Casa nuova

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La mattina dopo ovviamente siamo corse sulla spiaggia. Raccoglievamo le conchiglie come delle cretine e qualche passante occasionale ci guardava di conseguenza.
Trovammo anche un bar non lontano dalla casa....ci andavamo nel pomeriggio e chiedevamo cappuccino, ed il barista ripeteva schifato (all'inizio, poi si è arreso) "cappuccino???". Beh avevamo voglia di un pò di caffè, ma quello italiano era troppo forte, non riuscivamo ad abituarci, sembrava di bere la benzina.
Quando tornavamo a casa e passavano i carabinieri, eravamo terrorizzate, eravamo convinte che non potevamo starci li, ce lo disse qualcuno, e ci facevano davvero paura. Immaginavo che appena ci avessero parlato e capito che non riusciamo a dire niente, ci avrebbero sbattute dietro le sbarre. Giuro.
I nostri due amici passavano ogni tanto. Ci portarono per esempio una volta in un altro bar. Questo poi ci serví una volta, quando volevamo mangiare. Nella casa trovammo degli spaghetti...e la signora del bar ci regalò un pò di sugo e del parmigiano.
Corremmo a casa impazienti di farci un bel pranzetto. Mettemmo una pentola sul fuoco...ma proprio mentre l'acqua cominciò a bollire, il gas della bombola finí.
La necessità è la madre delle invenzioni, dicono. Raccogliemmo un pò di fogli di carta che riuscimmo a trovare, li accendevamo con accendino e li mettevamo sotto la pentola. Beh il fuoco non durava molto e nemmeno i fogli.
Mangiammo in una cucina tutta puzzolente di fumo, degli spaghetti duri come se fossero ancora sull'albero. Ci consolava solo il sugo, cercavamo di non fare caso alla pasta.
Non ricordo come mangiavamo altre volte...nè quanto spesso.
Mi ricordo però che nella casa faceva davvero freddo. Però l'acqua calda c'era, evviva. Cosi mi facevo non so quante docce. Stavo sott'acqua solo per scaldarmi.

Dalla Polonia con furgoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora