Romana

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Venendo a volte i nostri due "amici" ci dissero, che ci avrebbero preso a lavorare nella loro fabbrica di pelle. Almeno cosi avevamo capito. Ci spiegarono a gesti che nel posto si fanno le borse e le scarpe....anche se ora non sono sicura se queste cose si fanno entrambe in un solo luogo. Mah! Comunque ce lo dissero solo.
Un giorno ci portarono invece una polacca. Che era la cognata di uno di loro. Ahh finalmente un tentativo per poter esprimere qualcosa! Si chiamava Romana. Ma era polacca. Capito la battuta? No, ok.
Allora tramite Romana ci fecero un'altra proposta. C'era un lavoro a Milano, in un locale. Solo a trattenere i clienti. E si guadagnava davvero bene. Ora per tre poveracce, che non riuscivano nemmeno a consumare un pasto normale, e che non sarebbero mai tornate dalla magica Italia dicendo che alla fine non sono riuscite a combinare niente, era una proposta allettante devo dire. Ma non eravamo convinte, avevamo troppo poche informazioni.
Cosi Romana chiamò a una, che lavorava già li, dicendo che potevamo chiedere quello che volevamo sapere.
Chiedemmo ovviamente di spiegarci cosa faceva davvero li. Ci spiegò che era un lavoro tranquillo, si certo, chi voleva faceva anche lo strip-teas, ma non era obbligatorio.
Che sorpresona. Ora la nostra parte logica ci diceva "cazzo ci stanno proponendo", mentre quella affamata "beh dai, se non è obbligatorio, magari si potrebbe anche fare..."
I nostri comprensivi amici ci lasciarono del tempo per pensare.
La sera nel letto siamo rimaste sveglie a lungo, non sapendo cosa fare.
La mattina però Agnese si svegliò con un presentimento : "ragazze, deve essere un bordello, non ci andiamo!" . Ci sembrò cosi convinta, che le credemmo all'istante e spaventate decidemmo di rifiutare.

Dalla Polonia con furgoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora