmente »
La voce del pittore destò Celine dai suoi pensieri e si ricordò che Oscar non aveva ancora espresso la sua opinione. Le sembrò agitata nonostante la donna le desse le spalle. Corrugò la fronte, cos'era successo? Si era distratta per un secondo!
Lei guardò il pittore, poi il quadro e, con un sorriso sul viso parlò.
«Monsieur... non so da quanti anni è che non provavo tanta felicità, una purezza che rinfresca il cuore... »
Oscar si voltò completamente verso il pittore. Il suo sguardo era sereno ma c'era qualcosa che non andava, Celine ne era certa. Sembrava preoccupata per qualcosa ma non riguardava il quadro.
«Grazie. E' un magnifico ritratto! »
Oscar sorrise appena e girò di nuovo il viso verso il quadro ma un improvviso colpo di tosse le spezzò il fiato. Celine trasalì, Oscar tossiva violentemente e copriva la bocca con le mani di sicuro sporche di sangue.
"Oh no... no! Oscar!"
«Oscar?! »
«Oscar! »
Sia madame Jarjayes che André si avvicinarono rapidi alla donna spaventati, il borbottio di prima si era interrotto di colpo. Tutti guardavano Oscar e sembravano essere preoccupati per lei. La donna vacillò e tutto accadde in una frazione di secondo.
Oscar si accasciò a terra ma André prontamente la prese tra le sue braccia per evitare che sbattesse la testa contro il pavimento, madame Jarjayes si inginocchiò al fianco della figlia terrorizzata e fu allora che tutti notarono il sangue fuoriuscire dalle sue labbra e che imbrattava le mani e la camicia bianca.
1 = probabilmente il pittore fa riferimento alla parata che i sovrani fecero a Parigi dopo il loro matrimonio ( dal manga)

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Celine
Romance"Sono stata al fianco del signor Oscar lungo tutta la durata della sua malattia, sono stata l'unica persona di cui si è fidata e l'unica alla quale ha confidato i suoi segreti e le sue paure. Posso dire di essere una delle poche persone che la cono...