24 • « Io non l' ho mai lasciato! »

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Jimin aveva alzato lo sguardo solo per una ragione. Lo sentiva su di sé. Percepiva quei grandi occhi dal taglio particolare e aveva ragione. Poco più in là, distante da tutti, Taehyung lo stava fissando così come si fissa un fantasma. Non poteva dargli torto e non lo avrebbe fatto.
Era sparito per tre mesi, non una parola. Niente. Se solo il ragazzo avesse saputo, però...
La vita in Giappone era stata tutt' altro che semplice. Dopo essere stato picchiato ogni giorno dal padre per ciò che aveva fatto, Jimin era rimasto chiuso in casa. In un enorme appartamento a Tokyo dove non poteva uscire.
Non faceva niente se non studiare con un insegnante privato, mangiare e dormire. Non aveva assolutamente il permesso di usare il cellulare o qualunque altro tipo di tecnologia.
Così, la parte migliore del suo tempo, arrivava la sera. Quando dalla grande vetrata della sua camera poteva scorgere la luna. La stessa luna che Taehyung osservava a kilometri di distanza e si sentiva meno solo.
Lo guardò per tanti di quei secondi che un istante divenne interminabile. Non sapeva davvero cosa fare. Ora che lo aveva di fronte con quello sguardo sconvolto e addolorato, il suo cervello aveva smesso di funzionare.
Aveva cercato di allontanare il ricordo di lui durante tutte le giornate passate in quel paese straniero. Per non cadere. Ma adesso che erano di nuovo insieme, respirando la stessa aria, la valanga di emozioni rischiavano di farlo crollare.
Fece un passo in avanti ma Taehyung gli diede le spalle e si allontanò mentre Jimin veniva rinchiuso da studenti curiosi.
Il biondo aveva sentito il cuore uscirgli dal petto nel momento esatto in cui si erano ritrovati. Ma anche la rabbia. Ciò che era stato dolore per una perdita, si stava trasformando in ira. Lo aveva ignorato deliberatamente allora?
Aveva sofferto e pianto così tanto per una persona che non lo voleva più?
Taehyung sentì il proprio orgoglio sbriciolarsi mentre camminava verso la classe. Fosse stato da solo, avrebbe sicuramente urlato.
Che sciocco sono stato... Pensò mentre si sedeva al suo banco. Ho creduto di averlo perso quando non l' ho mai avuto!

« JIMINSSI. » Urlò Jungkook precipitandosi a salutarlo, raggiunto immediatamente da Seokjin che scansò il più piccolo per accocolarsi al suo migliore amico. Jimin non poté fare a meno di sorridere, " stropicciando" i capelli di Kookie e abbracciando l' altro.
« Sono passati tre mesi senza mai farti sentire... » Esclamò Namjoon, grattandosi la nuca. Non poteva evitare di pensare a come era stato Taehyung per tutto quel tempo.
« Lo so... Non avevo il cellulare con me, né un computer. Non potevo neanche uscire di casa! » Affermò guardando tutti loro con sincero dispiacere. Gli erano mancati più di quello che credeva, adesso che era nuovamente insieme a loro.
« Lui come... » Jimin iniziò a dire, pentendosi subito dopo. Che diritto poteva mai avere nel chiedere.
« L' ha presa molto male, Jimin. » Rispose Hoseok. « Ti ha cercato per molto tempo, più di un mese. Quando ha smesso, ha smesso anche di parlare. Non ci ha più rivolto la parola. Lo sentivamo solo perché rispondeva ai professori. Ha smesso di sorridere. »
Jimin ascoltava ogni parola attentamente e ad ognuna di esse, una parte di lui sprofondava in un buco nero.
Lo aveva distrutto?
Rabbrividì, stringendosi la giacca addosso a mo' di difesa, deglutendo.
« Non è stata una mia scelta... »
« Questo lui non lo sa... » Intervenne Yoongi con sguardo serio. « È stato abbandonato all' improvviso! »
« Io non l' ho mai lasciato! Anche quando ero a Tokyo, io stavo con lui. Con tutto il mio cuore. »
« Non devi dirlo a noi ma a lui... »

Fu la lezione più difficile da seguire per chiunque di loro. La tensione era palpabile; Taehyung sentiva addosso il suo sguardo e ogni parte di lui, fermava incontrollabile. Tutto era fuori dal suo controllo.
Jimin non ascoltava minimamente la professoressa, troppo impegnato a dedicare il suo tempo al ragazzo di fronte a lui. Quasi a voler rimediare il tempo perso.
Non aveva dimenticato un solo particolare in quei tre mesi ma ora gli era ancora più difficile concentrarsi su qualunque altra cosa.
E quando tutti si alzarono per andare in mensa, fu ancora peggio.
Seguendoli come era abituato a fare, Taehyung cercò di non guardarlo mai. Tenendo gli occhi fissi sulle proprie scarpe, stringeva le mani in due pugni come a volersi dare forza.
Erano così vicini che poteva sentire nuovamente il suo profumo. Così lontani che neanche allungando il braccio avrebbe potuto toccarlo.
Cercò di concentrarsi su Jungkook che gli parlava ma non riusciva neanche a sentirlo. Il grigio stava ridendo con Seokjin e quella risata ebbe un effetto totalmente inaspettato.
Sentì le proprie labbra tremare nel vano tentativo di reprimere le lacrime. Ma queste scivolarono velocemente sulle sue guance mentre quella risata gli riempiva il cuore.
Si girò di scatto e senza dire niente, iniziò a fuggire via dalla sala mensa.
Corse velocemente, con la gola che bruciava per la forza che stava mettendo nel non piangere. Non poteva essere tanto debole, diceva a sé stesso mentre si fiondava sul tetto.
Si rese conto che non c' era più stato. L' aria gli riempì i polmoni ma i passi di qualcuno lo fecero girare.
Park Jimin era di nuovo di fronte a lui. Più bello che mai...
« Taehyung... »
« ... Stai zitto! »
« Taehyungie... Mi sei mancato terribilmente! »
« Non è vero. Non è vero! NON È VERO! » La sua voce suonava più roca del solito e spezzata. Strinse con tenacia i denti mentre faceva altri passi indietro per separarsi maggiormente dal ragazzo. « Sei sparito dalla mia vita tre mesi fa. Io ti ho cercato, ho aspettato. Perché sono un idiota. Perché credevo che tu... » Scosse il capo con vigore. No, non gli avrebbe dato l' ennesima soddisfazione. « È finita tre mesi fa quando te ne sei andato. »
« Per me non è mai finita! Ogni notte io ti cercavo. »
« Io ero da solo! Tu te ne sei andato ed io ho iniziato a pensare di essermi immaginato tutto. Stavo impazzendo, Jimin. » Taehyung gridava, ammettendo ad alta voce come si era sentito per tutto quel tempo. Esplorando i suoi stessi sentimenti per la prima volta.
« Non è stata una mia scelta! Io non ti avrei mai voluto lasciare. Cosa credi, che io mi sia divertito a Tokyo? Ogni giorno mi svegliavo in un incubo, Taehyung. L' unica persona che volevo eri tu e tu non c' eri. »
« Hai distrutto tutto, Jimin. È tutta colpa tua. Ogni cosa è colpa tua. Se tu non fossi stato così stupido quella volta... » Le parole gli uscirono di getto ed in verità neanche le pensava. Ma era un ragazzo che soffriva. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era che si sentiva morire. Parlargli era devastante e i suoi nervi lo stavano abbandonando. « Mi hai lasciato come se io non fossi stato Niente per te. Insignificante. Non mi hai detto neanche che partivi e quando l' ho saputo, sono corso in aeroporto... Tu non hai idea... »
Jimin spalancò gli occhi. Non aveva immaginato che Taehyung era corso da lui. Fece un passo in avanti e poi un altro. Voleva solo stringerlo a sé e dirgli che non aveva smesso di amarlo e che avrebbe fatto di tutto per farsi perdonare.
Ma Taehyung non era della stessa idea. Il suo cuore non voleva essere curato dalla stessa persona che lo aveva ridotto a brandelli.
« Tre mesi fa hai messo un punto ad ogni cosa. Tre mesi fa mi hai reso insignificante. Tre mesi fa... Ho smesso di amarti. » La sua voce, rotta dal pianto, svanì mentre tornava al piano di sotto, lasciando Jimin sul tetto.
Devastato dalle ultime parole, Jimin si aggrappò al muro.
Avrebbe voluto dire così tante cose...
Niente ora sembrava importante.
" Tre mesi fa ... Ho smesso di amarti. " Quella frase rimbombava nelle sue orecchie con una tale forza da fargli scoppiare un forte dolore alla testa.
Aggrappando le mani sulle orecchie per far tacere quella voce, Jimin scivolò sul pavimento. Scoppiò a piangere.
Non respirava, si sentiva mancare il fiato nei polmoni ma non riusciva proprio a smettere. I singhiozzo erano tanto violenti da procurargli dolore fisico. Con la testa appoggiata al muro gli occhi stretti, le lacrime ricoprivano il suo viso delicato. Pianse come non aveva mai fatto fino a quel momento.
Tanto che mentre piangeva, mugolii disperati fuoriuscivano dalle sue labbra.
Disperato.

𝘿𝙖𝙣𝙘𝙞𝙣𝙜 𝙞𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙤𝙣𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩. ( vmin ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora