Via da Palumbosila

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Una delle sere, prima di dormire, mi venne l'idea di chiamare i miei genitori. Era la prima volta che ci avevo pensato, che figlia meravigliosa che ero.
Riuscimmo a parlare qualche minuto, prima che il proprietario se ne accorse, alzò la cornetta dalla reception e mi disse di chiudere. Cosi lo feci in fretta, avendo paura che magari mi avrebbe fatto pagare le spese...ma preoccupai i miei genitori, che già mi immaginavano in qualche night, segregata e picchiata, per loro era come se riuscissi a scappare giusto per qualche minuto per fare quella telefonata. Ma allora non lo sapevo ancora.
Comunque continuammo tutto per una settimana forse, tra il mangiare che mancava e le richieste esplicite dei nostri amici, che non si fermavano. Ne avevamo abbastanza.
Non so come trovammo nelle vicinanze una cabina telefonica e chiamammo Eva, pregandola di venirci a prendere. Per fortuna acconsenti, disse che ci avrebbe mandato due suoi amici. Cosi aspettavamo impazienti.
Ultimo giorno salutai a Costanzo, dicendogli che partiamo. Alla fine non mi aveva fatto niente di male.
Lui aprì il portafoglio e mi diede 150 mile lire, per il lavoro che avevo fatto. Quei 150 mile lire ci permisero poi di tornare a Napoli....ma andiamo in ordine.
I due amici di Eva vennero a prenderci...erano loro due davanti e noi 5 dietro, ammassati uno addosso all'altro. Infatti messi cosi eravamo convinti di dover fare tipo un paio di chilometri, ma il viaggio durò un bel pò. Da Palumbosila fino ad un piccolo paese che vidi qualche anno fa in vacanza in Calabria, ma del quale adesso mi sfugge il nome. Magari me lo ricorderò più avanti.
Arrivammo di sera e loro ci misero a dormire in una casetta. Anna e Non-Mi-Ricordo proseguirono invece il viaggio, non mi ricordo come. So solo che tornarono a Napoli e noi rimasimo in quella casetta per qualche giorno.
La sera, stando già nel letto, stanche ma felici di averci lasciato quel maledetto Palumbosila alle spalle, all'improvviso sentimmo un rumore....urlammo "cazzo, siamo al mare!" e uscimmo a vedere, anche se era già notte.
La nostra casa si affacciava sulla spiaggia, dovevi solo aprire il cancello e scendere le scale per trovarti direttamente sulla sabbia. Era una vera figata, ci sentimmo le più fortunate del mondo. Che ingenue...

Dalla Polonia con furgoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora