La prima notte

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Arrivammo a Napoli la sera tardi. Faceva molto caldo, nonostante l'ora. Un'altra novità per noi polacche, da noi anche d'estate il giorno si schiatta, si, ma la sera ci vuole una bella morbidosa coperta.
Alla stazione, piena di luci ma silenziosa a quest'ora, ci aspettava Eva, che a prima vista d'occhio sembrava quello che da noi si chiama una "burdel-mama". Era bionda e bassa, con un cappotto aperto, una minigonna e gli stivali alti, un mix che le stava eccezionalmente male.
Era però l'unico punto di riferimento per noi in questo posto lontano dalle nostre case, quindi la seguimmo senza esitare.
Ci portò in un mini appartamento, andando per viali e vialetti, che pure se ci pagassero oro non sapremmo dire come ci si tornava indietro.
Dovevamo dormire li.
Il giorno dopo si sarebbe parlato di lavoro.
Il mini appartamento non era mini per modo di dire...era solo una stanzetta, con un letto giusto in mezzo al cazzo, un angolo cottura ed il bagno.
Ma ci piaceva anche questo, aspettavamo impazienti inizio della nostra grande carriera.
Ci addormentammo stanche ma felici.

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