Partenza per la Calabria

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E cosi finalmente nel pomeriggio Eva venne a prendermi. Ero solo felice di uscire da quella casa.
Eva mi disse subito, che la sera stessa doveva accompagnare Agnese e Aneta in Calabria (che per me suonava come Caraibi), gli aveva trovato un lavoro li. Potevo venire con loro per accompagnarli, tanto non avevo tanti programmi per quel giorno, accettai subito, anche perché volevo passare un pò di tempo con le mie amiche e sfogarmi raccontandogli la mia esperienza.
Siamo andate a prenderle nel mini appartamento. Ho scoperto che nel frattempo hanno conosciuto altri due polacchi, una coppia, tutta particolare, Anna e Non-mi-ricordo. Dovevano venire anche loro.
Siamo andate alla stazione a prendere il pullman. Sono piaciuta subito all'autista, che Eva già conosceva. Vabbè. Un dettaglio, ma sarebbe servito poi.
Ogni 5 minuti, non avendo idea dove si trovasse questa misteriosa Calabria, chiedevano "siamo arrivati?", ma Eva pazientemente rispondeva "non ancora, un altro pò". Ma anche "mi sa che il pullman è in ritardo", come se il ritardo potesse influire sulla durata del viaggio, non so se anche lei non è mai stata in Calabria prima, o se era anche tonta.
Poi, siccome volevo andare in bagno, mi insegnò dire "è aperto?" e insistette di farmi andare dall'autista a chiederglielo. Solo dopo avevo realizzato che nessun altro lo chiedeva ma ci andavano lo stesso.
Vabbè ubbidì. E andai in bagno.
Il viaggio durò un bel pò (per andare da Napoli a Crotone, dove sbarcammo, ci vogliono almeno 5 ore, ho appena consultato mr google, mica mi posso ricordare particolari del genere) ma finalmente finì. Alla stazione di Crotone Beach ci aspettavano due tipi. Uno mi guardò dalla testa ai piedi e disse "viene pure lei"
Yeyy sarei stata con le mie amiche. Solo che loro avevano con sè tutta la loro roba, io no. Eva me la avrebbe mandata con un altro pullman.
Quindi scaricate dal pullman salimmo nella macchina dei tizi, non sapendo nè dove siamo, nè dove andiamo, e nemmeno chi fossero.
Ma siccome eravamo giovani e cretini, non ci preoccupavano minimamente, anzi, durante il viaggio facevamo le battute tipo "e se loro sono della mafia? E se ora cacciano le pistole?" e ridevamo come dei deficienti. Ridevano anche loro, probabilmente perché "mafia" e "pistola" sono parole abbastanza universali. Ma a non non venne in mente.

Dalla Polonia con furgoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora