Le uova sfrigolavano in padella dolcemente, mentre Kathleen, con lo sguardo fisso e perso, continuava a fissare l'albume che da trasparente diventava bianco.
Poteva continuare a vivere in quel modo? Poteva mantenere un segreto cosí grande? Ma soprattutto, era giusto che gli altri suoi compagni non lo sapessero e che agissero nell'ombra?
Il rumore dei passi sulle sue scale in legno la fecero destare dai suoi pensieri, e tornó a pensare alla colazione.
Fece finta di nulla, come se non si fosse accorta del ragazzo che intanto si diresse nella sua direzione, un sorriso furbo sul suo viso.-Buongiorno...- Axel diede un tenero e caldo bacio sul collo alla moglie, che lasciava interpretare con fantasia. -Mi era mancato il mio letto.-
-Il nostro letto.- lo corresse.
Risero insieme come non facevano da tempo, come una coppia "normale", mentre il biondo prese a allacciarsi con accuratezza la camicia, mettendosi poi la giacca.
Lei si giró, lo sguardo dispiaciuto. -Non ti fermi a colazione?- chiese.-Mi dispiace amore, ma al Quinto Settore mi staranno cercando. Non posso rischiare.-
Vedendo che gli occhi di Kathleen tornarono a volgere la loro attenzione alla preparazione del pasto, Axel si avvicinó nuovamente alla bruna.
-Ehi.- Le alzó il viso con due dita. -Ti amo. Ma sai i rischi che corro.-
Come a non volersi staccare da quel contatto, la ragazza prese il polso di lui con una mano, coperto dal tessuto rubino della giacca elegante; lui incominció ad accarezzarle una della gote.-Sono stata bene, ieri sera...- ammise, con un po' di imbarazzo e di malinconia nella voce.
-Anche io.- diede un bacio sulla fronte di lei, per poi appoggiarsi dolcemente sulla sua nuca con il mento, mentre le braccia la cingevano in un amorevole abbraccio. -Molto presto torneremo a fare colazione insieme. È una promessa.-
Le loro labbra si toccarono dolcemente, e poi il falso Imperatore uscii, accostando lentamente la porta e guardando che intorno a loro non ci fosse nessuno.
D'altronde, erano soltanto le sette di mattina.
Per l'ennesima volta la soldatessa si sentii sola e amareggiata al pensiero di non poter vivere una vita stabile con suo marito; rigiró la fede nuziale sul dito, osservandola rigidamente.
Soltanto l'odore delle uova che si stavano bruciando riuscirono a risvegliarla dal suo stato di trance, e frettolosamente mise la colazione nel piatto.
Il silenzio di casa sua le fece compagnia mentre con lentezza e il viso contratto in un'espressione seria finii di mangiare.
Continuó a guardare il piccolo anello dorato che portava al dito.
Non avrebbe potuto farlo vedere, soprattutto perchè i nomi erano ben visibili, incisi in corsivo ed eleganti, sopra alla fedina.
Lavó i piatti e pulii i fornelli, per poi ritornare in camera sua per togliersi i vestiti e prepararsi ad un bel bagno caldo mattutino.
Aprii il cassetto del comodino dove voleva nascondere il fine anello d'oro e subitó le balenó su sguardo su esse: un pacchetto di sigarette che aveva lasciato in quel mobile poco prima di partire.
Si era ripromessa di smettere definitivamente...ma nella sua mente mandó tutto all'aria, e lo prese, portandolo con se' in bagno, insieme a un contenitore.
Quando la vasca era abbastanza piena e la schiuma molto abbondante, immerse il suo corpo, rilassando completamente i muscoli e stando attenta a non inumidire i suoi capelli, avvolti in uno chignon molto alto.
Accese la sigaretta e ne aspiro' il fumo: sentii parte del suo nervosismo e della sua tensione andare via, mentre si godeva quell'attimo di serenità e tranquillità.
Uscii dalla vasca quando ormai l'acqua era diventata fredda e nel posacenere casereccio vi erano tre o quattro mozziconi.
Non sa quanto tempo si fece coccolare dall'acqua, ma a giudicare l'orario sull'orologio della sua camera ipotizzó ad un paio d'ore.
Il telefono, ancora in carica e appoggiato sul cuscino del letto, prese a squillare incessantemente. Kathleen lo prese e rispose, leggendo sullo schermo si trattasse di Celia:-Pronto, Celia? È successo qualcosa?-
-Ciao Kate!- squittì. -Stai tranquilla, ma vorrei chiederti se oggi potresti fare un salto alla Raimon, dovremmo parlarti...-
-Nessun problema cara, mi vesto e arrivo, va bene?-
-Grazie Kathleen, sei un tesoro!-
Chiusero la chiamata dopo essersi salutate; i pensieri della militare si fecero di nuovo nitidi e assordanti.
Non era nella sua indole tradire, ne tantomeno mentire. La sua vita si basava sul suo giuramento.
Eppure, quando si trattava di Axel, guai a chi mettesse in dubbio il loro amore e avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerlo.
A costo di perdere i loro amici...Entró nell'Istituto con passo veloce e regolare, facendo rimbombare il suono dei tacchi per i corridoi del palazzetto sportivo.
Ad attenderla nella sala riunioni vi erano Jude e Celia, seduti intorno alla scrivania con alcuni documenti in mano.
L'ultima volta che aveva visto una persona china a leggere scartoffie come quelle, non era finita nel migliore dei modi.
Entrambi si alzarono a salutarla, ma non fecero molti giri di parole su quello che volevano chiederle.
L'ex giocatore le chiese diretto se fosse interessata a occuparsi della "salute psicologica dei giocatori", o qualcosa di simile; alla domanda del perchè avessero scelto lei, dovette concordare sul fatto che la sua mente militare fosse più rigida e distaccata, in grado di tener testa alle menti testarde presenti nella Raimon.-Non credo sarà un lavoro facile- sentenzió la ragazza bruna. -Ma credo di potercela fare. Terró a freno la mia impazienza.- aggiunse con una risata.
-Confidiamo tu possa fare un buon lavoro Kate, alcuni di questi ragazzi ne ha bisogno.- come al solito Celia non aveva perso il suo ottimismo e la sua indole buona e carismatica, che aveva sempre fatto invidia a Kathleen.
-Quando vorresti iniziare?- incalzó Jude.
-Anche oggi, se volete.- fu subito consenziente. -Ma prima pranziamo, ho così fame che rischierei di addentare anche il tavolo.-
-Bhe, non sarebbe un buon inizio...-
Era così bello per la mora poter di nuovo ridere e scherzare con i suoi amici, ma aveva sempre quel presentimento di falsità e ipocrisia che aleggiava intorno a lei, che andava a rovinare ogni suo momento spensierato.
Ordinarono qualcosa da mangiare e si sedettero vicini al tavolo, la ragazza gustava con gusto il suo riso alla cantonese, mentre era intenta a leggere ogni brochure riguardante i giocatori.
Prese alcuni nomi a cui fare riferimento, certamente li avrebbe aiutati a raggiungere i loro obiettivi e a potenziarsi; in qualche modo, il suo metodo deduttivo e il suo modo di fare erano simili a quelli di Jude.
Caparbi, attenti, senza indugio, ma soltanto dopo appurate attenzioni.
Certo, con la sua divisa addosso sarebbe stato tutto più facile, ma non si sarebbe fatta di certo problemi a tenere d'occhio il primo dei ragazzini nella sua lista.
A quanto detto dall'ex cannoniere Royal e sua sorella, era simile ad una persona a cui lei teneva particolarmente.
E così, con i documenti su di lui in primo piano si diresse verso il campo, accompagnata dai suoi amici.
Sui fogli, il suo nome che spiccava:Victor Blade.
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||Fuoco e Fiamme.|| -Inazuma Eleven Go
Fanfiction•Un amore che trascende il tempo e si scontra con gli ideali. •Una passione abbandonata per seguire un sogno. •Un'amicizia che va oltre ogni confine. •I propri sentimenti che superano l'orgoglio militare. ••• E se colei che ha sempre difeso la verit...