Il ritorno

6 1 0
                                    

Cosi facemmo le valigie e ci preparammo per tornare a Napoli.
Alla stazione prendemmo i biglietti, offerti gentilmente da Costanzo, anche se in verità non lo sapeva. Ma se non avessi avuto questi soldi, non so come avremmo fatto.
Comunque il treno partiva la sera.
Abbiamo preso le nostre cose e lasciato la casa. Siamo andate con un pò di anticipo. Noi polacchi siamo fatti cosi.
Il contrario del napoletano "mo verimm", "sto venendo", "sto quasi sotto al palazzo", "ci sta tempo". Dipende dalla gravità della situazione, più è importante, più ci presentiamo in anticipo.
Siccome c'era ancora un bel pò di tempo prima che il treno arrivasse, ci siamo messe sugli scalini davanti alla stazione, con tutti i nostri beni a fianco.
Dopo un pò arrivò un ragazzo e cominciò a parlarci. Era la prima presenza maschile under 30 che ci capitava di incontrare, ci siamo messi a parlare, per cosi dire. Dopo un pò ci disse che va a chiamare un amico suo...cazzi suoi, abbiamo pensato e abbiamo detto ok.
Ma mentre lo aspettava, cominciò a dire quello che davvero gli passava per la testa. Se n'è uscito con delle proposte. Davvero oscene.
Non sgranammo gli occhi dalla sorpresa, smettendo di botto di parlargli, limitandoci solo di rispondergli "no", mentre la paura saliva, stavamo comunque in un posto sconosciuto, di notte, con uno stronzo che ci offriva vari prezzi per altrettanto vari servizi.
Dopo un pò, e dopo avergli risposto di no in tutte le lingue conosciute, visto che il tizio non smetteva, ci siamo ricordate che per strada, non lontano, avevamo visto un bar...quindi prendere tutte le nostre cose e dirigersi verso li ci sembrò la nostra unica salvezza.
Il bello era che lui ci seguí fino li.
Appena entrate nel bar, sfogiammo verso il barista tutta la nostra conoscenza d'italiano, cominciando da "aiuto" che imparammo già sul magico mezzo-rotto pulmino.
Parlavamo tutti e tre insieme, eravamo davvero agitate. Ed il tizio li a fianco a noi spiegava che non era vero niente.
Comunque dovevamo essere molto convincenti (o spaventate), tant'è che tutti gli uomini li presenti si alzarono dai tavoli e si offrirono di accompagnarci alla stazione. Fu un gran sollievo per noi, infatti aspettarono fino che salimmo sul treno, gli ringraziammo sinceramente e partimmo finalmente.

Dalla Polonia con furgoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora