19: The Matador

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È una stanza enorme con calde pareti color crema e un letto matrimoniale che apre la porta e ti permette di entrare.

Il copriletto è stampato in oro e verde frastagliato, come se pezzi solidi di foresta e minerali fossero stati cuciti nel tessuto. Il resto della stanza si complimenta con accenni dorati , verdi e marroni sparsi, che si mescolano calorosamente con le parti morbide.

La stanza profuma di vaniglia.

"Questa è tua per il momento" dice Jin con un sorriso gentile, facendo da conduttore. "Il bagno è attraverso quella porta lì, e se hai fame, la cucina è al piano di sotto e sulla destra."

Alla sue parole, il tuo sguardo vola verso il suo bel viso sorpreso.

"Non sarò rinchiusa qui?" sussulti, gli occhi vagano selvaggiamente intorno al suo viso mentre cerchi una risposta. La stanza è bella e confortevole, ma eri pronta a impazzire qui per quanto tempo avessero deciso di tenerti.

Non riesci a credere che ti stia davvero facendo girare per casa.

"Certo che no" cinguetta il maggiore. "Sei un'ospite qui. Un'ospite molto ben osservato, leggermente limitato, ma comunque ospite."

Un ospite.

Sbuffi divertita, ma non discuti.

Appoggiando  un fianco contro l'uscio, Jin continua in un tono un po' più duro.  "Puoi muoverti liberamente, ma ricorda questo: tutte le porte sono  chiuse a chiave. Le finestre sono infrangibili. Non puoi uscire, Y/N, e  se ci provi non avremmo altra scelta oltre a quella di rinchiuderti di nuovo nella Stanza Bianca. Capito?"

Capito.

Annuisci, cercando di non svelare dai tuoi occhi il marchingegno nella tua mente.

Potrai non essere un'evaditrice professionista o un  talento criminale, ma sicuramente troverai un modo. Sia che dovrai  strisciare nei condotti dell'aria o scivolare dal portoncino del cane, qualcosa in quei film di spionaggio dovrà pur funzionare.

Jin potrà pure dire di star cercando di aiutarti, ma ciò non significa  che ti fidi di loro. Ti stanno tenendo qui per una ragione.

Se non avessero avuto uno scopo per te, ti avrebbero lasciato andare invece di restringerti in questa casa.

"Sono serio, Y/N."

I tuoi  occhi si sono abbassati al pavimento mentre pensi, ma risalgono quando  Jin parla. Ti sta guardando cauto. Forse non sei così brava a nascondere  i pensieri come desidereresti.

"Inoltre" Jin dice, "Jungkook non sa esattamente  che tu non sei più nel sotterraneo, perciò mi aspetterei una sua visita  approssimativamente-"

"Hyung!" La voce è un ruggito feroce che arriva dal corridoio e rimbomba nelle tue orecchie.

"-ora," Jin sospira, massaggiandosi il ponte del naso. "Approssimativamente ora."

Passi  rumorosi marciano sul pavimento, e un Jungkook furioso punta verso di  te. I suoi occhi sono di un nero bollente, furiosi, i capelli color  mogano arruffati sul viso come se si fosse appena svegliato. La sua  maglietta a manica corte rivela l'accenno della benda che ricopre la  ferita alla spalla, e la sua tuta è stretta sopra i suoi piedi scalzi.

La sua vista ti fa irrigidire subito dall'irritazione.

"Perchè è fuori?" Jungkook sibila. Vi raggiunge, le braccia coperte di inchiostro sono incrociate sopra il petto.

Vi guarda con occhi esasperati, Jin dice sotto voce "Sono il più grande. Sono il più grande. Sono il più grande."

Si gira per fronteggiare il minore, un torero carino che fissa un furente, sbuffante toro in tuta.

Blood Ink [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora