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I petali delicati e candidi della rosa bianca sembravano brillare sotto il primo sole mattutino, ancora umidi di rugiada.
La stessa lapide, in pietra levigata e granitica, era cosparsa di piccole goccioline trasparenti, segni di una brinata invernale.
Kathleen passó un panno sopra tutto il monolito cercando di asciugarlo e lucidarlo; ci teneva molto, anche se poteva sembrare una visione macabra e suggestiva, che la tomba di suo padre fosse in perfette condizioni, non lasciando nemmeno scampo a quei sottili fili di edera che cercavano di crescergli intorno.
Con accuratezza seguii i profili del lastrone in granito con lo straccio, per poi ripulire dalla sporcizia anche la foto incastonata.
Rimase ferma una manciata di secondi a fissare il volto del genitore immortalato, accovacciata scomodamente e ingoiando quel groppo alla gola che le si era formato.

-Tu sapresti cosa fare, vero?- sibiló, come se quell'immagine potesse sentirle, cercando invano un aiuto che sapeva che non era possibile avere.
I suoi occhi vagano come alla ricerca ingenua di un cenno da parte della foto che ritraeva suo padre, forse aspettandosi che davvero si animasse per darle una mano.
Ma Kathleen si rese conto di non trovarsi in un film fantastico, bensì nella vita reale e in essa una mano da parte del genitore non l'avrebbe mai potuta chiedere.
Così si avvió verso l'uscita del cimitero, il passo leggero e lento, la testa china, ma senza mai distogliere l'attenzione da intorno a se'.
Difatti, con la coda nell'occhio, scorse oltre la recinzione in ferro battuto una sagoma molto familiare; non pensava si spingesse a tal punto da seguirla di nascosto.
Proseguii il suo cammino senza attirare l'attenzione del suo inseguitore, come se non si fosse accorta di lui; aspettava soltanto il momento adatto per smascherarlo.
Quando, svoltato l'angolo, un vicoletto stretto e angusto si estendeva tra due abitazioni, vi si nascose, aspettando che il ragazzo cadesse nella trappola.
Non appena vide l'ombra di colui che la inseguiva continuare il suo cammino insospettito dalla sua improvvisa scomparsa, Kathleen uscii dal suo nascondiglio, dando due colpi di tosse per farsi sentire.
Il ragazzo di fronte a se' si irrigidii appena, ma continuando a darle le spalle.

-Quanto sei caduto in basso Sharp?-sibilo' la bruna, aspettando con impazienza e le braccia incrociate una risposta dal suo ex compagno di squadra. -Sei addirittura arrivato al punto di seguirmi di nascosto...- la ragazza si stava ufficialmente chiedendo, come mai, in quei giorni sembrava che i membri dell'attuale squadra giallo azzurra si fossero messi d'accordo per pedinarla. Prima Victor e ora Jude.

-Non lo avrei fatto non avessi degli strani comportamenti.- finalmente il castano incrocio' le sue iridi coperte dagli spessi occhiali con quelle blu della ragazza.

-Non è una scusa.- il tono della militare aveva assunto un che di superiore, autorevole, che avrebbe intimorito anche il peggiore dei delinquenti. Sharp si sentiva un animale in gabbia, ma la sua mente fugace e astuta avrebbe trovato un modo per ribaltare la situazione. -Che vuoi?-

-Non credere che la situazione giochi a tuo vantaggio, Kate...- ammise con superiorità. -So che stai mantenendo un segreto più grande di te stessa.-

A un tratto, e forse per la prima volta, fu lei a irrigidirsi. Forse Sharp le stava solo tendendo una trappola o forse davvero sapeva cosa si celava dietro la sua divisa della Marina Militare; non poteva ne' negare, ne' affrontarlo apertamente mettendo a rischio non soltanto la sua persona, ma anche suo marito.
Decise così di rimanere vaga e sospettosa, cercando di indebolirlo psicologicamente e farlo crollare.

-Anche se fosse- ammise. -a te che importerebbe?-

-Perchè io ci tengo a te.- subito il discorso alle orecchie della bruna parve confuso: il suo tono di voce, la sua espressione e le mani strette a pugno sui suoi fianchi lasciavano intendere che l'uomo di fronte a sè fosse nervoso, agitato. Come se si stesse confidando, mettendo in evidenza quel lato di se stesso che nessuno aveva mai visto. -E anche Mark, Celia...- parlando degli altri suoi due compagni, la voce di Jude si placó, forse piu' per tranquillizzare la sua persona che Kathleen.

||Fuoco e Fiamme.|| -Inazuma Eleven GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora