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A sentire il terreno sterrato del campo sotto i suoi piedi, Kathleen fu pervasa da un senso di malinconia e felicità allo stesso tempo.
Quanti mesi aveva passato ad allenarsi su quello stesso suolo con i suoi compagni, con cui aveva condiviso ogni tipo di emozione che si potesse provare.
Ora come ora, invece, quella stessa sicurezza che aveva riempito il suo animo e quello dei suoi amici stava sempre più scemando in qualcosa che neanche lei sapeva definire.
Dal pomeriggio in cui aveva parlato con Jude, il ragazzo si comportava stranamente: cercava di ignorarla, di evitare ogni contatto possibile con lei e anche solo parlarle gli risultava difficile; agli occhi della ragazza sembrava infastidito.
E se avesse sbagliato a rivelargli i suoi segreti? Se avesse spifferato tutto a Mark e Celia?
Ma quest'ultimi non avevano cambiato comportamento e non avevano fatto intendere alla militare di sapere qualcosa sulla questione.
Quindi cosa importunava lo spirito del ragazzo?
Kathleen non si dava pace.
Voleva capire cosa succedesse all'amico, ma questo suo silenzio le imposero di non parlargli, e così neanche chiedere alla sorella Celia se sapesse qualcosa, poichè non poteva assicurarsi che non dicesse nulla al diretto interessato.
Non voleva creare ulteriori problemi, decidendo di lasciare che questo suo comportamento si placasse.
Il Sole spiccava ancora alto in pieno pomeriggio, segno che le giornate si stavano allungando e l'inverno stava giungendo al termine. I ragazzi della Raimon Jr. High furono mandati negli spogliatoi, ma successivamente richiamati per una riunione nella sala logistica del sede del club.
Stavano per affrontare una delle squadre più forti del Campionato, l'Istituto Galattico, che come loro era riuscita ad avanzare nelle semifinali. Ogni partita sarebbe risultata sempre più complicata ora che erano così vicini alla vittoria, dovevano mettercela tutta e spodestare la tirannia del Quinto Settore.

-Bene, adesso che ci siamo tutti...- Mark cominció il solito discorso motivazione per i giocatori. Vedere quei ragazzini che ammiravano il loro più grande idolo, ora allenatore, con occhi pieni di idolatria e orgoglio, faceva rincuorare almeno un po' la ragazza. Loro erano la speranza e il futuro in quel momento incerto per il calcio.

-Kate, dobbiamo parlare.- le sussuró Celia all'orecchio, per non disturbare l'allenatore nel suo discorso.
L'interpellata si avvicinó all'amica, la quale le indicó una pergamena sullo scrittoio; in alto, il logo blu e argenteo del Quinto Settore.

-Che cos'è?- lo prese fra le mani, ma cercando di non destare l'attenzione dei ragazzini. Jude si affiancó alle donne, ma non sembrava tanto sorpreso da quel pezzo di carta, come se sapesse già il suo contenuto scritto.

-È un invito del Quinto Settore per una serata di gala. Saranno presenti le squadre del girone A e B che sono arrivate alle semifinali.- rispose alla sua domanda la blu.
Kathleen esaminó per bene le parole che vi erano scritte: sembrava un normale invito, scritto educatamente e con linguaggio garbato. A quanto pare l'Associazione ci sapeva fare a parole.

-Non so se possiamo fidarci, non voglio mettere in pericolo i ragazzi.- aggiunse Celia.

-Non penso accada nulla di male.- finalmente, anche Jude su unii al discorso delle due tutrici. -Mi sono assicurato che questo invito fosse stato inviato a tutte le nostre squadre avversarie, per evitare fosse una trappola. L'hanno ricevuto tutte, quindi...-

-Sarebbe un modo per scoprire qualcosa in più sul loro conto...- finii la frase la mora; il ragazzo stava per dirle qualcosa, sogghignando, ma si ricompose subito. Questo gesto non fece altro che acuire i dubbi della castana. -Aspettiamo che Mark finisca di parlare con la squadra e vediamo che fare, nel frattempo...- prese il telefono in mano, digitando già il numero. -...penso sia venuto il momento di presentarvi i miei sottoposti.-


Seppure due militari di tutto punto, i colleghi ufficiali di Kathleen si sentivano quasi a disagio a stare in piedi di fronte a una calca di ragazzini e ragazzine che li squadravano dubbiosi.
Gli occhi delle ragazze erano puntati sul giovane Tennessee: la carnagione ambrata, gli occhi color verde acceso e un fisico scolpito non lasciavano farlo passare inosservato.
Pember invece sembrava rilassata, la sua figura minuta seppur tonica ed agile era vestita di un completo a pantalone color pesca, mentre ai piedi portava un paio di scarpe basse bianche come la t-shirt sotto la giacca. I lunghi capelli biondi, invece, erano legati in una coda di cavallo molto alta.
I ragazzi della Raimon erano stati informati dell'invito del Quinto Settore alla serata di gala, ma non sembravano destar preoccupazione, anzi, erano sicuri di andare fino in fondo alla faccenda.
Mentre gli altri adulti parlavano, lasciando anche che i due nuovi arrivati facessero le dovuto presentazioni, la castana stava in disparte.
Lo sguardo era fisso e pensieroso a terra, le braccia incrociate mentre si appoggiava appena con la schiena sulla scrivania.
Stava cogitando, meditando su cosa fare, come se si trovasse in una missione della Marina; personalmente parlando, c'era in gioco molto più di questo.
Non avrebbe rinunciato a partecipare a quella "festa", doveva scoprire cosa stesse accadendo a suo marito, chi ci fosse dietro la mente criminale di quell'associazione.

||Fuoco e Fiamme.|| -Inazuma Eleven GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora