Le loro dita si intrecciarono. Le loro mani sembravano perfette per combaciare. La mano di Jimin era più piccola e poteva essere chiusa nell' altra con facilità.
« Ci credi nel destino? » Gli venne chiesto. Jimin scosse il capo. Che sciocchezza da dire, pensò.
« Tu ci credi? »
« Secondo te, il destino non c' entra nulla con noi due? Non credi fossimo destinati ad incontrarci? »
Le dita di Jimin strinsero maggiormente le altre. Con una tale forza da sentire la sua stessa mano dolorante.
« Il filo rosso del destino è intrecciato tra le nostre anime. Io posso vederlo! »
« Sei uno sciocco T -- »
Fu proprio in quel momento che la sveglia iniziò a suonare, disturbando il sogno di Jimin che si alzò leggermente sudato e confuso.
Passò una mano sul viso, scoprendo che gli faceva male sul serio. Mosse le dita come a stiracchiarle e si gettò indietro contro il materasso.
Che cosa stavo sognando? E chi era l' altra persona? Si chiese il moro prima di afferrare il cuscino per sbatterlo sul proprio viso.Yoongi teneva sulla schiena Jungkook mentre Seokjin aveva appoggiato un braccio sulle spalle di Jimin. Era incredibile come tra loro fossero diversi. I quattro ragazzi, amici sin dall' infanzia, non avevano attriti. L' alchimia era palese quando si trovavano insieme, lontani dalla scuola e dal comportamento più che discutibile che tenevano con gli altri compagni.
« Jimin, hai dormito sta notte? Hai una faccia assurda. » Gli disse Yoongi mentre Jungkook gli tirava i capelli. Jin si girò verso Jimin, afferrando una guancia morbida per tirargliela.
« È sempre bellissimo il nostro Jiminie. »
« Tu sei fottutamente di parte. »
Un calcio colpì il sedere di Yoongi, beccando anche quello di Kookie che sussultò dalla sorpresa.
Jin alzò le spalle e con fare altezzoso superò i due che iniziarono a rincorrerlo.
Jimin restò indietro, sorridendo nel guardarli.
Poco più in là, seduti sul muretto, Taehyung e Namjoon stavano condividendo le cuffie. Sorridevano come due sciocchi agli occhi di Jimin che fulminò i due con sguardo di ghiaccio.
Se glielo avessero chiesto, probabilmente il moro avrebbe inventato una qualunque scusa per quella sua reazione. Ma nessuno fece domande. Gli unici che avrebbero potuto permettersi quel tipo affermazioni erano lontani e non videro come Jimin fissava malamente i due amici.
Neanche Taehyung e Namjoon si accorsero di nulla. Namjoon stava aggiustando la cravatta del biondo che gli sorrideva timidamente.
E tutto ciò dava incredibilmente fastidio a Park Jimin.
Forse poteva inventare una bugia plausibile per se stesso; Odiava non essere calcolato e Kim Taehyung non lo aveva mai degnato di uno sguardo per dedicare le sue moine al nerd della classe.
In fondo, aveva detto a Seokjin che sarebbe stato lui a giocare con quel ragazzo.
Un sorriso comparve sulle sue labbra piene mentre si girava e raggiungeva Yoongi, Jungkook e Seokjin.« Hai una bella voce, Taehyung - ah. Ogni tanto usala. » Scherzò Namjoon, aggiustando la cravatta del ragazzo che con imbarazzo, annuiva.
Conversare gli veniva davvero difficile ma stare in compagnia di Namjoon era piacevole. Poteva tenere una conversazione praticamente da solo e Taehyung non si sentiva in dovere di dire nulla. Una bella sensazione.
Poteva ascoltare, poteva semplicemente annuire o se aveva voglia, poteva anche rispondere. Namjoon non gli chiedeva nulla, non pretendeva niente. Era una persona intelligente e alla mano.
« Ho una bella voce? »
« Hai un tono caldo che mette a proprio agio le persone. Sono sicuro che faresti innamorare un sacco di gente. »
« Non voglio fare innamorare nessuno... »
« Allora stai facendo un ottimo lavoro non parlando. » Scherzò il ragazzo, ridendo e scompigliando i capelli di Taehyung che si mise a ridacchiare, cercando di fermare le mani di Namjoon.Un' altra giornata scolastica stava svolgendo al termine, finalmente. Taehyung si sentiva parecchio stanco. Forse per quella sera sarebbe stato meglio non vagabondare e riposare. Prese lo zaino e lo mise su una spalla, controllando il cellulare. Sbuffò rumorosamente. A causa della batteria ormai scarica, non avrebbe potuto ascoltare la musica mentre ritornava a casa.
Pensò alla madre che anche per quella sera avrebbe avuto il turno serale e sospirò, dispiaciuto per la situazione che vivevano. Gli mancava, dato che di fatto non la vedeva da almeno due giorni.
Non fece in tempo ad uscire dalla classe che si sentì tirare dallo zaino.
Si girò di scatto per scoprire chi lo stava trattenendo e lo sguardo di Taehyung incontrò quello freddo di Jimin.
Confuso, Taehyung cercò di spingere via il moro che in tutta risposta gli sorrise e lo afferrò per le braccia.
« Così impari a immischiarti in affari che non ti riguardano. » Esclamò Jimin mentre con forza lo trascinava per una rampa di scale.
Taehyung cercò di sfuggire come meglio poteva ma aveva le braccia bloccate e Jimin era più forte di quello che si poteva dire all' apparenza.
« Lasciami stare! Lasciami! »
« Hai ritrovato la lingua ... Mi fa piacere. » La voce di Taehyung lo colpì. Era bassa, calda. Sarebbe stata anche sensuale in una situazione diversa.
Spinse il compagno di classe oltre la porta che dava sul tetto mentre il vento freddo colpiva entrambi sulle guance.
Taehyung spalancò gli occhi, ora spaventato dato che non aveva idea di quello che voleva fare Jimin. Cercò di puntare i piedi ma la conseguenza fu solo una caduta contro il pavimento che fece scoppiare a ridere Jimin.
Come poteva essere così soave anche in quella situazione?
Afferrandolo sempre per lo zaino, spinse Taehyung nello sgabuzzino sopra il tetto che solitamente conteneva solo scope per la pulizia ed altri materiali simili. Una sola porta e senza finestrelle, pochissimi metri chiusi da cemento scolorito.
« Vediamo se domani mattina avrai ancora voglia di proteggere quel idiota. Vedremo se avrai anche solo voglia di venire a scuola. »
« NO! NO! ASPETTA! » Urlò Taehyung che andò a sbattere contro la porta chiusa all' esterno da Jimin.
Iniziò a colpirla con i pugni più forte che poteva. Urlava come mai aveva urlato fino a quel momento.
Non chiamava il moro perché sapeva che da lui non avrebbe avuto nessun tipo di aiuto ed il suo orgoglio non glielo avrebbe permesso.
Ma gridava senza fermarsi un istante.
La sua voce continuava a rimbombare in quello stanzino finché non divenne buio, scese il freddo e la gola iniziò a bruciargli.
Capì, sconsolato, che almeno per quella notte, nessuno lo avrebbe aiutato.
Lasciandosi cadere sul pavimento freddo, diede un'occhiata al cellulare ma come si aspettava, lo trovò spento.
Infilò le mani nelle tasche del giubbotto, cercando di scaldarsi come meglio poteva.
Non poteva crederci; Era stato davvero rinchiuso sul tetto da un suo compagno di classe?
Taehyung era scioccato e arrabbiato. Ormai non sapeva più se tremava dal freddo o dalla rabbia.
L' unico pensiero positivo andò a sua madre, ringraziando il cielo che non si sarebbe preoccupata.
Con il freddo che scese, il ragazzo non riuscì a dormire nemmeno un secondo ma non fu l' unico.
Un altro ragazzo non prese sonno quella notte, nonostante il letto morbido e caldo che lo accoglieva. Si rigirava e rigirava.
C' era luce fuori dallo sgabuzzino. Taehyung poteva notarla dagli spifferi.
Con le ossa gelate, si tirò in piedi e tornò alla porta chiusa, sbattendo i pugni proprio come aveva fatto la sera prima.
Questa volta ci fu un riscontro diverso. Dopo pochi minuti, la porta venne aperta.
« Ragazzo... Che ci fai tu qui? Sei stato qua tutta la notte? Come è possibile? Stai bene? Ora ti porto in infermeria e... » Il custode dal viso gentile e la voce preoccupata cercò di prendersi cura di Taehyung ma questo lo ascoltò appena.
Era già volato giù per le scale. Per quanto si ricordava, non si era mai sentito così arrabbiato. Era difficile provocargli una reazione, figuriamoci farlo adirare.
« Taehyung buon -- » Hoseok non riuscì a finire la frase. L' amico non lo degnò nemmeno di uno sguardo, precipitandosi all' interno della classe, ancora sprovvista di un' insegnante ma non era persona che stava cercando con tanto ardore.
Il rumore dello schiaffo fu così preciso che i pochi studenti spalancarono gli occhi, increduli della scena che avevano appena visto.
Kim Taehyung aveva appena colpito la guancia di Park Jimin con una tale forza da fargli girare il capo verso sinistra.
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𝘿𝙖𝙣𝙘𝙞𝙣𝙜 𝙞𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙤𝙣𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩. ( vmin )
Fanfiction𝑻𝒓𝒂𝒎𝒂 : Ci troviamo a Seoul, Corea. Taehyung si è appena trasferito nella grande città insieme alla madre, infermiera. Taehyung è un ragazzo molto, fin troppo silenzioso. Non parla mai con nessuno, riservato fa fatica a relazionarsi e gli dà fa...