Capitolo V

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JONATHAN
Entro in silenzio nella sala per la colazione e subito la vedo. Indossa una maglietta a maniche corte a righe bianche e rosse che le lascia una spalla scoperta.
Le sta divinamente.
Ha i capelli legati in una crocchia morbida e un meraviglioso sorrisetto di pura felicità le adorna il viso. Ha lo sguardo perso davanti a sè fisso sul bicchiere che tiene in mano, sta forse pensando a noi?
Sicuramente.
Il cuore mi si riempie di gioia. Amo questa ragazza.
Appena mi vede sorride innamorata e inizia a mangiare la sua colazione. Le faccio l'occhiolino e mi siedo difronte a lei. Senza farmi vedere da mio padre allungo i piedi sotto il tavolo sfiorando i suoi.
“Buongiorno” le dico con un sorriso malizioso.
Lei in risposta arrossisce come al solito. Per l'Angelo. Mi stuzzica quando arrossisce.
“Sembri di buon umore stamattina, hai fame?” mio padre continua a leggere il suo fascicolo sorseggiando il caffè.
Sorrido ancora alla mia ragazza “mi sento davvero bene” dico gaio iniziando a riempirmi il piatto di leccornie. Croissant, uova, pancetta, alcuni pezzi di mela e mi riempio il bicchiere con del succo d'arancia. Tutto sotto gli occhietti compiaciuti della mia splendida fidanzata.
“Finalmente ti sei tolto dalla testa quella ragazza” Morgenstern Senior alza la voce senza togliere gli occhi dai suoi appunti.
Perla inizia a tossire portandosi le mani nel mezzo del torace, le è andata di traverso la spremuta.
Spalanca gli occhi alienata, teme gli abbia parlato di lei. Le faccio subito l'occhiolino per tranquillizzarla.
Lui non sa nulla di noi.
Mio padre non si scompone minimamente e io ridacchio per la reazione della moretta “diciamo che ho sistemato le cose” dico tranquillamente.
“Forse ora sarai più concentrato, finita la colazione partirete per la missione” dice serio.
Annuisco e addento il mio croissant. È delizioso, non ho mai mangiato con così tanta voglia in vita mia. Mi sento felice e completo. Il terribile peso che portavo sul petto è evaporato, tutto è perfetto ora.
“Passami la spremuta” Valentine si rivolge a Perla sempre con un tono freddo e distaccato, come se tutto gli fosse dovuto.
Perla alza una mano e.. CAZZO! La brocca è esplosa mandando succo ovunque.
Spremuta e pezzi di vetro ricoprono l'intera tavolata.
Spalanco gli occhi sbalordito e guardo la moretta, le mani le tremano “Per l'Angelo... mi-mi dispiace, non so cosa sia successo” dice scioccata.
Siamo tutti imbrattati di spremuta e sconvolti, la magia le è scappata dalle mani.
Per l'Angelo.
“Perla, da quando non riesci a trattenere la magia?” mio padre la ammonisce con lo sguardo spostando i suoi fascicoli fortunatamente illesi.
Mi alzo in piedi per valutare i danni “può succedere, non ha mica ucciso qualcuno”.
Afferro un paio di stracci dalla vetrina accanto alla parete e mi asciugo la divisa.
“non ho chiesto a te Jonathan!” mi rimprovera lui e torna con gli occhi sulla moretta.
Perla è rossa come un pomodoro “mi sento un po' strana stamattina, come se fossi troppo piena di magia” sussurra in difficoltà.
Mio padre sbatte la tazza sul tavolo e stringe le labbra borbottando qualcosa tra sé. Riordina meticolosamente i suoi registri posandoli nella borsa accanto alla gamba del tavolo. Riprende in mano la sua tazza di caffè e si rivolge a Perla intenta a riordinare la tavola come una semplice mondana ”ho sentito Emmanuel” dice tranquillo.
Cazzo, stringo le labbra. Gli avrà raccontato della mia scenata di ieri sera al locale, succederà un casino.
“E' interessato ad una alleanza con noi,” continua sorseggiando il suo caffè “non chiedermi il perchè, ma è particolarmente affascinato a te Perla” dice sconcertato.
Sbuffo senza neanche accorgermene mentre raccatto i vetri “non è difficile da comprendere” sussurro sovra pensiero con un sorriso.
Cala il silenzio. Alzo lo sguardo e vedo Perla diventare ancora più rossa e mio padre fissarmi dubbioso ”qualcosa da dirmi Jonathan?”
Scuoto il capo e sorrido alla mia ragazza “meglio pulire alla vecchia maniera, magari fai esplodere anche il tavolo.” Prendo un altro strofinaccio e finiamo ripulire.
Mio padre sospira ”comunque è interessato a te, vuole costantemente la tua compagnia in cambio dell'alleanza” prosegue calmo e distaccato come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Inorridisco guardando Perla, è sbiancata in un secondo.
“Cosa?” chiedo nervoso a mio padre. Spero d'aver capito male.
Mi guarda alzando le sopracciglia ”che diavolo hai oggi Jonathan? Negli ultimi giorni eri distratto e ora sembra che tu non riesca a capire nulla di quello che io dica!” alza la voce ma non me ne frega niente. Voglio capire se sta insinuando quello che credo.
Sarebbe a dir poco deplorevole! 
Stringo i pugni ”che diavolo vuol dire vuole costantemente la tua compagnia? Perchè da come si strusciava contro di lei ieri sera, di certo non vuole portarla fuori a cena!” urlo inorridito.
Si alza in piedi di scatto e si avvicina di un passo a me. Ora siamo faccia a faccia.
Siamo alti uguali, ma io sono più muscoloso di lui.
Ci guardiamo rabbiosi, il nero e il verde dei nostri occhi si fonde come fiamme infernali ”queste non sono cose che ti riguardano Jonathan, è adulta ormai! Può contribuire alla causa con quello di cui è capace!” asserisce con un tono disgustato.
Rido nervoso mettendomi la mano sullo stomaco, dev'essere impazzito.
Poso un attimo lo sguardo sulla mia ragazza. Dolce ragazza. Ha le mani tremanti e ci fissa spaventata.
Se fossi stato in lei, gli avrei fatto saltare la testa!
Torno negli occhi di mio padre, dev'essere impazzito “pensi d'essere un Dio e poter decidere tutto?! Anche con chi una ragazza dolce e pura come lei deve giacere ogni notte? Sei pazzo caro padre, non lo farà mai! SCORDATELO!” gli grido in faccia scandendo l'ultima parola.
Mio padre ne ha fatte di cose subdole, ma questa sarebbe la peggiore.
Perla è rimasta a bocca aperta a guardarmi.
Valentine stringe i pugni e arriva a pochi centimetri dal mio viso “io decido Jonathan, voi eseguite!” mi urla “non dirmi che è lei la ragazza di cui ti sei infatuato perchè non ci credo! È solo una pedina sacrificabile, la guardia del corpo di Clary! Non vale nulla!”
Egocentrico bastardo.
Sento le mani formicolare e vedo rosso.
 

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